Scuole di medicina a duello per delle faccende di cuore

Scuole di medicina a duello per delle faccende di cuore Scuole di medicina a duello per delle faccende di cuore Medici in campo a Tonno per stabilire la miglior terapia dopo un infarto del miocardio e per decidere come trattare le aritmie e tutto il metabolismo umano - Il confronto accademico è stato sostenuto dalla Parke Davis TORINO — Quando ci si muove troppo in fretta si perdono i precisi contorni del paesaggio circostante. Questo è un concetto che trova obiettiva conferma in fotografia, ma che è trasferibile a molte cose della vita. E' utile pertanto ogni tanto fermarsi per mettere a fuoco i particolari più interessanti. Accade così anche in Medicina. Sono anni, questi, in cui tutte le branche della Medicina sono in movimento; e la Cardiologia è fra le più vivaci. Per un'esigenza di migliore «definizione» di tre situazioni cardiologiche si è tenuto sabato scorso a Torino un Convegno su «Controversie in Cardiologia-, organizzato dalla Cattedra di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare (presidente A. Brusca, organizzatori scientifici E. Uslenghi e F. Gaita). sostenuto dalla Parke Davis. Concedendo qualcosa allo spettacolo, i tre argomenti sono stati trattati come in un «duello», che ha visto impegnati, di volta in volta, «con¬ tendenti» di Scuole diverse, moderati da un arbitro. M. Sabatier (Principato di Monaco) e L. Campolo (Milano), arbitro M. Casaccia (Torino), hanno dibattutto sulla condotta da tenere nelle ore immediatamente successive ad un infarto del miocardio. Acquisito ormai il concetto che il paziente deve essere il più precocemente possibile trattato con sostanze fibrinolitiche (t-PA, streptochinasi), capaci di sciogliere in una alta percentuale di casi (70% circa) il trombo causa dell'infarto, la materia del contendere era se fosse necessario sottoporre il paziente, immediatamente dopo tale trattamento, a coronarografia, per valutare «de visu» l'avvenuta ricanalizzazione della coronaria (o delle coronarie) ostruite, in modo da poter eventualmente rapidamente procedere ad una angioplastica (dilatazione della coronaria ostruita per mezzo di un palloncino gonfiabile), nei casi in cui il risultato del trattamento con fibrinolitici non fosse stato quello sperato. • '■ All'aggressività di Sabatier, che ritiene necessaria tale procedura, vantando successi nel loro centro intorno al 90r{, si è contrapposta la relativa prudenza di Campolo. che invece ritiene non consigliabile sottoporre il paziente subito a coronarografia, adducendo i rischi aggiuntivi di tale pratica e la scarsa attendibilità della valutazione dello stato delle coronarie in quel momento: la coronarografia e la eventuale angioplastica può essere fatta con calma alcuni giorni dopo, se l'andamento clinico e altri esami «non invasivi» (scintigrafia, prova da sforzo) facessero pensare al persistere di una marcata ostruzione coronarica. La seconda controversia ha visti impegnati tre dei maggiori -aritmologi» europei: F. Furlanello (Trento) contro P. Coumel, -arbitro» R. Lamat (Parigi). Il tema: -Quando e come trattare le, aritmie ventricolari». Dallo «scontro» è venuta fuori la notevole difficoltà della materia e la raccomandazione di usare i farmaci antiaritmici solo per situazioni di reali necessità (moltissime aritmie sono del tutto benigne e non necessitano di alcun trattamento), avendo tali sostanze non trascurabili effetti collaterali, non ultimo quello di poter aggravare, esse stesse, le aritmie che dovrebbero curare. Le difficoltà nel valutare la reale pericolosità di una aritmia e la efficacia di una terapia, giustificano il sorgere di centri di elettrofisiologia cardiaca, dotati di sofisticate apprecchiature che consentono una definizione completa dei casi. La discussione si è incentrata su quali farmaci usare in situazioni veramente a rischio, per scongiurare il pericolo di morti improvvise (amiodarone. beta-bloccanti, altri?). M. Mancini (Napoli) contro G. Pagano (Torino), arbitro C. Caruzzo (Torino) per l'ultima controversia; -come e quando trattare una dislipi- demia». In realtà non vi è stata disputa, avendo entrambi ribadito la necessità di uno stretto controllo dei parametri del metabolismo lipidico e degli altri fattori di rischio (obesità, fumo, sedentarietà, diabete, abuso di alcool) per una strategia, sia individuale che di popolazione, di prevenzione all'arteriosclelori. E' stato puntualizzato il fatto che in alcune situazioni mirate, per una migliore definizione diagnostica, oltre alla determinazione del colesterolo tatale, dell'HDL, dei trigliceridi (come usualmente si fa ), sia opportuno ricercare altri parametri (sottofrazioni dell'HDL e dell'LDL, apolipoproteine AI,AII,B,E, fibrinogeno). A sorpresa vero -antagonista» in questa ultima sessione si è rivelato il prof. Brusca che ha contrapposto alle tesi un po' -punitive» dei due relatori ufficiali, la sua tesi che molta gente voglia, sì. durare un po' più a lungo, ma voglia anche, e soprattutto, -vivere». Antonio Tripodina

Luoghi citati: Milano, Napoli, Parigi, Principato Di Monaco, Torino