No a Manzoni, voto le fiabe di Calvino

No a Manzoni, voto le fiabe di Calvino I giudizi dei lettori sui libri per la scuola No a Manzoni, voto le fiabe di Calvino Nel referendum sulle letture per la scuola molti lettori accompagnano il loro voto con un giudizio. Ecco alcune lettere che indicano la varietà della scelta e le diverse motivazioni. In questo -sterminio letterario- si vuole che i sopravvissuti siano dieci. E sia. Ho cercato di scegliere testi per •coppie- di valenze: complementarità o antitesi. Per esempio, Dante e Galileo rappresentano due visioni dell'universo, di cui luna — galileiana — è l'emancipazione scientifica e laica dell'altra — dantesca. Ancora, per la poesia, Z'Alcyone e Ossi di seppia sono campioni di stili opposti, pari solo nella ricerca tecnicamente pregevole di chi li ha perseguiti. Per la complementarità, invece, mi pare meritino un posto Machiavelli e Beccaria. Il Principe è un libro sui princìpi della politica (allora più del potere), cioè, comunque su un diritto della politica. Laddove l'imprescindibile Dei delitti e delle pene è veramente un libro su una politica del diritto. E poi Buzzati e Flaiano con due romanzi inconfondibili, moderni. Tempo di uccidere è un libro ingiustamente poco conosciuto. Va letto. Infine: Pirandello. Il teatro non deve mancare. Gli inglesi, al nostro posto, sceglierebbero Shakespeare. Antonella La Morgia universitaria, Pavia Io vorrei sottolineare l'importanza dei poeti nella scuola. Dappertutto si legge •la poesia sta morendo-, i poeti sembrarlo una razza in via di estinzione. Ma la poesia rimane una delle più alle espressioni dell'uomo, viva e palpitante anche dopo secoli! Non sia¬ no -espulsi- noi dalle scuole né Leopardi, né Ungaretti, né tutti i nostri poeti, o significherà davvero il totale inaridirsi — in questo mondo -civilizzato' — di ogni sensibilità, di quella straordinaria capacità di andare al di là delle cose, per scoprirne la vera bellezza. Io voto la poesia. Sara Faroni studentessa. Casale Monferrato Ho proposto le Fiabe italiane a cura di Italo Calvino perché l'immaginario, il fantastico è indispensabile sempre: come pure la scella di una novità. Strade di polvere di Rosetta Loy, risponde al godimento provato in un libro, in cui il -bello scrivere" si accompagna a un intreccio intenso. L'iniziativa è interessante; perché non inventate qualche concorso anche per le biblioteche pubbliche? Quasi in tutti i Comuni ce n'èuna. Mjranda Sacchi bibliotecaria Milano Manzoni no. E' oltremodo incivile e diseducativo. Non parlo di Manzoni poeta, che, per consenso unanime, -batte sul fondo e sta-, ma de «I promessi sposi». Riferendomi alla lettera della prof. Maria Carla Spina, pubblicata alla terza pagina di Tuttolibri del 25/111/89, non posso che dare un'interpretazione antitetica dei -dati- che ella rileva. Ella dice che -è assolutamente necessario mantenere "I promessi sposi", perché forniscono insostituibili chiavi di lettura del nostro carattere nazionale-. Ammesso che ciò sia vero, cioè che esista un carattere nazionale italiano, bisogna rendersi conto che tali chiavi di lettura possono contribuire a creare ciò che rileva¬ no, e che, non essendo -il servilismo e la viltà; la furberia; la mafia; l'inefficienza delle leggi; il malgoverno; la cultura che gira a vuoto o, peggio, che inganna, etcdei valori universalmente riconosciuti come tali, da perpetuare, il Manzoni, col suo incombente provvidenzialismo, non è materia su cui debbano formarsi giova- nimenti. , _ Andrea Ferraris studente, Vercelli Ho preferito indicare il «Mastro don Gesualdo» di Verga piuttosto che «I Malavoglia» proposti dalla vostra lista, perché ritengo il primo dei due romanzi meno valorizzato in ambito scolastico e più indicativo delle trasformazioni sociali del Mezzogiorno postunitario. Inoltre non so quanti conoscano «Lo cunto de li cunti» del Basile, ma questa raccolta di fiabe in napoletano, normalmente edite insieme alla splendida traduzione di Benedetto Croce, non ha ancora avuto la fortuna di diventare un classico affermato. Matteo Villani, bibliotecario, Roma L'opera in versi di Ugo Foscolo costituisce, a mio avviso, il momento più alto della sua produzione artistica e va perciò anteposta all'Ortis in una scelta di letture essenziali. Essa comprende autentici capolavori (A Za- cinto, Alla sera, In morte del fratello Giovanni...) in cui l'eredità dei classici e quella della tradizione lirica si fondono con mirabile originalità e finezza di gusto. Inoltre, l'esaltazione, nei Sepolcri, delle ragioni della bellezza, della poesia, degli affetti terreni e degli ideali -storici- di fronte al venir meno della fondazione -forte-, metafisico-religiosa, del senso della vita e della morte dell'uomo, ne avvicinano straordinariamente lo spirito alla sensibilità contemporanea. Elisa Tetamo, laureata, Dosson (TV) Mi permetto di indicare «La Storia-, perché libro di grande umanità, che aiuta a ricordare quanto possa essere stato straziante quel periodo, ma soprattutto la nostra storia del Paese in cui viviamo. So di essere molto giovane ma sicuramente il libro di Elsa Morante è fra i miei preferiti. Elena Bonino, Biella Ritengo che ai ragazzi nati negli Anni 80, oberati di tv e alquanto recalcitranti di fronte a un libro, certe opere, senza voler loro togliere nulla in fatto di purezza di stile e profondità di contenuti, appaiono purtroppo solo come letture punitive a cui si e costretti per obblighi scolastici e quindi trovo più appropriata la scelta di testi con certi riferimenti storici (Primo Levi. Bassani, Pasolini...). Dobbiamo renderci conto che i ragazzi di oggi non sanno nulla delle guerre mondiali, dell'olocausto e in generale di quelle che erano le condizioni sociali di vita nel mondo dei loro bisnonni e approfondire questi argomenti può essere un sistema per evitare di ripetere in futuro gli errori passati. Cinzia Lasorella impiegata, Trieste

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