Bambini e adozioni: no al «fai da te»

Bambini e adozioni: no al «fai da te» Tra poche ore la decisione definitiva per la piccola Serena, mentre stamane il ministro Vassalli riceve l'Anfaa Bambini e adozioni: no al «fai da te» L'Associazione nazionale famiglie adottive sollecita il governo a stipulare accordi bilaterali con i Paesi stranieri e a dare disposizioni urgenti ad ambasciate e consolati perché segnalino con tempestività eventuali situazioni sospette TORINO — No al «fai da te» delle adozioni. Lo ripete stamane al ministro della Giustizia Vassalli l'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa), organismo che dal lontano 1962 si batte per ottenere leggi più idonee a tutela dei diritti dei bambini in situazione di abbandono, primo fra tutti quello di vivere in una famiglia idonea e stabile. Il «vertice» dal Guardasigilli è previsto per le 10,30 e l'appuntamento — chiesto subito dopo che il ministro aveva ricevuto la coppia Giubergia di Racconigi — potrebbe coincidere, ora più ora meno, con la pubblicazione della sentenza definitiva del Tribunale per i minorenni di Torino che riguarda il futuro di Serena, la piccola filippina introdotta illegalmente in Italia e protagonista involontaria del drammatico caso che occupa da settimane le prime pagine. •Le reazioni emotive scatenale nell'opinione pubblica da questa grave vicenda — spiega il professor Giorgio Pallavicini, presidente nazionale Anfaa, anticipando quanto dirà stamane a Vas¬ salli — rischiano di creare conseguenze gravissime per migliaia di bambini italiani e stranieri in stato di abbandono. E' urgente che il nostro governo si adoperi perla stipula di accordi con gli Stati esteri, in modo da impedire che vengano sottratti con raggiri i bambini ai loro genitori e per definire le procedure per adozioni regolari. Inoltre, i ministeri dovrebbero impartire subito disposizioni precise a ambasciate e consolati all'estero, perché segnalino con tempestivilà ai nostri magistrali situazioni sospette di mercato o di falso riconoscimento». L'opinione pubblica è rimasta sorpresa dal fatto che l'associazione delle famiglie adottive si è schierata dalla parte dei giudici e non da quella dei Giubergia. «Dal 1962 ad oggi — replica Pallavicini — l'Anfaa si è sempre schierata solo dalla parte dei bambini e per la tutela dei loro diritti. Anche noi siamo convinti delle sofferenze patite da Serena in seguito all'allontanamento dai Giubergia e dal piccolo Nasarto. Tuttavia, riteniamo che i giudici abbiano agito in modo corretto, applicando una giusta legge di Stato. Hanno doviUo tener conto non solo del futuro di Serena, ma anche di quello delle migliaia di bambini italiani e stranieri che hanno diritto ad una famiglia giudicata preventivamente idonea e che non devono essere oggetto di qualsiasi formo, di accaparramento o di mercato». Ma è stato scritto che spesso, come nel caso di Serena, le procedure illegali possono essere giustificate dall'urgenza di provvedere a bam¬ bini stranieri in grave stato di abbandono. «Questa motivazione non regge — aggiunge il presidente Anfaa — se i citati padri sulesiani e camilliani di Manila, anziché rivolgersi a un intermediario, avessero avvertito le organizzazioni autorizzate dal governo italia- no, Serena — come tanti altri bambini — avrebbe avuto subito una famiglia definitiva, in possesso della idoneità rilasciata dai nostri Tribunali per i minorenni. Il Centro italiano per l'adozione internazionale, il Servizio sociale internazionale e le altre organizzazioni autorizzate hanno lunghe liste di attesa di coppie disponibili... Invece, va aggiunto che, spesso, la presunta urgenza è uno strumento utilizzato dai mediatori prezzolati per realizzare guadagni senza dover nemmeno provvedere a sistemazioni provvisorie dei bambini nel Paese di origine, passaggio indispensabile per una seria valutazione della esistenza o meno di un vero stato di abbandono. L'urgenza è anche il mezzo usato per allontanare minori sottratti ai loro genitori con raggiri di vario genere». Il professor Pallavicini ci tiene a rimarcare che il ricorso alle organizzazioni autorizzate dal governo italiano -e una garanzia per evitare l'intervento dei mercanti di bambini, che 7ion si fanno certamente scrupolo di sottrarre minori a genitori po¬ veri, i quali se fossero aiutati anche solo sul piano economico, sarebbero perfettamente in grado di allevare i loro figli». E dice di -apprezzare sino infondo la richiesta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Torino finalizzata a sollecitare una indagine che faccia piena luce sulle modalità esatte dell'ingresso di Serena in Italia». Una inchiesta condivida ed attesa anche dai coordinatori dei servizi socio-assistenziali di molte Usi piemontesi. -Non può passare il principio che il bambino e un oggetto che si compra o ci si fa regalare al mercato o al selfservice — spiegano in una nota firmata da molti operatori, fra cui Mariena Gaietti Scassellati. Franco Mondini e Lorenza Anfossi —; l'adozione deve servire per dare una famiglia valida ad un minore abbandonato e non diventare un mezzo per accaparrarsi a tutti i costi un bambino, il quale, proprio perché e del Terzo Mondo, avrebbe meno diritti degli altri». Mario Tortello -Serena e gli altri... bimbi in attesa d'adozione». Su SlampaSera del pomeriggio il documento dell'Associazione assistenti sociali.

Luoghi citati: Italia, Manila, Racconigi, Torino, Vas