«Pavia deve guardare al nuovo quella torre non s'ha da rifare»

«Pavia deve guardare al nuovo quella torre non s'ha da rifare» Fra Costantino Ruggeri, architetto e pioniere dell'arte sacra, polemizza con i nostalgici «Pavia deve guardare al nuovo quella torre non s'ha da rifare» «Basta con i falsi» - «Se si deve ricostruire, facciamolo con qualcosa del nostro tempo, come hanno fatto sempre i pavesi» PAVIA — "No, quella Torre ormai crollata totalmente in polvere (dopo avere a suo modo chiesto invano aiuto per non sparire dall'immagine di Pavia) non s'ha da rifare. Tanto meno come la vorrebbe l'eniozionalismo dei nostalgici, pietra su pietra, scientificamente, come era prima. Chi dice, pur sinceramente traumatizzato, che "senza la Torre. Pavia non e più Pavia", non sa quel che si dice. Bisogna avere il coraggio della novità, chiudere la ferita della citta con qualcosa di degno ma di nuovo, come nei secoli i pavesi hanno sempre sapulo fare, e sempre splendidamente-. Fra Costantino Ruggeri. francescano, pittore, scultore, e ormai, da 25 anni, anche vino dei maggiori architetti italiani, in coppia con l'architetto Gigi Leoni, pioniere e protagonista primario del rinnovamento dell'arte sacra e liturgica in Italia, non è affatto d'accordo sulla ricostruzione copia-carta-carbone della scomparsa Torre Civica di Pavia. S'è opposto, in un recente dibattito pubblico a Pavia, all'idea di aggiungere, in tal caso, un altro «falso a quelli che già anche Pavia conta nella sua gloriosa architettura millenaria. Ma quale -nuovo» può convivere degnamente — domando a Ruggeri — con tanta stona d'arte, di fede, di struttura e di immagine del passato? ■Come rediamo che hanno fatto, senza traumatizzarsi, i pavesi di tutte le epoche. A Pavia il nuovo ha sempre < -o n v iss u lo splendi dame n te con l'antico. La Torre stessa lo dimostrava. Costruita nel 1100. quando e stata resa "torre campanaria", i pavesi non ne hanno fatta una torre del 1100 falsa, bensì, come era giusto, una torre del 1500. E' sempre stata questa la lezione degli antichi: se proprio dovete ricostruire, ricostruite con qualcosa di analogo o di diverso ma che sia del nostro tempo. Non e intangibile un'immagine che muore, se mai ci manda a dire che altre immagini, altrettanto belle e significanti, devono nascere nuove. E' anche una sfida. Non è vero che "Pavia senza quella Torre non e più Pavia", o che quella Torre era il simbolo della citta. Io, mi diceva un giovane pavese dopo il crollo non mi sentivo affatto rappresentato dalla Torre; semmai. dall'Annabella.'-. Che cosa fare dunque e come? -Non sprechiamo questa lezione della sciagura, e una sfida a non cedere ai tabu del passato, quanto a salvare dal degrado tanti capolavori antichi, lo. come sacerdote francescano ed artista, non posso dimenticare una delle più forti parole di Dio nell'Apocalisse "lo faccio nuove tutte le cose e voi non ve ne accorgete?" Pavia sta a cuore da sempre non solo ai pavesi, agli italiani, agli europei, ma a tutti nel mondo. La sua storia e troppo grande, anche nell'arte, per non coinvolgere anche in questo caso tutto il mondo. Creare una grande novità è un'occasione proprio per far uscire dal ghetto provinciale la nostra città, dandole un'immagine antica e insieme nuova che la confermi citta davvero universale-. Ma in concreto, che cosa fare, come coordinare l'impegno, trovare l'idea adeguata e l'artista all'altezza per creare questa novità? -Non bisogna partire pessimisti e nostalgici — insiste Ruggeri —. Pavia può. deve essere ancora viva come nel passato. Ha le più belle basiliche del 1100. San Michele. San Pietro in del d'Oro, San Teodoro. Ha il Carmine del '400. il Duomo del '500, le Chiese del 6 e del '700. e i palazzi rinascimentali del Borromeo e del Ghislieri. Pavia non rappresenta soltanto un'epoca, ma tutta la storia occidentale-. Personalmente, in concreto, tu, architetto pavese, che cosa proponi? -Propongo un concorso internazionale, con una giuria internazionale, senza preclusioni per nessun'idea. per nessun artista degno, anche se non italiano. Impariamo dagli altri, senza chiuderci neU'orticella nostrano. Impariamo, per fare un solo caso, dai francesi. Essi non hanno avuto paura del solito tabù per cui "il centro storico non si tocca!". Proprio nel centro storico hanno eostruito il Centro Pompidou, e, guarda caso, hanno chiamato per questo un architetto italiano, Renzo Piano. Ad un architetto giapponese hanno chiesto di costruire ultimamente una grande piramide di cristallo proprio accanto al Louvre, e a Gac \ Aulenti hanno affidato la trasformazione in museo di una vecchia stazione ferroviaria. Perché avere paura del nuovo proprio a Pavia che in questo senso ha sempre avuto una intelligenza storica fra le più coraggiose?-. "Insisto sul concorso internazionale, ma con un bando che non vincoli ad una torre. E' importante l'idea nuova, non l'immagine antica, la bella cartolina. E se anche, nell'ipotesi più pessimistica, quell'idea non saltasse fuori, il concorso servirebbe a nuove ricerche e ad altre soluzioni-. E perché non dovrebbe ve- ■ nire fuori proprio da te questa idea giusta? Sei in una stagione d'oro da molti anni: nel 1954 hai esordito come pittore e scultore alla scuola di Sironi e di Minguzzi, vincendo anche due premi nazionali di pittura, il «San Fedele» e il «Marzotto». Oggi sei entrato, unico contemporaneo, nell'interno del Duomo di Milano con un altare. Hai ideato ed attuato 30 chiese e sei ricercato a livello internazionale da tutti, ultime fra le più belle sono le tue vetrate per la cattedrale costruita da Gaudy a Maiorca. E a Roma hai vinto il concorso per il grande nuovo Santuario del Divino Amore. Perché non potrebbe essere chiesto proprio a te di chiudere a Pavia la ferita della Torre crollata? Ruggeri non risponde. O meglio, risponde soltanto con una robusta risata lombarda. E' un grande artista, ma anche un vero francescano. Nazareno Fabbretti Il crollo della torre di Pavia. Che Tare? Costruirla com'era o edificare qualcosa di nuovo?