Milano, 70 mila contro i decreti

Milano, 70 mila contro i decreti Sciopero generale di quattro ore; per i sindacati è la più grande manifestazione degli ultimi anni Milano, 70 mila contro i decreti DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Settantamila secondo i vigili urbani, oltre ottantamila secondo fonti sindacali: è certo che a Milano, da anni, non si vedeva una manifestazione di queste dimensioni. Ieri c'è stato lo sciopero generale (dalle 9 ai turni di mensa) indetto da Cgil-Cisl-Uil -contro la manovra economica del governo e in particolare contro i ticket sanitari». E ai lavoratori, delle fabbriche, del pubblico impiego, del terziario, si sono aggiunti i pensionati, gli studenti. Tre cortei: il più grosso da piazza San Babila, nel centro della città. La manifestazione è cominciata puntualmente alle 9,30 ma erano soltanto le 11 quando la coda dei cortei è arrivata nella piazza del Castello Sforzesco dove si teneva il comizio. E già il grosso si stava disperdendo quando in piazza è arrivato il corteo degli studenti: mi¬ gliaia anche loro, manifestavano «contro l'autoritarismo» (un liceo è occupato per protesta contro la preside) ma non mancavano gli slogan contro il governo e i ticket. Lo :;.;iopero era stato deciso concordemente dalle tre confederazioni sindacali dopo che la Uil aveva chiesto (e ottenuto) di consultarsi prima con le proprie categorie ed era stata perciò procrastinato rispetto alle manifestazioni che si sono tenute in altre città italiane. La giornata di ieri era stata preceduta da assemblee nei luoghi di lavoro organizzate dai sindacati ma soprattutto da una spontanea mobilitazione di base che e sfociata in una manifestazione più «popolare» che sindacale. C'erano, certo, gli striscioni dei consigli di fabbrica (e applausi e sventolìi di bandiere hanno accolto in piazza l'arrivo dell'Alfa Romeo), ma anche cartelli im¬ provvisati; c'erano tanti anziani, tante donne, bambini con madri e insegnanti. Vi aspettavate una simile partecipazione? -In un certo senso si — risponde Cesare Aureli, segretario aggiunto della Camera del lavoro —, forse non ci aspettavamo la consapevolezza dimostrata dai lavoratori sulle nostre proposte per una riqualificazione complessiva dei servizi sociali. La manifestazione di ieri era la logica continuazione di quella di novembre sulla giustizia fiscale». «Ticket: no alla tassa sulle disgrazie»; «De Mita, falla finita, la sanità la paghiamo da una vita-: «Via i ticket della vergogna-: questi gli slogan più diffusi assieme alla richiesta, fatta da molti settori del corteo, di uno «sciopero generale nazionale». A questa richiesta ha risposto indirettamente il segretario confederale della Cisl, Emilio Gaba- glio, che ha tenuto il comizio conclusivo: -Se sarà necessario — ha detto — Cgil Cisl e Uil proporranno forme di lotta ancora più dure per affermare una linea di equità, di giustizia e di efficienza. Non ci accontenteremo di semplici aggiustamenti-. -Qualcuno — ha concluso — ha tacciato il sindacato di comportamenti da Terzo Mondo. Ma se c'è qualcosa che assomiglia al Terzo Mondo è il fisco del nostro Paese-. La manifestazione ha bloccato per ore il traffico cittadino. Allo sciopero hanno aderito anche il Siulp (sindacato unitario lavoratori polizia) e i vigili urbani, mentre i trasporti hanno effettuato una «fermata simbolica» di un quarto d'ora. Molti i lavoratori della sanità al corteo, e molto combattivi: in tutti gli ospedali sono stati comunque garantiti i servizi di assistenza. Il corteo di protesta contro la politica fiscale del governo ha paralizzato il centro cittadino

Persone citate: Cesare Aureli, De Mita, Emilio Gaba

Luoghi citati: Milano