Italiani a terra sul pavé

Italiani a terra sul pavé Nella Parigi-Roubaix il primo dei nostri è Chiappucci, soltanto ventottesimo Italiani a terra sul pavé La corsa, disputatasi sotto un caldo sole, vinta dal belga Wampers - Fignon abbandona dopo quattro forature e due cadute Dal nostro Inviato G. P. ORMEZZANO ROUBAIX — Di italiano, ieri a Roubaix, nelle Fiandre francesi, soltanto il sole. Qui si dice «de l'Italie» per dire di qualcosa appunto di solare, di gaio: -Aujourd'hui ilyade l'Italie', dicevano ieri gli indigeni, in maniche di camicia, anche a torso nudo, aspettando la corsa, in un clima per loro caldissimo, più 11°. Tinte bellissime sui prati, prossimamente fors'anche sulle pelli ieri molto esposte. Per la Parigi-Roubaix numero 87 sono partiti 28 italiani, l'ordine d'arrivo ne elenca appena 5, da citare subito: Chiappucci 28°, Cenghialta 30°, Ballerini 34°, Bergamo 42°, Roscioli 43°. Il primo dei 176 partenti e dei 57 arrivati è stato Jean Marie Wampers, belga brussellese, trent'anni, uomo distinto, persino un po' affettato. Nel suo passato soltanto un Gran Premio di Francoforte, tre anni fa. Poi uno stop di otto mesi, l'anno scorso, per mononucleosi, il ripescaggio dovuto a Peter Post, general manager della Panasonic che spende miliardi per le corse: gli ha offerto un contratto quando gli altri gli offrivano polizze per la vecchiaia. Wampers ieri mattina in extremis ha trovato posto in squadra al posto di un Van Vliet. Ora succede nell'albo d'oro della Roubaix a Demol, belga se possibile più misterioso ancora, in Italia casomai noto perché ha il nome del difensore del Bologna: e anche Demol l'anno scorso aveva preso il via su decisione in extremis. Wampers inoltre succede, negli elenchi stagionali dei vincitori di grandi classiche, a FignonSanremo, Van HooydonckFiandre, Solleveld-Wevelgem. Considerando che Fignon non vinceva da un anno, dalla Sanremo 1988 appunto, sono tutti nomi (un francese, un belga, un olandese e adesso un altro belga) fuori dal pronostico. D'altronde ieri, se non vinceva questo Wampers, vinceva Dirk De Wolf, altro belga misterioso, cognome eguale a quel Fons De Wolf che rapinò grossi stipendi in Italia, vincendo poco o nulla. Il Belgio era sparito negli ultimi anni dai quartieri alti, ci è tornato alla grande. L'Italia, che ancora due anni fa occupava bene le classifiche più importanti dell'anno, almeno per prove in linea, sparisce. Né ieri c'erano scuse di clima spaventoso. E il pavé era secco, pedalabile. Cantare le gesta altrui è doveroso anche se non entusiasmante. E la Roubaix è l'Iliade, aiuta ognuno a sentirsi un po' Omero. Però cantare Wampers non è mica facile. A un 50 chilometri dalla fine sei uomini sono usciti decisi, sul pavé, dopo la scrematura fatta al chilometro 160,5, cioè 100 chilometri spaccati alla fine, dall'orrida foresta di Arenberg, il museo vivo del pavé. I sei erano Wampers, De Wolf, Van Hooydocnk e Eddy Plankaert, tutti belgi, con Marc Madiot e DuclosLassaUe francesi. Arenberg aveva espresso in testa Freuler svizzero, Van der Poel, Verhoeven, Van Holen e Hanegraaf olandesi, Colotti francese, più Yates britannico caduto e sparito. Proprio Colotti al km 130 e Yates addirittura al km 155 avevano staccato il gruppo nel tratto pre-forestale, inseguiti fra gli altri da Ballerini e Chiappucci. I sei hanno subito messo più di 1' fra loro e il gruppo dei «meglio», dove Fignon pativa quattro forature e due cadute prima di lasciare la corsa che gli vuol male, dove Kelly marcava Vanderaerden che marcava Van der Poel che marcava Kelly, dove Roche, pure bene annunciato per un clamoroso rientro alle grandi cose, spariva. Madiot forava e rientrava, a «meno 20» De Wolf attaccava e prendeva un mezzo minutino, Plankaert cadeva e rientrava sfessato, a «meno 12» Wampers usciva e agganciava De Wolf, lasciandogli poi il gran lavoro per arrivare al velodromo di Roubaix: la corsa per tre anni aveva abbandonato la pista per un arrivo su strada, tornando al posto sacro trovava una folla enorme, soprattutto di belgi chiamati da una giornata tutta loro: volata di Wampers in rimonta, indagini per sapere chi è, cos'è questo corridore. Poi indagini per cercare, nel salone delle docce, dove ci voleva meno acqua calda del solito (poco fango), i ciclisti italiani arrivati a Roubaix in bicicletta. Roubaix. Il belga Jean-Marie Wampers taglia vittorioso il traguardo della 87a Parigi-Roubaix

Luoghi citati: Belgio, Bergamo, Francoforte, Italia, Parigi, Sanremo