La mano-bisturi del guaritore

La mano-bisturi del guaritore NELLE FILIPPINE, ALLA RICERCA DEGLI ITINERARI PIÙ' IGNOTI La mano-bisturi del guaritore I maghi Gutierrez e Orbito operano sotto i riflettori di una troupe cinematografica - Toccano le parti malate senza ferirle, eppure ne esce sangue - Una pranoterapista a Mindanao cura i bambini accarezzandoli con le uova - Mister Tolentino a Davao toglie i dolori con pietre vulcaniche ■ File di pazienti, come dal medico della mutua - Un ingegnere della Pennsylvania: «Curo solo qui il mio mal di testa» DAL NOSTRO INVIATO DI RITORNO DALLE FILIPPINE — Di fronte a spettacoli naturali eccezionali ci si attende sempre eventi eccezionali. E la natura nelle Filippine è straordinaria. Dev'essere per questo motivo che qui la magia è di casa. Perché l'uomo tenta di rivaleggiare con una natura rigogliosa e affascinante compiendo miracoli. I «passi magici- con le mani qui si sprecano; di benedizioni d'acqua benedetta miracolosa sui malati ne abbiamo viste e filmate tante; abbiamo visto spalmare su corpi infermi tanto di quel miracoloso olio di cocco da riempirne un barile; abbiamo sentito cantilene magiche con invocazioni a madonne e santi da raccoglierne un volume di questi versetti divini. Ma fino a questo punto per quanto strano, si resta ancora nella magia già vista praticare dalle nostre parti. Dove invece la messinscena del paranormale assurge a vette prodigiose, a vertici «soprannaturali» tali da convogliare in questi luoghi voli charter da tutto il mondo carichi di malati, è con gli psìcochirurghi dì Manila. II nostro viaggio alla ricerca di itinerari ignoti da filmare, affronta ora il mondo sconosciuto dei malanni del corpo. Ma per documentare qualcosa di veramente poco noto sulla medicina differente, ci riserveremo per ultimi i «maghi con le mani» di Manila. Con un comodo volo interno abbiamo raggiunto, nel Sud delle Filippine, l'isola di Mindanao. Da qui un'. l~o confortevole aereo ci ha. portato a Davao a Nord-Est dell'isola. Sulle colline, le Ussl locali funzionano come da noi. Lunghe code in paziente attesa per venir guariti dal medicone Tolentino. Cura con le pietre: lapislazzuli, ametiste, e rotondi sassi neri d'origine vulcanica. Afferma di combattere slogature, ematomi, varici, malformazioni ossee e mali di testa. Ha la capanna-studio in mezzo a un bananeto. Arrivarci è già un'avventura. Quaranta chilometri di jeep su una strada che si arrampica fra sicomori, teck, piante di papaia e frondosi alberi di mango fino a un sentiero che s'infila fra filari di banani in fiore. Il flore dt.1 banano è una trasgressione oscena naturale: una specie di enorme cono violaceo carnoso dalla punta rivolta verso il basso. Ogni banano ha un solo fiore. Ce ne sono a centinaia. Ed è già uno spettacolo magico. Il mago filippino esce dal suo antro facendosi largo fra i pazienti. Potrebbe essere un caratterista d'una qualche Piovra televisiva. Bello grasso con i capelli lisci e unti all'in- dietro; solo una stola dorata sulle spalle gli dà l'aria del negromante. Ci invita a entrare. Un altarino con santini, statuette di Budda e Gesù insieme. Il suo paziente di turno è già lì: ha dolori a una gamba. Tolentino gli siede accanto, mentre da una porta che non c'è, altri malati lo osservano. Passa più volle la piccola pietra nera rotonda sul polpaccio del paziente. Quatche segno di croce. Formule magiche, e via. Avanti un altro. In un'oretta se li passa tutti. Ma dica la verità signor Tolentino, stanno bene adesso? «Qualcuno sì, qualcun altro no». Anche da noi è cosi. Ma lei comefa? «Con la magia». Davvero? «Sure mister. La magia che per voi è tentazione del caos o dolce allentamento di tensioni prodotte da razionalità e stress, è invece una vera forza viva. Lo sanno le pietre e lo so io. Noi insieme riusciamo a far cose impossibili per voi». Una maga Sempre nell'isola di Mindanano, ma più a Sud, nella capitale Zamboanga lavora la guaritrice Emma: «Le donne nelle Filippine da tempo fanno carriera in tutti i campi, come ora succede anche da voi in Europa», spiega la nostra ironica guida, June De Los Rejes. una specie di puffo efficiente con i baffetti radi, che ha convinto la pranoterapista filippina a farsi filmare. Emma sembra la sorella brutta dì Valeria Moriconi. In sala d'aspetto che è anche «ambulatorio», avrà una ventina di persone. Fra loro, due malati di mente che mugugnano di continuo, ma nessuno ci fa caso. Una donna allatta tranquilla il suo bambino e sorride a un altarino pieno dei soliti santi, Sacro Cuore di Gesù, Madonnine e Budda. Ma Emma opera con le mani? -No. nessuna operazione. Lei cura con le uova». Come ricostituenti? Cerca di spiegarlo June De Los Reyes: «No. L'uovo è una forma perfetta naturale inanimata con la quale competere con la terribilità della natura animata. Guardate: Emma riporta l'universo in un mondo di riti e simboli che stabiliscono un legame fra lui e le potenze sconosciute che vuole conciliarsi». Gran bella spiegazione per dire che la guaritrice ruota un uovo intorno al collo d'un bambino che la mamma tiene in braccio. Cosi farà con gli altri suoi malatini mormorando frasi magiche. Farfuglia in continuazione, agita ma/ìi e uova come una forsennata. «Perché i malati sono tanti e