Sanità, stop alla Camera di Stefano Lepri
Sanità, stop alla Camera E' mancato il numero legale per il decreto sui ticket Sanità, stop alla Camera Le opposizioni hanno lasciato l'aula - Zangheri (pei): «Il pentapartito si contraddice: definisce urgente un provvedimento che vuole modificare» - Il psi non partecipa alla riunione tecnica di maggioranza: «Gravi limiti della manovra, colpisce le aree più deboli» ROMA — Per il decreto sui ticket ieri sera alla Camera è mancato il numero legale. Al termine di una giornata confusa, in cui i partiti della maggioranza sbandavano, le opposizioni hanno provato ad alzare il tiro. Dai missini ai demoproletari, tutti i deputati di opposizione si sono messi d'accordo per uscire dall'aula. Le assenze nella maggioranza, circa 120 non giustificate su 371, sono state sufficienti a rendere nulla la votazione. La Camera doveva esprimersi sulla «necessità e urgenza» del decreto-legge sui ticket. E' la procedura prevista per i decreti, prima che ne cominci l'esame in commissione. In tempi di voto segreto, sarebbe stato uno scrutinio ad alto rischio, sotto la pressione delle proteste in tutto il Paese. Con il voto palese, il rischio no:i c'era anche se ormai tutti i partiti della maggioranza, ognuno per conto proprio, chiedono modifiche ai ticket. Era questa, secondo i comunisti, la contraddizione da portare alla luce. «£' scandaloso — dichiara il capogruppo del partito alla Camera Renato Zangheri — che la maggioranza chieda l'urgenza per un provvedimento che essa stessa dichiara di volere modificare'. Quanto siano grandi i cambiamenti di cui i partiti della maggioranza parlano, però, non è ancora chiaro. Né, soprattutto, quando ne discuteranno. Sono state cancellate le riunioni tecniche tra i responsabili sanità dei partiti della maggioranza e il ministro Carlo Donst-Cattin. Dopo il nulla di fatto di martedì, i socialisti ieri sono passati all'attacco. Nella mattinata hanno fatto sapere che non sarebbero andati alla riunione tecnica; e la riunione è stata annullata. Sull'Avana/ di oggi si legge che 'la manovra presenta limiti gravi sul piano dell'equità e dell'impatto sulle aree sociali deboli». I liberali, subito dopo aver saputo che i socialisti disertavano l'appuntamento, hanno cercato anche loro di riprendere libertà di manovra. La segreteria del pli ha rispolverato la proposta di sospendere gli effetti del decreto sulla Sanità finché non saranno pronte le modifiche. II gruppetto di ex socialdemocratici dell'uds, prossimo a confluire nel psi, minaccia voto contrario. Quando si discuteranno le modifiche? Oggi, una volta sbloccato il responso dell'aula, alle 16, la commissio¬ ne Affari sociali della Camera comincerà l'esame del decreto. Ma non ci sarà traccia di emendamenti concordati tra i 5 partiti di maggioranza. 'Non so quando ci vedremo di nuovo — risponde il ministro DonatCattin — occorre chiederlo ai socialisti. Non so quali saranno i tempi per mettere a punto gli emendamenti». La profondità delle modifiche che potrebbero essere apportate ai ticket dipende, con tutta evidenza, dall'evoluzione della crisi politica. I socialisti in primo luogo attaccano il governo: il ministro Carlo Donat-Cattin, certo, ma implicitamente anche i loro ministri che ne fanno parte. L'operazione ticket viene definita dall'Avana/ 'affrettata, superficiale e per molti aspetti tecnici assolutamente imprecisa». Cosicché le proteste sono 'giustificate». Le richieste del partito socialista sono: 1) ampliare le esenzioni ai ticket, «sia per il reddito che per particolari condizioni di malattia»; 2) definire -letti o limiti» di spesa a carico del cittadino per ciascun tipo di intervento sanitario; 3) criteri più semplici per la riscossione; 4) migliorare le norme sulla riorganizzazione delle Usi e attuarle in tempi brevi. Dunque il ticket sulle degenze ospedaliere, fortemente avversato dai sindacati, ai socialisti, con alcune correzioni, va bene. Sui limiti ai ticket si era cominciato a discutere nelle riunioni tecniche di maggioranza poi interrotte. Francesco De Lorenzo, responsabile sanità del partito liberale, spiega di che cosa di tratterebbe: -Per esempio, limitare il ticket a un periodo standard di degenza per ciascun tipo di operazione. In questo modo non si scaricherebbero sui cittadini le inefficienze degli ospedali». Ma gli esperti della presidenza del Consiglio avevano escluso questa ipotesi proprio ritenendo che, con il pagamento del ticket, il paziente e i suoi familiari avrebbero cercato di non prolungare la degenza oltre il necessario. Stefano Lepri
Persone citate: Carlo Donat-cattin, Carlo Donst-cattin, Francesco De Lorenzo, Renato Zangheri, Zangheri
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