Il ricatto del digiuno mette alle corde Bonn di Alfredo Venturi

Il ricatto del digiuno mette alle corde Bonn Attentati e cortei per i detenuti della Raf che da settimane attuano lo sciopero della fame Il ricatto del digiuno mette alle corde Bonn Si teme un'azione da parte dei terroristi ancora liberi - Nelle carceri già pronte le attrezzature per la terapia intensiva - I due promotori annunciano di interrompere la protesta «per allentare la tensione» - Ma il governo non può cedere alle loro condizioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Nella drammatica sfida che preoccupa la Germania, il prolungato sciopero della fame di decine di terroristi detenuti, si è aperto ieri sera improvviso uno spiraglio. Kar. J '-.ìz Dellwo e Christa Eckes, che due mesi e mezzo fa diedero il via a questa campagna di pressione, hanno fatto sapere attraverso i loro legali di averinterrotto il digiuno. Per allentare la pressione in vista della ricerca di una via d'uscita: una ricerca che rimane assai ardua, poiché soltanto la sinistra si è detta disposta alla trattativa. Altri quaranta detenuti, che in queste undici settimane si sono via via associati all'iniziativa, continuano a rifiutare il cibo. Concretizzando parallelamente due prospettive inquietanti: uno sgranarsi di suicidi in carcere, un ritorno di fiamma del terrorismo. Già si sono registrate le prime azioni violente di fiancheggiamento: cinque attacchi incendiari in tre giorni. A Muenster è stata presa di mira una sede della compagnia elettronica Aeg, a Francoforte hanno lanciato molotov nei locali della Borsa, ad Amburgo hanno dato fuoco alla sede di un sindacato imprenditoriale, a Berlino sono state colpite due sedi bancarie. Lanciata lo scorso primo febbraio da Dellwo (due ergastoli per doppio omicidio in occasione di un assalto all'ambasciata tedesca di Stoccolma) e la Eckes ( otto anni per partecipazione a gruppo terroristico), questa campagna di digiuni porta il marchio della Raf. la Rote Armee Fraktion, protagonista della cruenta stagione terrori¬ stica tedesca culminata nel •77. I quarantadue attualmente coinvolti sono tutti membri riconosciuti della Raf o di gruppuscoli satelliti. Ventisette fra essi sono condannati per omicidio, sequestro, rapina, o semplicemente per aver fatto parte dell'organizzazione terroristica. Gli altri sono in attesa di giudizio. L'azione si è proposta un ob¬ biettivo ben preciso. Dellwo e gli altri chiedono di essere riuniti in un solo carcere, o al più in due. Dietro questa richiesta traspare uno scopo molto più ambizioso. Ciò che vogliono i detenuti Raf è il riconoscimento di una loro diversità rispetto alla popolazione carceraria: vogliono essere considerati prigionieri politici, e inseguono questo mito senza esitare a giocarsi la pelle. La legge vieta l'alimentazione forzata: chi digiuna può essere soccorso soltanto dopo che ha perduto conoscenza. Era ormai vicino questo momento per Dellwo e la Eckes, quando hanno annunciato la loro mossa distensiva. Nelle carceri in cui sono detenuti erano state allestite le attrezzature per la terapia intensiva, i medici erano pronti ad intervenire. L'azione Raf ha diviso l'opinione tedesca. E come sempre la divisione si caratterizza secondo linee politiche. Il centro e la destra respingono ogni ipotesi di trattativa, dicono che lo Stato non deve cedere al ricatto, ricordano che se si fu inflessibili quando era in gioco la vita degli innocenti sequestrati, non si deve cedere ora che è in gioco la vita dei loro assassini. Portatrice tradizionale di una visione umanitaria, la sinistra dice che uno Stato forte può anche permettersi di essere clemente. Ma l'ipotesi di compromesso ventilata dall'Spd. la riunione dei detenuti Raf in gruppi di sei-otto persone, è stata respinta dagli interessati. E cosi è inevitabile ricordare un precedente: quando Bobby Sands e altri nove militanti dell'Ira si lasciarono morire di fame nelle carceri d'Irlanda. In molte città tedesche si sono svolte manifestazioni di appoggio dell'ultrasinistra, con scontri frequenti fra dimostranti e polizia. Un corteo programmato a Bonn per il 29 aprile è stato vietato per ragioni di ordine pubblico: il che ha provocato le proteste dei verdi e dei giovani Spd. Per di più la protesta di piazza ha varcato i confini federali: l'altro ieri gruppi di manifestanti mascherati hanno affrontato la polizia svizzera a Berna, durante la visita del cancelliere Kohl che quella stessa mattina, a Bonn, aveva ribadito il suo no alla trattativa. Ieri ad Amsterdam una quindicina di fiancheggiatori della Raf ha occupato il Goethe Institut. Fra di loro ci sono fratelli e sorelle di alcuni detenuti. In Germania si teme il peggio: i terroristi in libertà (sono una decina quelli della Raf, e poi c'è da considerare il vasto sottobosco dei simpatizzanti) potrebbero tentare un'azione cruenta e spettacolare in appoggio ai compagni in carcere. Ora ci spera che l'annuncio di Dellwo disinneschi almeno questa minaccia. Alfredo Venturi