«Via i manifesti sexy, cosi si disprezza la donna di Ruggero Conteduca

«Via i manifesti sexy, così si disprezza la donna» «Via i manifesti sexy, così si disprezza la donna» Il pretore di Giulianova fa togliere i cartellon. che annunciavano lo spettacolo di una soubrette a luci rosse «Quella ragazza è rappresentata come un oggetto, un adolescente può pensare di poterla comprare» che conduca una normale vita familiare e dì relazione, immune sia da eccessi moralisteggianti sia da biasimevoli sfrenatezze-. -Il problema — spiega il giovane pretore — è che un ragazzo in via di formazione è molto sensibile al messaggio che gli viene inviato anche attraverso le immagini. Se gli rappresentiamo la donna come un oggetto da comprare o da sfruttare non favoriamo di certo quella tendenza evolutiva del diritto che proprio in questi giorni, con la discussione in parlamento del disegno di legge ROMA — Un giovane pretore di provincia supera l'annoso ed incerto concetto di «comune senso del pudore» e ordina il sequestro di manifesti sexy perché -inducono disprezzo nei confronti della persona della donna- e spingono i giovani a pensare che essa -sta semplicemente oggetto di appetito sessuale-. E' accaduto a Giulianova. in provincia di Teramo e il magistrato, che per la prima volta ha dato un'interpretazione innovativa all'articolo del codice che ha sempre diviso sino ad oggi l'opinione pubblica, si chiama Mario Ardigò: 32 anni, bolognese, già uditore a Roma, da due anni nel suo primo incarico di pretore. Venerdì scorso, appena ricevuto il rapporto dei carabinieri, ha ordinato di far sparire dal centro della città, e in particolare dai muri di una suola elementare, i manifesti che raffiguravano una certa -Selen», prosperosa e disinibita soubrette ripresa nuda e in atteggiamento -invitante: Il pretore Ardigò ha applicato la vecchia legge del 1960 tenendo ben presente la definizione di -pudore- che, secondo una recente sentenza della Cassazione, non è il comune sentimento di una persona adulta e già formata, ma quello -di un adolescente medio dei tempi moderni, inteso cioè come quel giovane sulla violenza sessuale, si sta cercando di realizzare-. Con un occhio al codice in vigore e l'altro all'aggiornamento della legge, il pretore sembra aver segnato un nuovo solco sul quale però non tutti sono d'accordo. Il reato per il quale ha chiesto il sequestro dei manifesti non è nemmeno di sua competenza. Ha agito per -motivi d'urgenza- e a decidere, ora, sarà la procura della Repubblica di Teramo. Il procuratore potrà archiviare il caso entro pochi giorni, ritenendo infondata l'interpretazione di Ardigò, oppure istruire il processo e rinviarlo al giudizio dell'aula. In ogni. caso, una nuova strada è stata aperta. Grazie anche, sembra di capire, alle proteste delle donne comuniste di Giulianova che l'anno scorso organizzarono manifestazioni per gli stessi motivi. Il pretore Ardigò era però in ferie e non potè farci nulla. Questa volta, invece, il pretore era al suo po*<n e l'ordinanza è scattata puntuale. Ma Ardigò ha deciso di intervenire con una motivazione originale. -Sono diventato maggiorenne nel '75 — dice — e appartengo a quella generazione che non ha mai ! vissuto o praticato un rapporto con la donna di padrepadrone o marito-padrone. E' vero, la mia ordinanza difende indirettamente la figura della donna, nel senso che nella formazione dei minori deve rientrare un concetto di donna che non sia quella di semplice oggetto di desiderio sessuale o semplice oggetto di mercificazione-. Una censura, quindi, non ••bacchettona-, ma -educativa o preventiva- come spiega il magistrato. Un'ordinanza sulla quale si dichiara totalmente d'accordo Tina Ansclmi. presidente della commissione per la parità uomodonna di Palazzo Chigi, ma che lascia perplessa un'altra componente dello stesso comitato, l'avvocato Laura Remiddi. -Nei primi anni Settanta — ricorda — le femministe erano solite apporre sui manifesti sexy o addirittura osceni degli adesivi con la scritta questo offende la donna'. Non vorrei che l'iniziativa del pretore di Giulianova, anche se a fin di bene, scatenasse una campagna repressiva sia pure con altre motivazioni. Si comincia con la pornografia e poi non si sa mai dove si va a finire Rimango dell'idea che in fatto di censura ci dovrebbe essere una campagna di autoregolamentazione o di sensibilizzazione più che di repressione-. Ruggero Conteduca

Persone citate: Ardigò, Laura Remiddi, Mario Ardigò, Selen

Luoghi citati: Giulianova, Roma, Teramo