Il Palazzo degli Stemmi è rinate / ■ — ;— _

Il Palazzo degli Stemmi è rinate / ■ — ;— _ A giugno riapre il tratto di strada chiuso dopo il crollo di cinque anni fa Il Palazzo degli Stemmi è rinate / ■ — ;— _ A passeggio con il pro-sindaco Porcellana, ingegneri e architetti che hanno lavorato all'opera di restauro Otto miliardi di spesa e la soluzione di enormi problemi di carattere tecnico-burocratico - Strutture d'acciaio per i pilastri e iniezioni di cemento sino a sette metri sotto il pavimento delle belle cantine a volta A passeggio in via Po per qualche ora tra le arcate proibite del Palazzo degli Stemmi, improvvisamente dissigillate per un test sfociato in una specie di festa. A giugno l'intero lato della strada, violentato dal crollo della costruzione, tornerà completamente e definitivamente agibile. Ora la conferma anticipata ufficialmente all'assessore alle Opere Pubbliche Porcellana dagli ingegneri Cesare Castiglia, Antonio Migliacci e Giulio Pizzetti che, dopo aver assistito l'Amministrazione nell'immediata fase dopo il crollo, han realizzato con l'architetto Claudio Daprà il progetto di ricostruzione. Di qui la perlustrazione che ha assunto i toni di una .sorridente cerimonia informale. Incorniciata tra i 134 metri dei portici di prossima riapertura cui il ritrovato nitore regala un'entusiasmante dilatazione prospettica, mentre la nuova ossatura che consolida ormai da cima a fondo il Palazzo esorcizza quello che è stato uno degli incubi urbani più pesanti degli ultimi anni. Forse solo con l'apertura di giugno si comprenderà quanto ha sofferto via Po per il crollo del suo Palazzo degli Stemmi; e forse soltanto in quel momento ci si renderà conto del ruolo fondamentale di questa aulica costruzione dove adesso, in esplorazione tra i diversi piani di sale e saloni, felicemente ci si perde. Quasi che. passati cinque anni dal crollo del 2 giugno '84, quel lustro che sino a ieri sembrava un secolo fosse improvvisamente volato via. Riassume il prosindaco Porcellana: «Avremmo potuto aprire il porticato già sei mesi fa, ma con rischi ora scongiurati per sempre. Ne valeva la pena, il più è fatto. Con circa otto miliardi di spesa, tre appalti successivi alla luce del sole,, la soluzione di jsnormi problemi tecnico-burocrati ci. E con la soddisfazione di aver riportato all'onor del mondo, partendo dalla rovi na sotto sequestro affronta ta in prima istanza tre anni e mezzo fa, un complesso che si inserirà tra i fulcri della vita cittadina-. Con quali traguardi è già stabilito: entro il prossimo anno il corpo di fabbrica di via Montebello, nell'unica ala superstite dell'ex Ospe dale di Carità, verrà riportato alle linee originarie in collaborazione con la Soprintendenza e consegnato all'Opera Universitaria che vi collocherà una serie di sale di studio e di servizi studenteschi mentre, completate le infrastrutture necessarie, verranno riattivate sotto i portici le attività commerciali. Saranno inoltre predisposti nel corpo su via Po gli spazi destinati al Museo del Cinema e alle attività espositive dell'assessorato alla Cultura, già predisposti i vani per gli impianti tecnologici nonché realizzato un sistema di circolazione in sintonia con le normative di sicurezza più aggiornate. Nella fase immediatamente successiva, infine, verrà definito in dettaglio il futuro organismo museale. E' così che il Palazzo degli Stemmi è finalmente pronto a regalare speranze anziché polemiche. Anticipano i professori Castiglia e Pizzetti: «/ torinesi potranno verificarlo a fine primavera, inaugurato il passaggio sotto i portici tra due basse recinzioni verdi che permetteranno tra l'altro di seguire da vicino il restauro artigianale dei vari stemmi'. Ciò che invece i torinesi non vedranno è quello che si nasconde dietro l'elegante facciata ora perfettamente ripristinata: la fanghiglia rintracciata nella muratura superstite con l'inserimento della struttura d'acciaio posta a scheletro di ogni pilastro e dell'intera struttura; i muri spezzati dalla rete di canne fumarie scavate chissà quando e da chi; le iniezioni di cemento inserite nei mesi scorsi sino a sette metri sotto il pavimento delle belle cantine a volta Compresa quella già rinforzata magistralmente nell'Ottocento che ha forse contribuito a bloccare il crollo nell'ala verso via Rossini, nonostante le aperture moltiplicate nelle fondazioni nel corso del tempo. Sono tanti i segreti vecchi e nuovi del Palazzo degli Stemmi, che durante i lavori ha svelato tutti i risvolti della sua storia multisecolare. Dall'ala più antica di via Montebello al corpo di via Po, dove le esigenze di un'or¬ ganizzazione moderna hanno dovuto confrontarsi con la disorganica aggregazione, poi unificata dalla seicentesca facciata porticata, di ben undici edificazioni successive. Cresciute intorno al nucleo di una -vigna» patrizia addirittura preesistente al tracciamento di via Po e in quell'occasione ristrutturata con l'eccezione di due ampie sale cinquecentesche, ora ritrovate accanto alla farmacia. Confessano i tecnici: «Dopo tante polemiche, ci ha stupito l'indifferenza con cui la città ha sorvolato, mesi fa, sull 'abolizione dei ponteggi». Ma come il Palazzo degli Stemmi, anche via Po ha i suoi segreti. Ride Stefano Barbieri, presidente dell'associazione di zona: «/ ponteggi tolti, l'intonaco nuovo, un via vai di operai sempre più vistoso... I sintomi di qualcosa di nuovo c'erano tutti, ma abbiamo preferito trattenere il fiato per scaramanzia. Quale gioia, oggi, scoprire che avevamo ragione». Luisella Re Operai al lavoro in uno dei grandi saloni ricavati all'interno del Palazzo degli Stemmi: presto la ricostruzione sarà finita

Persone citate: Antonio Migliacci, Carità, Cesare Castiglia, Giulio Pizzetti, Luisella Re, Pizzetti, Porcellana, Stefano Barbieri

Luoghi citati: Castiglia