Gli ayatollah all'italiana di Marcello Sorgi

Gli ayatollah all'italiana Gli ayatollah all'italiana Gruppi e gruppetti scendono in campo sui temi più diversi: film di Scorsese, aborto, Madonna, Seveso - Achille Ardigò: «Tramonta la grande stagione del cattolicesimo democratico» - Giancarlo Cesami: «I veri integralisti sono gli altri» ROMA —11 primo ad accorgersene è stato Leonardo Sciascia, una delle coscienze laiche più inquiete di questo Paese. -Gli ayatollah sono tra noi.'-, ha detto di recente lo scrittore siciliano a un convegno, senza specificare se si riferiva al rigurgito violente de! fondamentalismo iraniano contro Rushdie, l'autore dei ■Versetti .satanici-, o al khomeinismo nostrano, che per Sciascia affiora anche da certe forme categoriche di campagne antimafia, e in altri campi c'.a mesi fa sentire — insistente — la sua voce. Da settembre a :ira è stato un crescendo Assalti di ritorno, come quelli americani, alle proiezioni italiane del •Cristodi Scorsese, polemiche incessanti sull'aborto, richieste di dimissioni del ministro Donat-Cattin. ora per la sua singolare "lettera w cittadini" che consigliava la castità come rimedio anti-Aids, ora per la su.» incursione a sorpresa alla cliiir-a Mangjagalli di Milano, la frontiera dello scontro fra medici abortisti e obiettori di coscienza. Poi: maggioranze capovolte alla Camera contro la de e la sua interpretazione della nuova legge sulla violenza sessuale (con precipitose rivincite al Senato): spaccature inteme alla democrazia cristiana e fra partiti alleati, quasi una crisi di governo annunciata (e poi rinviata) per le conseguenze politiche della sentenza della Corte Costituzionale sull'ora di religione: volantinaggi contro la Rai e l'ipotesi di messa in onda di un video della cantante Madonna giudicato -blasfemo-; proteste personali del deputato de ed ex leader del Movimento popolare Roberto Formigoni per un film-tv su Seveso che racconta una storia di aborto e sollevazioni contrarie dei laici per un sermone televisivo di Celentano sullo stesso argomento: proteste similari del deputato de e leader del "Movimento per la vita- Carlo Casini per il caso di una donna di Fiesole che ha concepito due gemelli, uno dei quali senza testa, e si rifiuta di partorire un mostro. Dietro questo fermento, ce la moderna questione del cattolicesimo -movimentista-. -la crisi, la stanchezza, forse la sconfitta-, come la definisce il sociologo cattolico Achille Ardigò, del cattolicesimo democratico abituato a cercare nella politica tradizionale il terreno delle sue mediazioni; c'è l'affermazione prepotente, fuori dagli schemi, nel fuoco di polemiche e accuse di -integralismo-, del fenomeno Comunione e liberazione. Ma non solo. Sulla scia della «novità- CI, è tutta una fioritura o un rifiorire di sigle che disegnano la mappa del fondamentalismo all'italiana. Una mappa che ha in CI la testa, il centro e la timida sponda sinistra che guarda al psi. E il corpo in un edificio con il portone aperto a destra: verso le cento voci del cattolicesimo tradizionale, moderato, perbenista, che si reincarna nell'avventura dei movimenti: a caccia di rappresentanze occasionali delle forze politiche e durature riconoscenza delle Gerarchie: con l'obiettivo minimo e immediato di accelerare il deperimento dei due partiti maggiori, de e pei. e l'orizzonte lontano ma sempre presente di realizzare in terra, come vuole il Papa, -if regno di Dio-. Sono -gruppi Informali", -comitati-, semplici sigle che celano antiche nobiltà o salotti borghesi. Quelli del -Centro Lepanto- prendono il nome (ed e tutto un programma) dal luogo della battaglia cinquecentesca in cui le milizie cristiane sgominarono i turchi. Nati da un distaccamento da -Alleanz i Cattoli¬ ca- (una corrente del movimento scismatico del vescovo Lefebvre), hanno per leader un giovane storico. Roberto De Mattei. figlio di un grande studioso della Controriforma e autore di un volume contro il Concordato. In copertina, anche in questo caso, un messaggio chiaro: Craxi (allora presidente del Consiglio), il segretario di Stato Casaroli e una falce e martello sospesa fra i due. Cattolici osservanti impegnati contro la pornografia e guidati dall'ex primo presidente della Corte di Cassazione Mario Berri sono riuniti nell'-Associazione per il buon costume-, ente morale riconosciuto dallo Stato, di stretta impostazione legalitaria. Quanto a -Famiglia domani-, che ha condotto la crociata contro il -Cristo- di Scorsese e il video-clip di Madonna, fa capo al marchese Luigi Coda Nunziante e a un giovane avvocato romano. Stefano Nitoglia. Pubblica un bollettino durissimo contro il psi («vuol legalizzare la convivenza, l'eutanasia e l'incesto»), il pei i-propaganda l'omosessualità-) e i radicali {-distribuiscono profilattici davanti alle scuole-). Pratica una propaganda capillare a base di lettere (cinquantamila a volta) inviate a famiglie, che rispondono spesso