Preghiere e tumulti per la sete in Puglia

Preghiere e tumulti per la sete in Puglia Rischio di restare senz'acqua a causa degli sprechi e dei ritardi burocratici Preghiere e tumulti per la sete in Puglia BARI — Prete in testa, nel Salento e nel Metapontino, per l'acqua si sono fatte persino delle processioni propiziatorie, però, forse per il rito, più pagano che religioso, dal cielo sono cadute solo poche gocce. In Basilicata, a Montavano, centinaia di manifestanti hanno eretto barricate bloccando l'accesso all'abitato, mentre tre consiglieri comunali attuavano lo sciopero della fame per sollecitare interventi idonei ad attenuare la grave carenza idrica; a Scanzano è stata occupata la sede del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto per i criteri di gestione dell'ente; a Potenza centinaia di edili hanno manifestato davanti alla Regione per il mancato completamento delle dighe di Genzano ed Acerenza. In Puglia, invece, nell'attesa di qualche nembo, e per una spesa di 15 miliardi, l'unica certezza ottenuta sinora dalla Shacham di Tel Aviv, una ditta che con la Tecnagro di Roma mira a far piovere irrorando l'aria con soluzioni di argento e iodio, è che •la composizione di nuvole invernali della Puglia è molto simile a quella delle nuvole israeliane». La situazione è gravissima: l'agricoltura, nonostante le migliaia di pozzi artesiani, che nelle zone costiere incominciano ad erogare acqua salata, è al collasso, e si teme per il turismo. Il vicepresidente della giunta regionale pugliese, Borgia, afferma: 'Unitamente alla Basilicata abbiamo definito un programma di interventi tenendo conto dell'interdipendenza idrica delle due regioni e chiedendo il riconoscimento dello stato di emergenza per accelerare i tempi di intervento per il recupero delle fluenze libere, per il riassetto della diga del Rendina e per la perforazione di nuovi pozzi». Il dottor La Grotta, presidente dell'Ente autonomo acquedotto pugliese, sottolinea: -Si stanno facendo campagne per il risparmio, ordinanze di divieto per innaffiare giardini e lavare auto, ma se non piove micapossia- mo fabbricarla, l'acqua. Il nostro ente, per l'approvvigionamento ha creato un sistema di intercoiinessione tra fiumi e sbarramenti che ci permette, a seconda delle esigenze, di trasferirla da un invaso all'altro. Però non raccogliamo neanche un terzo delle acque disponibili, dato che non si sono ancora completate le grandi infrastrutture che dovrebbero provvedere a raccogliere tutte le fluenze dei fiumi: è un controsenso fa si che il Basente finisca a mare ed avere un invaso come quello del Sinni, capacità 450 milioni di metri cubi, che peraltro non si è riusciti a riempire, anche per la mancata realizzazione delle opere per il convogliamento nella diga delle acque disponibili. Diverso il discorso per le acque ad uso irriguo, gestite da una miriade di enti, sprovvisti però di una rete di interconnessione come la nostra». L'ingegner Tagliafeiro, direttore regionale dell'Ente irrigazione di Potenza, afferma: «Ciò che è stato realizzato e si sta realizzando si rifà al piano generale delle acque, a quello di bonifica ed a quello di irrigazione redalli subito dopo la guerra. Tutto è stato fatto in osservanza a precisi programmi. Siamo riusciti ad irrigare il 90 per cento dei terreni della Basilicata e agli invasi da noi gestiti si allacciano l'Eaap ed i consorzi di bonifica secondo quelli che sono gli accordi politici e programmatici. La mancata realizzazione di alcune opere come le dighe di Genzano e di Acerenza, progettate quindici anni fa e non ancora ultimate, dipendono dal tempo che la burocrazia impiega per approvare gli adeguamenti, le varianti ed i finanziamenti». -Però — dice Papaleo, segretario generale della Cisl di Potenza — le dighe di Genzano e di Acerenza rischiano di diventare dei catini vuoti ed il paradosso è che, pur essendo disponibili 120 miliardi dei 600 previsti per il collegamento degli schemi BasentoBradano, l'Ente irrigazione non fa neppure l'appalto per completare le aree golinari delle due dighe-. Ed il collega Notarangelo, di «TRM» di Matera, uno che da anni si interessa alle acque: -L'Eaap ottenne 80 miliardi dalla Protezione civile per scavare dei pozzi artesiani. A Montescaglioso ne scavò 21. Contemporaneamente realizzò i collegamenti e la vasca di raccolta. Bene, dai pozzi venne fuori acqua sporca, inutilizzabile sia per uso potabile che per quello irriguo. Questo è un esempio, ma c'è anche una diga misteriosa, quella di Marsico Nuovo: è ultimata da cinque anni e non raccoglie una sola goccia d'acqua perché si è scoperto che è sovrastata da un terreno franoso. Il vero problema è che ci sono troppi galli nel pollaio...». Francesco Saltarelli

Persone citate: Borgia, Genzano, Notarangelo, Papaleo, Rendina, Scanzano