Nasce la Costituzione della «libera» Estonia

Nasce la Costituzione della «libera» Estonia La bozza del programma per l'autonomia Nasce la Costituzione della «libera» Estonia Cittadinanza, valuta separata, concessione perpetua della terra emendamenti. Se le due bozze verranno accettate (e sono pochissime le probabilità che non lo siano) verranno attuate parzialmente entro il prossimo gennaio e completate entro il gennaio •91. I principi costituiscono le basi filosofiche e politiche del nascente Stato indipendente dell'Estonia. Ci sono 19 articoli di principio, che coprono àmbiti come la proprietà, le tasse, i prezzi, la politica regionale, le politiche sociali e culturali, gli investimenti, la protezione dell'ambiente e le relazioni con il resto dell'Unione Sovietica e con gli altri Paesi. Nel preambolo c'è scritto che i diritti sul territorio, l'atmosfera e le risorse minerali devono essere conferiti al governo estone; che tutte le iniziative devono rispettare le leggi estoni, non quelle sovietiche; che verranno ammesse molte forme di proprietà, compresa la proprietà privata almeno delle piccole società; che si cercheranno alleanze economiche con le Repubbliche sovietiche e con i Paesi e le compagnie straniere. L'unica concessione agli interessi sovietici è questa: il -carattere socialista dell'Estonia... viene espresso nella messa a punto di garanzie sociali'. In altre parole, si manterrà uno Stato assistenziale e questo sarà la definizione di •socialismo-. Uno degli articoli più controversi sarà l'articolo 11, che propone una sorta di cittadinanza estone, insieme a leggi sull'immigrazione fatte rispettare da uno specifico servizio di polizia. n dibattito è aperto sui criteri per ottenere la cittadinanza. A un'estremità ci sono i sostenitori dell'indipendenza completa: chiedono che la cittadinanza sia limitata a quanti vivevano in Estonia prima della sua annessione all'Unione Sovietica del 1940 e ai loro discendenti, vale a dire, agli estoni in senso strettamente etnico. I sostenitori della linea moderata propongono che venga offerta la cittadinanza al 40 per cento della popolazione della Repubblica, che sono russi o provengono da altre Repubbliche, se hanno 3-5 anni di residenza e hanno «messo radici». Viene proposta anche una valuta separata—alcuni degli autori del programma la considerano essenziale — ma non è stata ancora fatta nessuna proposta specifica. In un recente dibattito alla televisione estone Indrej Toome, primo ministro, e Rein Otsason, capo del Comitato per la pianificazione dello Stato, si sono detti d'accordo sulla necessità di una qualche forma di valuta. Otsason ha proposto una carta di credito estone e il ministro non ha fatto obbiezioni. Per il resto il potere che Tallinn, la capitale dell'Estonia, ha recuperato da Mosca verrà decentrato alle imprese e alle autorità locali. Le società verranno incoraggiate a formare cooperative e a trovare partner stranieri. Lo Stato estone stabilirà un salario minimo ma non interferirà in altri modi nelia contrattazione collettiva. L'ipotesi non dichiarata è che l'economia dell'Estonia prenda progressivamente le distanze da quella sovietica. Otsason ha detto alla televisione che il programma •non era compatibile con i piani quiìiquennali sovietici-. Alle autorità regionali e locali verrà dato il diritto di stabilire i propri bilanci, un passo che, secondo il programma, dovrebbe stimolare una rinascita della popolazione agricola. I confini dei distretti disegnati dai pianificatori moscoviti nel 1940 verranno smantellati a favore delle precedenti unità amministrative, in atto prima della seconda guerra mondiale e considerate più legittime dal punto di vista culturale ed economico. Ai contadini verrà data la terra in concessioni perpetue: potranno lasciarla ai loro discendenti. Anche nell'Unione Sovietica di Gorbaciov ( che per la verità non differisce molto, per quanto riguarda le relazioni economiche, da quella di Breznev o di Stalin) questa è una mossa che fa restare senza fiato. Essa ha comunque i suoi critici: i più duri sono i russi che vivono nell'Estonia, quasi tutti lavoratori o manager di società sovietiche. Hanno fatto rapporto ai ministeri di Mosca e. lo scorso mese, hanno organizzato delle dimostrazioni per le strade di Tallinn e promesso scioperi per questa settimana (che pero non si sono concretizzati). Gli ottimisti fra gli estoni dicono che molti russi stanne arrivando ad accettare la filosofia dell'autonomia perche si rendono conto che l'Estonia sarà un posto più piacevole a viverci che la loro patria. Ma questa è una speranza più che un dato di fatto. John Lloyd C'op> righi «• Kinancial Times» v per l'Italiii «La Stampa» NOSTRO SERVIZIO Gli estoni si lanciano in avanti. All'inizio di questa settimana la stampa estone ha pubblicato la bozza finale di un programma che getta le basi dell'autonomia economica e giuridica della Repubblica: è questo l'ultimo, forse decisivo passo verso l'obbiettivo dell'indipendenza. Nell'imboceare questa strada, più radicale e al tempo stesso più cauta dei passi simili intrapresi negli altri due Stati baltici, la Lettonia e la Lituania, gli estoni conservano la loro posizione di esploratori dei limiti concessi dalla liberalizzazione sovietica. Si sono assunti una grossa responsabilità. Se riescono a far girare la ruota del nazionalismo più rapidamente del ritmo di cambiamento voluto da Gorbiaciov, rischiano di finire nel groviglio di forze disposte a usare il loro estremismo per mettere fuori gioco le più ampie riforme di Gorbaciov, se non lui stesso. Questo è lo scenario più generale con il quale i leader dell'Estonia devono continuamente mettere alla prova le loro riforme. Sarà dura, perché non c'è solo Mosca a fare pressioni; ora arrivano pressioni anche dal basso. La bozza di piogramma pubblicata all'inizio della settimana ne è una prova. Si divide in due parti: una bozza di legge sull'autogoverno e una bozza di principi generali che stanno alla base delle leggi. Entrambi saranno presentati al Soviet supremo dell'Estonia in maggio; fino al 24 aprile sono possibili

Persone citate: Breznev, Gorbaciov, John Lloyd, Rein Otsason, Stalin