anche con offerte in denaro. L'area di destra, sul fronte confessionale è rappresentata da -Alleanza cattolica-, gruppo in gran parte di filoie- febvriani in rotta con gli scismatici, vicini al msi ma non militanti. Su quello più strettamente politico (e contiguo alla de) dal comitato «Reagire» dell'ex deputato democristiano e missino Agostino Greggi. «Alleanza», che punta a una società organica di cattolici, ha rapporti di amicizia con Gianfranco Fini, il nuovo leader del msi. intervenuto come ospite a un recente convegno contro i principi della Rivoluzione francese; buona diplomazia con CI: relazioni privilegiate con i cattolici tradizionalisti francesi, da cui ha mutuato il simbolo, l'aquila della Vandea col cuore di Gesù; mantiene collegamenti all'insegna del vecchio sodalizio anticonciliare col gruppo sudamericano «Famiglia e proprietà», capeggiato da un vescovo vmunicato amico di Lefebvre, Antonio De Castro Mayer. «Reagire» ha una vecchia tradizione di lotta cor. .tj la pornografia, stile Anni Cinquanta, blocco «elenco-moderato», e democrazia cristiana del dopoguerra. Infine, tutto interno alla de (controlla dodici parlamentari) ma con un'anima mugugnante contro il -lassismo- del partito, è il già citato «Movimento per la vita» di Casini, nato a cavallo del referendum sul divorzio ed erede dei «comitati civici» di Gedda. Isolate, destrutturate, affidate spesso soltanto alle cure di signore salottiere, le singole associazioni non ce l'avreb¬ bero fatta a far montare l'ondata che ha investito (e in parte condizionato) l'ultima stagione politica italiana. La spinta gliel'ha data il «ciclone» CI. n resto lo hanno fatto i nuovi corteggiamenti ora dei socialisti, ora dei missini, dopo anni di vecchie promesse democristiane. Ne è nata una strana mistura, uno di quei magmi pre-politici che aspetta la sua fusione nucleare: e intanto, aspettando e scambiandosi candidati nelle rispettive liste, CI e i giovani del msi si sono presentati insieme alle elezioni universitarie romane, vincendo a Tor Vergata e ottenendo un piazzamento alla «Sapienza». Dove potrà arrivare il fondamentalismo nostrano è difficile dirlo. I cattolici democratici, gli avversari di CI, minimizzano. Dicono, come Piergiorgio Liverani, presidente dell'Azione cattolica di Roma e vicedirettore del giornale cattolico Avvenire, -che questa è la parte più rumorosa, non la più forte del cattolicesimo italiano-. Sospettano, come lo storico dell'ideologia cattolica Giovanni Tassani, -che dietro il fondamentalismo ci sia un pizzico d'opportunismo. Loro s'alleano con Ratzinger e la parte più tradizionale della Chiesa su tutto il piano dei valori da vita, la contraccezione, la bioetica), per permettersi di essere trasgressivi sul resto, giocare con le correnti de, far l'occhiolino al psi, stringere alleanze col msi-. Eppure devo¬ no ammettere, come il sociologo Achille Ardigò, 'Che la grande stagione del cattolicesimo democratico è al tramonto, e ci vorranno anni, una vera rifondazione, prima di recuperare lo spazio perduto». Questo spiega perché Giancarlo Cesana, il leader del Movimento popolare, non si preoccupi delle critiche che gli rivolgono. Cesana confessa simpatia per le realtà più intransigenti del mondo cattolico (-Un tentativo sincero di coerenza con determinati ideali»), e a chi gli chiede le ragioni della ventata fondamentalista, risponde secco: -Non credo che possa definirsi cosi il richiamo alle posizioni tradizionali del cattolicesimo. Le cose che diciamo noi le sostengono le Gerarchie». La questione dell'aborto, ricorda Cesana, -non l'abbiamo sollevata noi, ci siamo mossi solo in difesa dei medici obiettori. L'ultima cosa che ci auguriamo sono altri referendum. Il vero integralismo è dall'altra parte, è di chi vuol imporre interpretazioni forzate delle leggi senza lasciare spazio ad opinioni diverse». In fondo, è legittima difesa, aggiunge il filosofo Rocco Buttiglione: -Se negli Anni Settanta la politica avesse retto meglio all'urto del fondamentalismo femminista, oggi non ci sarebbe un fondamentalismo di segno contrario». Sull'aborto, come sul nucleare — sostiene l'ideologo di CI — s'è andati avanti a strattoni, a spinte contrapposte, nell'illusione che una legge o un referendum potesse fissare una soluzione definitiva. •Invece — conclude Buttiglione —non s'è tenuto conto dell'evoluzione delle coscienze, del desiderio di una parte della società di non considerare negoziabili certi valori, dell'esigenza, in democrazia, di garantire il diritto di cambiare opinione. La politica ha continuato ad affidarsi alle mediazioni. Lo Stato ne ha fissato i limiti, immutabili, per legge. Ora se i movimenti protestano, tutti lanciano l'allarme. Senza capire, come diceva un filosofo polacco che io stimo, che per fare un buon compromesso bisogna amare senza compromessi la verità-. Marcello Sorgi

Luoghi citati: Cesana, Fiesole, Gedda, L'aquila, Milano, Roma, Seveso