lei è sola». Nelle rade pause Emma si siede davanti a un tavolo pieno di bottiglie d'acqua e le benedice. «Quella che voi chiamate acqua è la medicina da portare a casa». Costa cara? «Un'offerta». Altroché Crodo, San Bernardo e Fiuggi! Finalmente a Manila. Di cctpontc corsa a Quezon City, la vecchia capitale ormai diventata periferia della megalopoli, per due appuntamenti-scoop. Una vera troupe per filmare le operazioni con le mani di Manuel Orbito e di Virgilio Gutierrez. I pazienti cavia saremo noi. Manuel Orbito dovrà vedersela con un fegato affaticato. «Operation?», domanda subito. Certo, operiamo pure. Piazziamo la cinepresa e Orbito comincia. Cerchiamo di vedere le sue mani nude che trafficano sulla pancia. Una forte pressione sulla parte destra ed esce sangue che imbratta le mani del guaritore, e sporca il lettino. Un'assistente gli porge del cotone col quale Orbito assorbe il liquido rosso. Con dell'altro cotone imbevuto dolio di cocco liscia la parte di ventre .operata» ed è finita. Non si sta ne meglio né peggio. Ci si arricchisce con questi interventi? «Vedi dove abito? A fare il bene non ci si arricchisce mai», risponde con un mesto sorriso. -Mio fratello Alex sta meglio di me: lui è andato a esercitare i suoi poteri negli Stati Uniti: ha aperto una clinica in California». Virgilio Gutierrez invece la sua clinica la vorrebbe aprire a Manila. Lo abbiamo raggiunto nella sua nuova abitazione di Quezon City che è più confortevole di quella di 13 anni fa quando l'avevamo conosciuto. Il suo volto dolce non e cambiato molto. Soltanto i capelli bianchi denunciano che neppure la magia fer¬ e l e i l e o a a i a e ù 3 e ¬ ma il tempo. Mostra un modellino in cartapesta del suo sogno. «Vorrei aprire una scuola così». Una clinica vorrai dire. «Anche, ma soprattutto una scuola per imparare a stare meglio in salute». C'è un amico che vuole essere operato di calcoli al fegato. «Vieni che lo prepariamo...». Gutierrez tiene aperto con le mani un normale asciugamano sul ventre nudo del paziente, osserva a lungo la stoffa, poi afferma sicuro: «No stone. only cristals». Adesso che gli hai passato i raggi, lo operi subito? «No. domani. Adesso solo iniezioni d'energia». L'attesa Non ha ancora finito di spiegare che apre la mano destra piegando il mignolo col pollice, le altre tre dita tese a pochi centimetri dalla pancia. Muove lentamente la mano qua e la, su e giù. su'fegato, mentre le dita tese ribrano come un diapason. Sorride ancora ma dice categorico: -Ci si vede domani per l'operazione». Nell'ampia sala d'aspetto, in silenziosa attese, ci sono la moglie dell'ambasciatore del Pakistan che soffre di male di schiena e un ingegnere elettronico della Pennsylvania. Robert Cranford. di 35 anni. L'ingegnere ci tiene a far sapere che ha tremendi dolori di testa che soltanto Gutierrez riesce ad alleviare con interventi manuali dentro l'occhio sinistro e sul collo. Quando opera esce sangue? «Tanto». E dopo lei si sente meglio? «Certamente». Ma crede a queste operazioni? «Come non potrei? In America non sono mai riusciti a farmi passare il male, lui sì». La notte di Manila offre svaghi d'ogni genere, ma il pensiero dell'intervento di domani ottunde qualsiasi tentazione. Per esorcizzare un po' di timore si ride: «Speriamo che domani Gutierrez non sbagli a tagliare con le mani, altrimenti la notte di Manila perderà un estimatore». L'indomani alle nove, puntualissimi da Gutierrez. Prepariamo la cinepresa. L'amico-paziente si stende sul lettino e arriva il «chirurgo» Virgilio. Ma come riesci a fare uscire il sangue, spiegalo finalmente... Gutierrez sorride con pazienza: «Concentration sir, concentration! Vedi, il cacciatore che fissava sulla pietra la preda che desiderava, l'animale che voleva domare, affermava la sua potenza. Ed era così anche per chi invocava la pioggia o provocava il lampo con un battito di palpebre o il tuono percuotendo a ritmo il piede sul terreno. Io in più invoco la protezione del santo». Ma quale santo? -Sant'Antonio da Padova». Fossiamo stare tranquilli. E' uno delle nostre parti. L'intervento inizia. Il solito gesto a lama della mano sul ventre nudo e il sangue zampilla. Un altro colpo con la mano a bisturi e ancora sangue sulla pancia. Il solito cotone per pulire la parte. Un massaggio con olio di cocco. E'tutto finito. Ti senti bene? Come prima. Una successiva radiografìa al nostro rientro dimostrerà che i calcoli sono ancora purtroppo al loro posto. Ma qui a Manila si vive la suggestione dì quanto abbiamo visto e sentito. Sarà vero? Non sarà vero? Raccogliamo il materiale perché dobbiamo correre all'aeroporto per il rientro. Non resta neppure il tempo per comunicarci i ricordi del viaggio. Soltanto alcuni flash nella memoria: atolli smeraldini, foreste inestricabili, montagne verdi di palme, la fiera tribù primitiva dei Batak. la gentilezza degli zingari del mare, i magici guaritori, la dolcezza della popolazione... Non siamo ancora partiti per l'Italia che già ci pervade una molle, dolente nostalgia delle Filippine e della sua gente. Nevio Boni iFine. I precedenti articoli seno apparsi il 20 marzo e il 3 aprile/ Manila. Lo psicochirurgo all'opera. «In altri "ambulatori" abbiamo udito cantilene magiche e invocazioni rivolte ai santi»