Wilen, torna un idolo jazz

Wilen, torna un idolo jazz Il più bel concerto della stagione torinese con Del Fra e Sellin Wilen, torna un idolo jazz Genio e cultura del tenorista francese, ex fanciullo prodigio delle calde notti musicali parigine - Ha vissuto intensamente l'epopea degli Anni Cinquanta con Miles Davis e Coltrane, poi crollò sotto il peso del successo - Una rinascita che ha bruciato le tappe TORINO — La grande serata era nell'aria, con quei tre, aria di Jazz, tempo di jazz, il cuore, la storia, uomini del jazz: Barney Wilen, Riccardo Del Fra', Hervé Sellin. A Milano l'altra sera c'era il mitico Davis e avremmo anche voluto ascoltarne l'ennesima autocommemorazione se non fosse stato per questo concerto in concomitanza del quale proprio un ex di Miles Davis era il protagonista. Per una volta, abbiamo fatto il tifo per Torino. Ce ne rallegriamo. E' raro oggi evitare la noia e trovare ancora l'occasione di sentirsi vivi con gente viva, autentica. E' accaduto al Leri (corso Vittorio 66) per gli appunta- menti del Centro Jazz. Tre musicisti in scena: Barney, Riccardo e Hervé. Hanno una storia da raccontare. Eccola. Barney è il più celebre del gruppo. E' stato con Davis quando suonare con Davis significava entrare in concorrenza con la musica di un John Coltrane. Correva l'anno 1957 e Louis Malie chiese a Miles di improvvisargli la colonna sonora di Ascensore per il patibolo; gli offriva una bella somma di dollari e un'orchestra: Wilen al sax, Urtreger al piano, Michelot al basso e Kenny Clarke alla batteria. Fu cosi che tutto il mondo scopri quel giovane tenorista che faceva calde le notti parigine al Club Saint-Germain, autentico enfant gate del jazz francese, star quasi imberbe, fanciullo prodigio. La grandezza di Wilen, allora come oggi, non consiste nel virtuosismo a ogni costo ma nell'intelligenza, virtù rara e poco apprezzata (non soltanto nel mondo della musica). Il suo suono è robusto ( oggi è la norma ma allora contrastava violentemente con i -flautati» degli Stan Getz e dei californiani alla moda) mentre il discorso solistico entrava (1957) «dentro- la situazione attraverso un'analisi armonica che anticipava di vent'anni l'Europa del jazz. Il suo idolo era Sonny Rollins. Rollins come sintesi di una storia che comprende Bud Freeman, gli ellingtoniani, Coleman Hawkins, Lucky Thompson: il sassofono. Genio e cultura. Il giovanotto divenne un idolo. Poi crollo sotto il peso del successo. E' rientrato in orbita in anni recenti. La sua rinascita ha bruciato le tappe. Il nuovo Barney Wilen è sempre Barney Wilen. Il suo nuovo disco (lo splendido French Balladed. Ida Records) ha venduto quarantamila copie, una bella cifra nel mercato del jazz. L'altra sera abbiamo riascoltato un grande sassofonista, inventivo, sicuro di sé, un solista dalla splendida e piena sonorità, modernissimo ma attento al rischi della volgarità, un rischio sovente connesso con le mode. Il jazz europeo ha avuto due grandi nomi e due grandi epopee: entrambe appartengono agli Anni Cinquanta: Lars Gullin (11 Jazz svedese) e Barney (quello francese). E' con commozione che abbiamo riascoltato questo giovane guru (Barney ha infine cinquant'anni), un maestro per una generazione di musicisti. Non gli sono stati da meno i suoi partner. Al basso c'era Riccardo Del Fra', romano trapiantato a Parigi, già braccio destro di Chet Baker durante innumerevoli tournée e ben otto dischi. Riccardo suona il vero Bebop, con la cavata e il tempo dei grandi maestri. E' abituato (proprio con Chet) a suonare in gruppi dove la batteria è vacante. Ci pensa lui. Con la sensibilità del grande solista, Del Fra' interviene dove potrebbero crearsi dei vuoti e li colma ma senza strafare, con determinata freddezza, calcolata perizia, con attenta sollecitudine, con -musicalità». Anche Riccardo è autore di un disco di successo appena pubblicato: A Sip OfYour Touch, edizioni Ida. Alla serata, la più appassionante durante un'intera stagione torinese, prendeva parte anche il pianista francese Herve Sellin (già con Johnny Griffin) che completa il trio. Sellin suona come Sellin. tuttavia, nel suo stile, in assoluta adesione con quello dei partners. si notavano tracce desunte da una grande, imprescindibile lezione: quella dei maestri Garland. Kelly. Evans. Et voila. mes amis, une grande, belle soirée. Franco Montimi Barney Wilen, sassofonista

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