Un crociato a Beirut

Un crociato a Beirut Neanche il Ramadan ferma i combattimenti Un crociato a Beirut Il generale Aoun, capo del governo cristiano, proclama la «guerra di liberazione» contro i siriani - «Posso incontrare Assad, ma a Ginevra» E' cominciato venerdì nel mondo arabo il Ramadan, il mese sacro del digiuno, nono del calendario lunare musulmano. Durante il Ramadan, i fedeli sono tenuti ad astenersi dal cibo c dalle bevande, dal fumare c dai rapporti sessuali: dall'alba al tramonto. Le regole a suo tempo dettate da Maometto non prescrivono l'astensione dal combattimento, la guerra è guerra. Sicché non dovremo stupirci se in Libano la tregua d'armi tra musulmani c cristiano-maroniti, proclamata mercoledì dal ministro degli Esteri del Kuwait, Sabbah alAhmad As-Sabbah, non avrà futuro: il generale Aoun, capo del governo cristiano, non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua «guerra di liberazione» e ciò «irrita» la Siria. Liberazione da chi, forse da Israele che controlla il Sud del Libano? Anche, chissà, ma soprattutto liberazione dalla Siria che con ben trentacinquemila uomini «occupa» il resto del Libano, vale a dire Beirut Ovest e la Vaile della Bckaa, dove hanno quartiere gli bezbollahi (i miliziani sciiti del «partito di Dio», quelli che tengono gli ostaggi occidentali). La Siria non è una potenza occupante, i soldati siriani entrarono nel 1976. in Libano, un anno dopo lo scoppio della guerra civile (in corso da 14 anni, fra una tregua e l'altra) perché chiamati dalla Lega Araba. Dopo l'invasione israeliana del 1982 (la improvvida «Operazione Pace in Galilea»), il contingente siriano si ritirò per successivamente ritornare in Libano nel 1987, rispondendo all'appello di Rashid Karamé. il primo ministro che. poi. sa- stiano il generale Aoun regola i conti con le «forze libanesi» di destra di Samir Gcagea; e in marzo. Il giorno 8 di quel mese appena trascorso, il generale Aoun decide di estendere il suo potere anche su Beirut Ovest, decretando il blocco dei porti sì da impedire, dice, che siriani e drusi li usino impunemente per i loro traffici d'armi e stupefacenti. Nel Venerdì Santo, Aoun proclama la «guerra di liberazione» condannando, in fatto, Beirut a un nuovo massacro perché siriani e drusi non vanno tanto per il sottile e bombardano a man salva il settore cristiano della già felice capitale del fu Paese dei cedri. Ora. certamente preoccupato per le gravi perdile subite il generale Aoun dichiara di esser pronto a incontrare il presidente siriano Assad ma non a Damasco ("Capitale die non riconosce i diritti umani" ) bensì a Ginevra. Il Libano non è più un Paese ma piuttosto un territorio e la sua politica non è dettata da uno Stato bensì dallo stato d'animo di questo o quel signore della guerra e tuttavia esiste una nazione libanese, infelice, eppure non rassegnala alla rovina. E poiché la pace in Medio Oriente è indivisibile, come ben scrive il columnist arabo Saad Kiwan. la crisi libanese rischia di rimettere in discussione tutto quello che di positivo s'è raggiunto fino ad oggi sul versante palestinese. Sicché vicn latto di attendersi una valida iniziativa del governo italiano in direzione dell'Onu non soltanto per far sì che il Libano smetta di produrre cadaveri anziché benessere, ma anche per scongiurare un nuovo devastante conflitto interarabo. Igor Man DAMASCO — Il leader dei drusi libanesi, Jumblatt, ha ammonito ieri la Francia a non intervenire nel conflitto tra il governo cristiano e i musulmani appoggiati dalla Siria. In una conferenza a Damasco, Jumblatt ha detto che 'quello che sta avvenendo in Libano è un conflitto interno che richiede riforme politiche e il rovesciamento del governo militare-. Ha aggiunto di volere un -dialogo coi cristiani democratici-, ma che questo è impossibile -con Aoun-. rebbe stato assassinato. Il generale Aoun, a quel tempo comandante dell'esercito, non si oppose al ritorno dei siriani che oggi combatte su istigazione dell'Iraq, proverbiale nemico ideologico della Siria... A parlare così è il capo del governo musulmano, Selim Hoss. Sì, è scritto bene: il generale Aoun è capo del governo cristiano-maronita, con sede a Beirut list e l'ex premier Selim Hoss è capo del governo musulmano, con sede a Beirut Ovest. Il Libano è l'unico Paese al mondo con due governi che ne sanciscono la divisione. Sette mesi fa, quando venne a scadenza il mandato presidenziale di Amin Gemayel senza che fosse stato possibile eleggere un nuovo presidente. Amin con un colpo di coda, sette minuti prima di sgomberare il campo, nominò capo del governo il comandante dell'esercito, quel generale Aoun che aveva sempre odiato anche perché aspirava apertamente alla presidenza della Repubblica (vi aspira tuttora). E lo fece per creare problemi al'.a Mila che riconosceva il governo di Hoss. Nel 1943 venne varata la «convenzione nazionale» per gettare le basi del Libano indipendente. Quel patto, in forza di una sorta di «manuale Cencelli» libanese, riusci a creare un Paese multiconfessionale. un Libano zona franca nel gigantesco boulevard naturale che collega tre Contine iti: l'Europa, l'Asia. l'Africa. Dall'alba della loro Storia i libanesi, a simiglianza degli antenati, i Fenici, han sempre saputo integrare gli stranieri (dominatori e non), sono sempre riusciti a resistere, a salvare la propria identità culturale, a durare nel tempo diventando in virtù di fantasia e coraggio democratici produttori di benessere. Ma un giorno, e propriamente il 12 aprile del 1975. il vaso di Pandora chiamato Libano si ruppe, a causa dell'agguato dei Falangisti cristiani di Pierre Gemayel, il farmacista detto Pierre le capote (Pierre dei profilattici), a un torpedone carico di palestinesi, tutti trucidati. Il vaso di Pandora si ruppe e fu la guerra civile che si replica oramai da 14 anni. Una stima di Al Abram fissa in ccntosessanlamila i morti della tragedia libanese, una tragedia che il mondo, distratto dalla imifada e dalla pereslroika. sembra trascurare. Eppure dal momento che il Libano, poco più grande delle Marche, conta meno di tre milioni di abitanti è come se. in proporzione, in Italia fossero stale ammazzate due milioni e mezzo di persone. Gli ultimi, per ora. atti della tragedia libanese vanno in scena in gennaio quando gli sciiti filosiriani di Amai si scannano con gli sciiti filoiraniani, gli Iwzbollahi; in febbraio, allorché in campo cri¬