Orologio da quattro miliardi venduto ad un'asta a Ginevra

Orologio da quattro miliardi venduto ad un'asta a Ginevra Si chiama «Ruma», segna anche le case astrologiche Orologio da quattro miliardi venduto ad un'asta a Ginevra L'acquirente è un sudamericano - Battuti altri diciannove record assoluti DALL'INVIATO GINEVRA — Scontro rovente nell'asta dei superorologl Patek Philippe, ieri, a Ginevra. E' asta dei record mondiali, in tutto venti «ma si può dire che ogni modello, nel suo genere, abbia battuto un record, perché prezzi cosi non se ne sono mai vistU sottolinea con orgoglio un rappresentante della casa d'aste Habsburg Feldman. Protagonista assoluto e •campione del mondo» è U "Calibre 89-, ultimo nato dalla Patek Philippe: dieci anni di studio, 33 complicazioni, ed oggi il suo nome, Kuma. Lo ha battezzato cosi il suo nuovo proprietario sudamericano. Lo ha pagato 4 milioni 950 mila franchi svizzeri, oltre quattro miliardi e 100 milioni di lire. E' il più caro mai esistito finora ed è il più avanzato tecnologicamente: ha un calendario religioso, la posizione del sole in prossimità delle case astrologiche nei vari mesi dell'anno, l'ora di un secondo fuso orario, millennio, secolo, decennio, per citare soltanto pochissime delle sue innumerevoli capacità. Il banditore Osvaldo Patrizzi, prima di battere l'ultimo lotto, il Calibre 89, beve un sorso d'acqua, ringrazia tutti, ricorda di avere avuto 9 mila visitatori nella presentazione dei 301 gioielli della Patek Philippe nelle diverse sedi del mondo, da Milano a Tokyo, a New York. Chiede silenzio e parte da dus milioni 750 mila franchi svizzeri. E' battaglia a colpi di miliardi ogni dieci secondi. E in un minuto e 10 secondi, ecco il record e il nuovo proprietario di Kuma. - Un sudamericano; no. niente nome, no, niente professione. Dico soltanto che una banca ha garantito per lui il pagamento- dice Patrizzi, ormai senza voce. Un sudamericano di grandi risorse, perché non si è limitato ad acquistare soltanto l'orologio più caro del mondo: alla sua collezione ha aggiunto altri esemplari, combinazione, tutti record mondiali. Ma non è stato l'unico a dimostrare entusiasmo sfrenato per questa asta che celebra i 150 anni della Patek Philippe. Americani, italiani, tedeschi hanno giocato al raddoppio su ogni lotto e su molti si è raggiunto il triplo o il quadruplo della stima, tra grida, mormorii nervosi, applausi a scena aperta e grida di "Bravo!-. Circa duemila persone, suddivise in quattro saloni al primo piano dell'Hotel del Bergues, folla in piedi nei corridoi, gente accampata sui gradini dello scalone. Si era già in coda per riuscire ad entrare nell'albergo tre quarti d'ora prima dell'inizio dell'asta, previsto per le ore 14 (in realtà, in ritardo di 20 minuti ). E' subito tensione, ed è subito record con il lotto numero 31, un cronografo in platino con bracciale nello stesso metallo, anno 1948, acquistato a 200 mila franchi svizzeri, circa 170 milioni di lire (più il 10 per cento dei diritti d'asta). Ed è di nuovo record con il numero 34, un cronografo con calendario perpetuo del 1984, una rara versione realizzata in platino in soli due esemplari, aggiudicato a 380 mila franchi svizzeri, 320 milioni di lire. Un 'Bravo, ce l'hai fattatradisce la nazionalità degli acquirenti. Sono italiani: un milanese e un bolognese. L'eccitazione è alle stelle, il tabellone elettronico impazzisce, non tiene il tempo, salta da 30 mila a 60 mila franchi e d'un balzo è a centomila. «Afa qui sono lutti pazzi, ma che fanno? Dove li prendono i soldi?- sbotta un negoziante lombardo che rifiuta di rivelare il nome. Ride, ma non è soddisfatto. Dice di essere li per curiosità, ma ha l'aspetto nevrotico di chi si vede sfuggire le occasioni: muore d'invidia e non si tiene: "Ecco, don Vincenzo! Ti sci fatta la tua brava figura. Quanto ha raggiunto? 340 mila franchi? Un bel cronografo rattrappante. Bravo!-. Aggiunge a mezza voce: «Ha il più bel negozio della Calabria, don Vincenzo. Lui i soldi li ha- e si agita sulla sedia, si toglie la giacca, resta in maniche di camicia. Il risultato totale della vendita conferma i tempi del benessere (o dell'investimento? O della moda? O dello spreco?): 25 milioni di franchi, oltre 22 miliardi. I "Signori del tempo-, gli orologi, hanno superato se stessi. Simonetta Conti Un Patek Philippe con calendario perpetuo, battuto all'asta

Persone citate: Feldman, Habsburg, Kuma, Osvaldo Patrizzi, Patrizzi, Ruma, Simonetta Conti

Luoghi citati: Calabria, Ginevra, Milano, New York, Tokyo