E la cronista dell'Unità accusa il pci

E la cronista dell'Unità accusa il pci Al processo Cirillo il falso documento sul sequestro pubblicato dal quotidiano comunista E la cronista dell'Unità accusa il pci «Non mi hanno dato tempo per fare verifiche, volevano stamparlo subito nonostante fossi in disaccordo» - Deve rispondere di diffamazione nei confronti del vicesegretario della de Scotti NAPOLI — -Se ho agito con leggerezza, la direzione de l'Unità e i vertici del partito comunista non hanno saputo fare di meglio-. Alla settima udienza del processo Cirillo, Marina Maresca, ex giornalista de l'Unità che pubblicò il falso documento sulle trattative tra Cutolo e i politici durante il sequestro dell'ex assessore regionale, risponde per un paio d'ore alle domande del presidente Pasquale Casotti. Ammette di avere sbagliato in buona fede, ma tira continuamente in ballo gli stati maggiori del quotidiano del pei e dello stesso partito. E quando il magistrato le chiede come mai non avesse verificato notizie cosi delicate come quelle sulle presunte visite a Cutolo degli esponenti de Enzo Scotti e Francesco Patriarca, ribatte.-Non avevo alcun sospetto sull'autenticità delle informazioni. Ma c anche vero che il giornale non mi diede il tempo di fare alcuna verifica, perché decise subito per la pubblicazione, nonostante fossi in disaccordo-. Marina Maresca e accusata di aver diffamato Scotti e Patriarca, ma anche di aver sempre saputo della falsità del documento -costruito- da Luigi Rotondi, ambiguo faccendiere irpino, ex collaboratore del settimanale scandalistico Abc ed ex informatore della polizia che si spacciava per agente dei servizi segreti. Ammette solo che fu Rotondi a rifilarle 11 rapporto falso «targato- ministero dell'Interno. -Non avevo nessun motivo di non credergli — precisa —, neanche quando il 1S marzo, dopo la pubblicazione del primo dei miei tre articoli, corninciarono a piovere le smentite-. La giornalista credeva ciecamente al suo informatore. A tal punto che. quando il direttore de l'Unita Claudio Petruccioli le chiese chi fosse la -fonte-, rispose con una clamorosa bugia: -£' stato il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Vittorio Martusciello-. Perché mentì? -Rotuidi mi aveva detto che copie di quei documenti erano depositate anche negli uffici giudiziari napoletani. Ecco perché feci il nome del magistrato. Non volevo bruciare chi mi aveva dato notizie che ritenevo vere-, replica Marina Maresca. L'interrogatorio della giornalista proseguirà domani. E' definitivamente uscito di scena, invece, un altro protagonista della «spy story» sulla liberazione dì Ciro Cirillo: Franco Guarracino, ex brigadiere degli agenti di custodia del carcere di Ascoli Piceno, l'uomo che, secondo l'accusa, sa tutto delle visite a Cutolo e diede una mano a cancellare dai registri i nomi compromettenti. Ieri Guarracino, che nega ogni responsabilità, ha risposto per tre ore alle domande del presidente. Ha parlato a lungo delle missioni degli -007» del Sisde e del Sismi nella primavera dell'81. -Sapevo che i nomi di quelle persone non venivano registrati. Ma c'erano ordini superiori-, si è giustificato. Ma si è lasciato sfuggire che in carcere entrarono altri personaggi, oltre quelli già individuati. -Chi e quanti erano, e quando parlarono con Cutolo? Potrà pure fornirci una descrizione di queste "sagome bianche", di questi misteriosi personaggi-, ha chiesto il presidente. ■Uno era Mario Cuomo (camorrista all'epoca latitante, ndrj — ha risposto Guarracino —. Di un altro sentii solo la voce attraverso una porta chiusa. Per il resto, non ricordo-. Fulvio Milonc Napoli. Marina Maresca, ex giornalista de «l'Unità», in aula

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Napoli