«Mi ha respinto, l'ho uccisa»

«Mi ha respinto, l'ho uccisa» Giallo di Andora: il ragazzo di Pinerolo confessa, cercò di violentare la donna in topless «Mi ha respinto, l'ho uccisa» SAVONA — Giuliano Moschetto è crollato: ieri sera il giovane di Pinerolo, arrestato per l'omicidio di Maria Adua Amerio, 54 anni, di Albizzate (Varese), compiuto il giorno di Pasqua su una spiaggia appartata di Andora, ha confessato di aver ucciso la donna dopo aver tentato di violentarla. Al giudice istruttore Maurizio Picozzi. che lo stava interrogando a palazzo di giustizia, ha fornito una nuova versione di quei momenti drammatici. «L'avevo vista il giorno prima in topless, ho pensalo a una conquista facile. Invece lei mi ha respinto, ha minacciato di denunciarmi e ho perso la testa-. Il giallo di Andora è risolto. Ragazzo timido, introverso, giocatore di basket, alto un metro e 98 centimetri, conosciuto negli ambienti della parrocchia di Pinerolo, tutto chiesa e famiglia. Giuliano Moschetto. 18 anni appena compiuti, non ha resistito all'ultimo interrogatorio. Il giudice Picozzi lo aveva convo- cato nel primo pomeriggio. Dal carcere genovese di Marassi, il ragazzo è arrivato a Savona alle 16 su un furgone blindato dei carabinieri. Alle 19 il giovane ha raccontato la verità. Eccola. Sabato 25 marzo, vigilia di Pasqua. Giuliano Moschetto è a Andora per il weekend di Pasqua. E' arrivato in Riviera con i genitori e i due fratelli. La famiglia è proprietaria di un appartamento. La giornata è bella, il sole quasi estivo. Sulla spiaggia molti turisti italiani e stranieri cercano la prima abbronzatura. Giuliano non ama la folla, cerca e trova una zona appartata verso Capo Mimosa, sotto l'Aurelia. In quegli scogli adagiati sulla -spiaggetta delle suorec'è già da alcune ore Maria Adua Amerio. La donna è in topless, il ragazzo la vede, resta turbato. Vorrebbe già tentare un approccio, ma intorno ci sono alcune persone, decide di rinunciare. Domenica mattina. 26 marzo. Pasqua. La donna esce di casa da sola. Poco prima di mezzogiorno va di nuovo alla • spiaggetta delle suore-. Verso le 14 la raggiunge Giuliano. Questa volta, però, Maria Adua Amerio non è a seno scoperto: una maglietta le copre anche la parte bassa del costume. Lui le chiede l'ora, o comunque cerca di avviare un discorso. Lei non accetta di parlare con uno sconosciuto e dà segni d'insofferenza. Giuliano tenta di aggredirla, la donna si ribella e minaccia di denunciarlo. Il ragazzo perde la testa: afferra per il collo l'insegnante, lei cerca di liberarsi da quella morsa e graffia le grandi mani dello studente liceale. La donna viene sbattuta con forza contro lo scoglio, i suoi occhiali vanno in frantumi, comincia a perdere sangue. In un ultimo atto di lucidità Maria Adua Amerio cerca scampo in mare. Mentre fugge scaglia alcune pietre contro l'aggressore. Giuliano usa le stesse armi: raccoglie un grosso sasso e la colpisce alla fronte. La donna è stordita, cade nell'acqua e il ragazzo la finisce colpendola nuovamente alla testa. Da questo momento la drammatica sequenza si sviluppa sotto gli occhi atterriti di una famiglia torinese che sta termi nando di pranzare sulla veranda di una villa a picco sulla scogliera di Capo Rollo. Seduti attorno al tavolo ci sono Walter Bordese. 53 anni, concessionario della "Ferrari- di Torino, la moglie Adriana, la figlia Patrizia. 29 anni, e il suo fidanzato Lo¬ renzo Mareiandi. 33 anni. E" Patrizia che sente il tonfo delle grosse pietre scagliate in mare. Ricorda con precisione Bordese: -Subito abbiamo pensato anno stupido gioco, poi abbiamo visto il sangue. Sono bastati pochi secondi per capire clic assistevamo a una scena di inaudita violenza. Noi siamo scesi sulla spiaggia per cercare di aiutare la donna, mentre il mio futuro genero ha inseguito quel ragazzo che si stava allontanando dalla scogliera-. Giuliano Moschetto, grazie alle indicazioni di Lorenzo Mareiandi. viene bloccato pochi minuti dopo da una pattuglia della polizia -Voleva rubarmi l'orologio, ho reagito-, dice al magistrato che lo interroga subito dopo l'arresto. Ieri sera il colpo di scena I suoi difensori, avvocati Claudio Bottelli o Andrea belgrosso, hanno rinunciato a chioderò la perizia psichiatrica Bruno Balbo