Wozzeck, è l'ora del riscatto
Wozzeck, è l'ora del riscatto Una prova di classe per Claudio Abbado e l'Opera di Vienna Wozzeck, è l'ora del riscatto In due Cd la registrazione dal vivo delle rappresentazioni tenute nel giugno '87 COMINCIANO ad uscire i primi dischi che documentano l'attività svolta in questi anni da Claudio Abbado all'Opera di Vienna. Registrato dal vivo durante le rappresentazioni tenute nel giugno del '87 ecco per il momento il Wozzeck di Alban Berg pubblicato dalla Deutsche Grammophon in 2 Cd. L'orchestra dei Wiener Philarmoniker è affidata al coro di Voci Bianche di Vienna e a quello dell'Opera di State diretto da Helmut h Froschauer; i cantanti nelle parti principali sono Franz Grundheber (Wozzeck), Hildegard Behrens (Marie), Walter Raffeiner (Tamburina ggiore,, Philip Langridge (Andres), Heinz Zednik (il capitano). Ascoltare questi dischi Incisi con la chiara volontà di dare il massimo risalto all'orchestra (le voci sono talvolta un po' in secondo piano) signifi¬ ca rivivere le impressioni ricevute alla Scala nelle due ultime edizioni del Wozzeck dirette, appunto, da Abbado con una perfezione che è andata in seguito sempre più affinandosi, sino a questo documento finale, Fuori discussione è la raffinatezza analitica con cui Abbado si addentra nel fantasmagorico labirinto della partitura: l'orchestra nel suo continuo roteare, nello svariare in luci e riflessi, acquista fosforescenze davvero impressionanti. Per dirla in breve, viene fuori tutto ciò che Berg ha riversato nello stampo, così provocatoriamente regolare, delle quindici scene, cinque per ogni atto, ciascuna improntata ad una forma musicale canonizzata (cinque pezzi di carattere — sinfonia In cinque movimenti — cinque invenzioni, più una per l'interludio in re minore). n magma ribolle, cosi, negli argini della forma che lo interseca, affilata come una lama, le note pullulano in una sorta di «animismo» musicale, affiorante con contorni taglienti. Ed è proprio questo che Abbado intende a meraviglia: l'essenza dell'espressionismo come unione di «urlo» e «geometria» teorizzata da Ladislao Mittner in un aureo libretto (Laterza, 1975) che il grande direttore deve essersi letto e meditato a lungo, prima di addentrarsi nel complesso paesaggio di Berg. n suo Wozzeck si eleva in tal modo su di un piano di alta qualità formale, felicemente al riparo da tentazioni veriste che insidiano, talvolta, gli interpreti dell'opera; la classe dell'esecuzione riscatta anche certi luoghi comuni del gusto espressionista che possono infastidire un poco chi vede in Lulu la punta più alta del teatro di Berg, e un archetipo della modernità per l'accostamento, anzi il rovesciamento continuo del dimesso nel sublime (come dire: tradurre in musica la poesia di Montale). I cantanti di questa registrazione sono tutti all'altezza del compito: basta ascoltare con che misura dominano lo Sprechgesang, nei punti in cui Berg lo adotta, per comprendere come il gusto dell'effettaccio sia assolutamente lontano dalla loro ottica interpretativa e come l'imperativo di sobrietà, di rigore e di autentica intensità poetica espresso dalla bacchetta di Abbado venga accolto con dedizione totale. Paolo Gallatati Berg: «Wozzeck», Wiener Philarmoniker, solisti e coro dell'Opera di Vienna diretti da Claudio Abbado, Deutsche Grammophon (2 Cd). Claudio Abbailo al termine di un concerto
Luoghi citati: Vienna
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