La Rocca ricomincia (o finisce) a 30 anni

La Rocca ricomincia (o finisce) a 30 anni PUGILATO Stasera a Vasto ha la possibilità di conquistare il titolo europeo dei welters La Rocca ricomincia (o finisce) a 30 anni L'italiano di colore, che sembra aver ritrovato la giusta volontà, affronta Kirkland Laing, geniaccio britannico di origine giamaicana DAL NOSTRO INVIATO VASTO — Nino La Rocca, il discusso mulatto africano diventato italiano qualche anno fa grazie air allora presidente della Repubblica Pertini, è arrivato a trent'anni senza niente in mano. Ha disputato più di settanta combattimenti, si è fatto più personaggio di quanto meritassero le sue doti pugilistiche grazie al carattere estroverso, allo spirito clownesco che ha mascherato i suoi difetti di temperamento e le sue debolezze di uomo. Ma ha purtroppo mancato gli appuntamenti importanti, quelli che danno un senso ai sacrifici che un vero campione deve fare per recitare sul ring un ruolo da protagonista. Il suo anno nero è stato il 1984: in sette mesi ha buttato via sia l'occasione di diventare campione d'Europa che quella ancor più allettante di diventare campione del mondo. Un episodio sfortunato quello della corona europea, una maledetta ferita nelle fasi iniziali del match, l'impossibilità di andare oltre la sesta ripresa pur contro un avversario, il mediocre francese Elbilia, che in condizioni normali non avrebbe dovuto creargli grossi problemi. Per il titolo mondiale, in settembre a Montecarlo, indipendentemente dal valore assoluto del campione in carica, Don Curry, fu 1 emozione — perché non chiamarla paura'.' — a giocargli un brutto scherzo, consegnandolo praticamente indifeso ad un rivale che comunque sarebbe stato difficile battere. Da quel momento il vero La Rocca, posto che La Roc¬ ca fosse davvero un campione, si è perso per strada, ha infilato il cammino sbagliato, come amicizie e come vizi, scivolando all'indietro, fino a costringere il suo manager. Rocco Agostino, a lasciarlo al suo destino. La svolta, dopo questo periodo di crisi, è stata il matrimo no con una indossatrice toscana, l'orgogliosa decisione di mostrare alla moglie, ed anche a se stesso, di non essere salito sul ring solo per recitare il ruolo del «bluff». L'occasione per questa verifica, che si realizza stasera sul ring abruzzese di Vasto, è arrivata tardi, ma sempre in tempo se Nino ha ritrovato fino in fondo la voglia di sacrificarsi in palestra, la capacità di soffrire sul ring senza assurde paure. D titolo europeo dei welters, proprio quello che aveva dato l'avvio ai suoi guai, è vacante dopo la rinuncia dell'italo-svizzero Martelli, l'Ebu ha scelto proprio lui per contenderlo all'altro finalista, il giamaicano di nazionalità britannica Kirkland Laing, un veterano rotto a mille battaglie. Laing è un geniaccio del ring, un vero campione quando riesce a star lontano dalle donne e dal whisky, quando l'avversario gli consente di ragionare, di impostare il match secondo il suo ritmo, che non è proprio «swing», sulla soglia dei 35 anni. Nel momento più brillante della sua carriera Laing è arrivato addirittura a battere ai punti, a Detroit, l'attuale campione del mondo dei pesi medi versione Wbc, Roberto Durar., n giamaicano ha combattuto l'ultima volta nel marzo 1988 vincendo ai punti contro il connazionale Floyd. Ma se abbia trascorso questi lunghi mesi in palpstra oopure fra una bottiglia e un paio di belle gambe, questo lo sanno soltanto lui ed il suo manager. Molto dipende dalla -lunadi La Rocca, dalla sua capacità di entrare nel match senza remore psicologiche, imponendo un ritmo insostenibile per il vecchio Laing. Forse lo aiuterà il rendersi conto che non c'è più il tempo per fare il pagliaccio come una volta. Dopo quest'occasione, non ce re sarà più un'altra. Gianni Pignata

Luoghi citati: Detroit, Europa, Montecarlo, Vasto