Professione: lettrice a domicilio di Lietta Tornabuoni

Professione: lettrice a domicilio Un romanzo e un film ridanno attualità a un singolare personaggio Professione: lettrice a domicilio LA piccola bionda energica percorre a grandi passi certe strade di Arles chiare e chiuse come in un quadro di Rosai, arriva in una casa, siede di fronte al suo ascoltatore, apre un libro, e legge a voce alta. Legge racconti di Maupassant a un ragazzo handicappato, che le guarda invece le gambe e si sente male dall'emozione. Legge Marx, «L'Anti-Dùhring», alla ottantenne Maria Casarès, contessa ungherese e vedova d'un generale francese, comunista appassionata che tiene su un altarino illuminato da luce, perpetua il ritratto di Lenin e che ne celebra il compleanno con trionfi di fiori e bandiere rosse. Legge romanzi di Claude Simon a un manager nevrotico desideroso d'aggiornamento culturale, di -tenersi al corrente'. Legge «Alice nel paese delle meraviglie» a una bambina. Legge Sade, «Le 120 giornate di Sodoma», a un magistrato in pensione: ma quando sopravvengono altri ascoltatori, un chirurgo famoso, un commissario di polizia, e la lettura rischia d'intorbidirsi, la piccola bionda se ne va e la storia finisce. Un breve romanzo francese di Raymond Jean pubblicato da Actes Sud e il film di Michel Deville con Miou-Miou che ne è stato tratto resuscitano con fascinosa contemporaneità un personaggio obsoleto: «La lectrice», la lettrice. E proprio nel tempo della non-lettura o delle tecniche di lettura rapida; dei libri-cassetta, registrazioni di letture dì romanzi ascoltabili in aereo o in treno o dovunque, sfortunati in Italia ma popolari in Francia; dei dirigenti che stipendiano persone per leggere al posto loro, dei produttori cinetelevisivi che non leggono mai una riga e si fanno raccontare ì copioni, degli editori che affidano a consulenti esterni la lettura di dattiloscritti da pubblicare o libri stranieri da comprare, dei politici che non leggono neppure i giornali limitandosi a scorrere appena una succinta rassegnastampa predisposta da altri; di Umberto Eco che ammette serenamente la possibilità che i suoi romanzi vengano letti dal dieci per cento soltanto degli acquirenti. Proprio adesso, ecco ricomparire la lettura a voce alta, a pagamento: da quanto non si sentiva parlare di questo uso regale o aristocratico, riservato poi ai ciechi, adottato magari da intellettuali dagli occhi stanchi come Giovanni Papini te il lettore era Giuseppe Cassieri, studente universitario a Firenze) o da multimiliardarie miopi e capricciose come Barbara Hutton, che a Sidi Hostii, la sua mirabolante casa di Tangeri, ascoltava leggere in una specie di sala del trono, appoggiata a una montagna di cuscini dorati, assentendo con la testa coronata da una tiara di diamanti (e il lettore era a volte lo scrittore Paul Bowles) ? Nel romanzo di Raymond Jean e nel film di Michel Deville, La Lettrice dalla bella voce sceglie di trasformare il proprio gusto per i libri in una professione con qualche esitazione: «Oggi, chi può volere una lettrice a domicilio? Soltanto degli esaltati, degli anormali, dei malati...». E' anche vero, ma esercitando -i! mestiere più imprudente del mondo' entra nella vita delle persone, constata i nessi e i reciproci condizionamenti tra realtà romanzesca e immaginazione da romanzo, ha tempestosi incontri passionali, s'imbatte in casi curiosi, colma solitudini, impara che «i meriti della lettura non sono poi così estranei a quelli dell'amore». Suscita ammonimenti r«Lei dovrebbe stare attenta, col suo lavoro!»;, suscita gelosie nel suo ex professore che ha eletto consigliere e fiduciosa indifferenza in suo marito, suscita i sospetti della polizia: «La lettura, la lettura! Sarà anche bella però non è un ' alibi, con la lettura non si sa mai dove si va a finire...». Ma si diverte, ha successo, elabora anche proprie regole: «Una lettrice modello dev'essere uno strumento perfettamente neutro e docile. Un utensile. Una voce. Pura trasparenza. Sta qui il suo limite, ma anche la sua grandezza...». Romanzo e film riscoprono così convincentemente la profonda suggestione della voce educata, l'effetto seducente e tranquillante della lettura a alta voce sugli ascoltatori (qualcuno, infatti, s'addormenta un po'), la musicalità della letteratura parlata, il piacere del romanzo condiviso, l'agio intellettuale e anche snobistico insito nell'esercizio, che potrebbero persino rilanciare come una moda La Lettrice o II Lettore. Chissà che, impegnati a dedicare alla lettura un tempo predeterminato come quello destinato alla palestra o al parrucchiere, obbligati dall'arrivo d'una persona estranea quanto il massaggiatore o l'infermiere, costretti dall'idea di doverla comunque pagare, anche i più resistenti non-lettori non cederebbero: sedotti magari dal fascino di procurarsi, con la lettura a voce alta, l'unico privilepio elitario che gli manchi. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Firenze, Francia, Italia, Tangeri