E anche il pallone disse grazie a Muller

E anche il pallone disse grazie a Muller Il Torino liquida la Roma e rasserena i tifosi con i prelibati gol del suo brasiliano «doc» E anche il pallone disse grazie a Muller di GIANNI RANIERI TORINO — Segnato il secondo gol, il Torino ha capito che per il bene dei suoi tifosi avrebbe dovuto battere per la terza volta il «pur bravo» portiere della Roma, come lo avrebbero giustamente definito gli antichi narratori del calcio. La squadra granata era infatti consapevole d'un proprio vizio tenace, quello di consentire all'avversario ricongiungimenti di tipo ciclistico: fuga e riaggancio. Quella murata di uomini votati alla sofferenza, quella curva di inesauribili speranze, già aveva chiesto alle valvole mitrali di reggere a un supplemento di angoscia. Ancora per 20 minuti avrebbero dovuto logorarsi i commoventi cacciatori di salvezza della Maratona. Ma ecco che Muller, ricevuto il pallone da Comi, partorisce il secondo prodigio della giornata, un personalissimo prodotto di cesello calcistico, un tiro di esterno destro che doveva segnare definitivamente la differenza tra il modo di essere brasiliano suo proprio e il modo di essere brasiliano di Edu. Il Brasile di Muller è collocato dove di solito lo troviamo sulle carte geografiche, è il Brasile di Careca di Junior, di Falcao e di Zico, è il Paese in cui nascono bambini che pronunciano la parola «pallone» prima di pronunciare la parola «mamma» e che, in seguito, poseranno i piedi sull'adorato strumento della loro felicità come sì posa la mano su un velo di sposa. Per il pallone, essere preso a calci da Muller è un piacere: Luis Antonio Correa Da Costa, son qui, mi affibbi uno dei suol prelibati colpi, la prego. E Luis Antonio Correa Da Costa, in arte Muller, rapidissimo, intelligentissimo, esegue. Lo stadio detona, il Toro può viaggiare abbastanza serenamente — abbastanza, perché la totale serenità per i granata non esiste — verso la vittoria. C'è, dicevamo, anche il Brasile di Edu che è tutt'altra terra. Lì nascono bambini che emettono la parola pallone quando ormai di essere bambini hanno smesso da un pezzo e spesso, se gli capita di entrare in contatto con la strana rotondità rimbalzante, manifestano reazioni preoccupanti, si spaventano, lanciano grida, si aggrappano ai calzoni di papà. Eppure, spinti da un oscuro destino, fanno lo stesso i calciatori. Per una sorta di attrazione difficilmente spiegabile, non è escluso che questo genere di brasiliani atipici si veda costretto a palleggiare e vi riesca. Ma nella maggioranza dei casi, il brasiliano sui generis si comporta praticamente come un comune mortale di Civitavecchia o di Piombino che, chiamato a cimentarsi in un lancio in profondità o in un passaggio laterale, lo disegna non come avverrebbe in una qualsisi piazza di San Paolo o sul lungomare di Rio de Janeiro ma, salvo eccezioni, come se si dilettasse allo scalo traghetti in attesa di veder partire le navi per Portoferraio. Il brasiliano vero Muller, che oggi vale di sicuro una volta e mezzo ciò che è costato e che alcuni volevano togliere di squadra non ritenendolo all'altezza della situazione (e non perché lui stesse troppo più in alto), è stato proposto al presidente della Roma Viola quale pedina di scambio, alla pari, con Renato il quale è un brasiliano otellesco, essendo il suo attaccamento alla palla impastato con la feroce gelosia del moro di Venezia e non appena qualcuno gliela tocca, sia Cassio o Giannini, diventa una belva. Alla umoristica proposta, l'uomo della Capitale ha risposto seriamente: 'Sarebbe interessante". E in, effetti, lo è. Interessante sarebbe anche un cambio alla pari Edu-Careca e Policano-Vlalli. Che il cielo conservi, se ce la fa, Luis Antonio Correa Da Costa al Torino. E la Juventus? La Juventus, nel tentativo, non del tutto riuscito, di dare una mano ai granata, ha inchiodato sul due a zero il Lecce. Avanti, segnatene un altro se ci riuscite. Il Lecce non c'è riuscito. Trapattoni non conosce pietà: i nerazzurri si impongono anche a Cesena (2-1). Quasi una amichevole tra Milan e Napoli a San Siro con scambio finale di maglie (0-0). La Sampdoria si fa infilare dalla Fiorentina a Marassi (1-2). Figuraccia della Juventus a Lecce (0-2 e fallaccio di Tacconi). Pari tra Como-Verona (11) ePescaraAtalanta (1-1). Lazio rinunciataria col Bologna (0-0). Pisa all'asciutto con l'Ascoli (0-0) Torino. Un formidabile Muller (nella foto e nel disegno mentre segna il primo gol) ha propiziato il successo granata con la Roma