Ferrovie, arrivano i privati di Roberto Ippolito

Ferrovie, arrivano i privati Si potranno costituire società miste con Pente di Stato per nuove attività Ferrovie, arrivano i privati Gestione più snella e rigorosa con la riforma Santuz - Piano di risparmi - E Amato taglia subito gli aiuti alle industrie del materiale rotabile Schimherroi lisuperveloci ROMA — Un annuncio a sorpresa: Mario Schimbemi, commissario dell'Ente ferrovie, ha risposto «no» alla domanda .se sarà lui il prossimo presidente delle Fs. Schimbemi si è chiamato fuori, rivelando così un aspro dissenso con il ministro dei Trasporti, il de Giorgio Santuz, che ha preparato la riforma delle Ferrovie varata proprio ieri dal Consiglio dei ministri. E' trapelato che Schimbemi contesta punto per punto l'intero provvedimento giudicato inadeguato per il risanamento: teme la perdita dell'autonomia gestionale, disapprova l'idea centrale di privatizzare servizi o singole linee, è convinto che il futuro consiglio di amministrazione sia svuotato di poteri. Schimbemi ha pronunciato il drastico «no- nello stesso momento in cui era riunito, ieri mattina, il Consiglio dei ministri per esaminare la riforma. I.a domanda sulla sua collocazione futura gli è stata posta nel corso del convegno della Confindustria su «Piccola industria - Strategie di rinnovamento» da parte di Giovanni Minoli. La fulminante risposta ha messo a rumore gli ambienti politici, gli stessi che a fine novembre avevano chiamato a gran voce l'ex presidente della Montedison per salvare le disastrate Ferrovie travolte da 15 mila miliardi di passivo e da uno scandalo senza precedenti. Santuz, comunque, tende a sdrammatizzare: 'Per me il miglior candidato alla presidenza è il dottor Schimbemi' ha dichiarato alla Stampa. Ma ormai il problema del vertice delle Ferrovie è riaperto in un momento in cui non figurava all'ordine dei giorno. La gestione commissariale terminerà dopo l'approvazione da parte del Parlamento della riforma. E la discussione avrà tempi lunghi: "Non sarà poca cosa» ammette Paolo Cirino Pomicino, ministro de della Funzione Pubblica Soltanto dopo l'approva¬ zione della riforma, le Ferrovie torneranno ad avere un presidente. Schimbemi, come ammettono i suoi stessi collaboratori, fa quindi sapere che non si deve più contare su di lui. Anzi non intende nemmeno restare commissario troppo a lungo. Alle Ferrovie viene ricordato che è stato chiamato per governare una situazione straordinaria e questa non può durare ancora due anni. A questo punto, sulla poltrona di commissario Schimbemi si trova proprio scomodo. Con lettere e documenti, ha fatto conoscere al governo, nelle ultime settimane, la sua contrarietà agli orientamenti che stavano maturando. Il disegno di legge varato ieri consente parziali privatizzazioni, inaccettabili per Schimbemi (che si è impegnato con i sindacati a non attuarle). La sua idea è che non abbia senso isolare alcune tratte dalla gestione complessiva. Al convegno della Confindustria, si è detto esplicitamente "contrario alle privatizzazioni che non salvaguardino l'unitarietà della rete o che si limitino ad assegnare ai privati le aree più redditizie". Alle Ferrovie viene poi giudicata negativamente l'isti- tuzione al ministero di un nucleo di vigi'-uiza sull'attività dell'ente (avrebbe 25 persone in organico). La preoccupazione è che si crei una diarchia: lo Stato dovrebbe solo dare direttive, mentre la gestione spetta alla struttura. Schimbemi ha messo l'accento sulle differenze fra azionista pubblico e privato. •Compito dell'azionista — ha affermato—è quello di stabilire degli obiettivi, fissare gli indirizzi idonei al loro raggiungimento e verificare i risultati conseguiti: ciò ha però luogo sistematicamente nell'impresa privata, ma non anche in quella pubblica, in cui il concerto tra queste tre fasi appare ancora difficile'. Dietro i dissensi e le delusioni di Schimbemi, ci sono forse anche problemi politici, n commissario venne scelto sulla base di un accordo impostato dal presidente del Consiglio, il de Ciriaco De Mita, e il vice, il socialista Gianni De Michelis. Questi due punti di riferimento sembrano ora mancare: De Mita ha perso potere; De Michelis è favorevole all'alta velocità, mentre proprio ieri Schimbemi ha detto, tagliente, che è solo «uno slogan pubblicitario che rischia di danneggiare le Fs e le imprese che con esse lavorano. Il problema non è avere élites da record, bensì ottenere una velocizzazione media dell'intera rete'. Roberto Ippolito

Persone citate: Ciriaco De Mita, De Michelis, De Mita, Gianni De Michelis, Giorgio Santuz, Giovanni Minoli, Mario Schimbemi, Paolo Cirino Pomicino, Santuz

Luoghi citati: Roma