Disarmo: cosa propone Bush di Ennio Caretto

Disarmo: cosa propone Bush La Casa Bianca rivela la sua strategia verso il Cremlino Disarmo: cosa propone Bush Riduzione dei missili a corto raggio (ma con ammodernamento) - In cambio gli Usa chiedono: tagli delle forze convenzionali, abbattimento del muro di Berlino, denuncia della Dottrina Breznev, intese sulle crisi regionali (Medio Oriente e Centro America) - Baker ne parlerà a Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Gli Stati Uniti sono pronti a negoziare con l'Urss la riduzione delle armi nucleari tattiche in Europa, innanzitutto i missili con gittata inferiore a 500 km, accogliendo cosi la proposta di Gorbaciov e abbandonando la preclusione pregiudiziale a un simile accordo. Ma pongono condizioni: ammodernamento delle armi tattiche residue, tagli alle forze convenzionali della Nato e del Patto di Varsavia maggiori di quelli previsti a Vienna, abbattimento del muro di Berlino, denuncia della Dottrina Breznev che legittimò l'invasione dell'Ungheria e della Cecoslovacchia e la repressione in Polonia, intese sulle crisi regionali, dal Centro America al Medio Oriente. Il piano è già stato discusso da Washington con gli alleati europei, e nonostante i contrasti — la signora Thatcher avrebbe sollevato forti obiezioni — dovrebbe essere adottato al vertice della Nato a Bruxelles, ai primi di giu¬ gno, presente Bush. Queste anticipazioni sono state fornite ieri in forma privata da alti funzionari dell'Amministrazione Bush e il segretario di Stato Baker le ha confermate in termini indiretti parlando all'Associazione dei direttori di giornali. Secondo la televisione Cnn, che ha raccolto per prima la notizia, gli Stati Uniti dimostrerebbero all'Urss la loro disponibilità a negoziare sulle armi tattiche ritirando dall'Europa alcune delle ogive nucleari per l'artiglieria. -Abbiamo trovato una soluzione — ha detto Baker con voluta ambiguità — che riflette le istanze sia del disarmo sia del deterrente missilistico di terra della Nato-. In un'intervista al Washington Post, prima di lasciare Washington, il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Woerner, ha fatto capire che la riduzione dei missili a breve raggio potrebbe avvenire su semplice impegno ad ammodernare quelli rimanenti, ma senza scadenze. Baker e Woerner hanno smentito che tale strada possa condurre in prosieguo di tempo alla denuclearizzazione dell'Europa che, ha sostenuto Baker, godrebbe comunque sempre dell'ombrello atomico Usa. Nel suo discorso, il segretario di Stato ha affermato che discuterà il piano con Shevardnadze a Mosca il 10 e 11 maggio. Baker chiederà che l'Urss 'rinunci alla Dottrina Breznev, una nube sul capo dei Paesi a essa legati-; che •rimuova il muro di Berlino e altre divisioni tra le due Europe da essa imposte con la forza' ; che 'smetta di usare il Centro America come lo scarico di armi e di ideologie fallite'; che -mostri la volontà di stabilizzare il Medio Oriente rifiutando dì fornire superbombardieri alla Libia e opponendosi alla produzione di armi chimiche'. n segretario di Stato ha aggiunto di aver mandato ieri un messaggio a Shevardnadze sulla crisi mediorientale. In una serie di botte e risposte coi direttori di giornali, Baker ha infine auspicato il successo del gorbaciovismo che, ha detto, è nell'interesse dell'Occidente, ma non ha escluso che Gorbaciov possa essere rovesciato dall'opposizione, -cosa che ci induce a una grande cautela». Il cambio di posizione sulla riduzione delle armi tattiche — fino a due giorni fa si continuava a respingerla — e le misure distensive contemplate in Europa, in primo luogo l'abbattimento del muro di Berlino, sono un tentativo palese degli Stati Uniti non solo di aiutare Kohl, che versa in gravi difficoltà politiche, ma anche di prevenire le spinte centrifughe della Germania Federale rispetto alla Nato. Col loro veto mascherato a rinnovare i missili a breve raggio, in pratica a sostituirli coi moderni Lance, i tedeschi sono divenuti la maggior preoccupazione degli americani nell'Alleanza Atlantica. Di fronte alle proteste popolari, Kohl è stato costretto a un rimpasto governativo che è suonato come un campanello d'allarme alla Casa Bianca. Ennio Caretto