Pronta la legge per salvare il Po di Maria Grazia Bruzzone

Pronta la legge per salvare il Po Saranno spesi 2500 miliardi Pronta la legge per salvare il Po Approvata in commissione - Nuove norme anche contro le alluvioni ROMA — Dopo più di vent'anni di attesa l'Italia dovrebbe avere presto una legge di difesa del suolo: un insieme di norme che permettanno la tutela «dalle acque e delle acque», vale a dire contro le alluvioni e a favore del disinquinamento dei fiumi. Il provvedimento è stato approvato dalla commissione Ambiente del Senato e dovrebbe essere votato in aula entro il mese. Ma essendo già il frutto di un lungo tira e molla fra le due Camere, non si prevedono particolari problemi. Gli stanziamenti previsti sono di 2537 miliardi, gran parte dei quali dovrebbero servire a risanare ì bacini di cinque fiumi «di interesse nazionale», primo fra i quali il Po. Si riuscirà a fare oggi quello che per due decenni è rimasto in sospeso? Il presidente della commissione, il senatore socialdemocratico Maurizio Pagani, ha seguito l'iter della legge per quattro legislature. Eppure è solo moderatamente ottimista. Dice: •Non mi stanco mai di ripetere che avere una normativa non significa necessariamente applicarla. E tuttavia questo dev'essere il primo passo. Anche se i meccanismi escogitali a mio avviso sono ancora troppo complicati per garantire azioni rapide-. 'La necessità di questa legge risale all'alluvione di Firenze del 1966 — ricorda Pagani —. Allora diventò chiaro quanto le vecchie norme sulla protezione idrogeologica del suolo fossero inadeguate-. Sono passati ventitré anni, il problema di stabilire un organo di governo del territorio si è rivelato meno semplice di quanto suggeriva l'apparenza. All'inizio la materia era interamente di competen¬ za del ministero dei Lavori Pubblici. «Col decentramento regionale del 1970 le cose si sono complicate», spiega il senatore alludendo ai conflitti di potere tra le neonate Regioni e i ministeri che col tempo sono poi diventati due, essendosi aggiunta la competenza del dicastero dell'Ambiente. 'Per sbloccare la situazione c'è voluta l'emergenza Valtellina». Col tempo infatti anche il problema si è modificato. Continua Pagani: "Dapprima si pensava a una difesa del suolo in termini puramente idraulici: di argini, dighe, bacini scolmatoi e altre opere pubbliche che proleggessero dalle alluvioni. Con l'evolversi del concetto di ambiente ha preso il sopravvento il tema della tutela delle acque: il disinquinamento dei fiumi e gli interventi per prevenire il decadimento biologico di corsi d'acqua e dei mari dove sboccano-. n nuovo disegno di legge è imperniato sull'idea di «bacino idrogeologico». Vengono distinti tre tipi: di interesse nazionale, interregionale e regionale. Ognuno di essi farà capo a un «comitato di bacino», l'organo di governo del suolo che dovrebbe programmare e operare. Ma solo per i bacini di interesse nazionale sono previsti rappresentanti dei ministeri; alla guida si dovrebbero alternare periodicamente esponenti dell'Ambiente e dei Lavori pubblici, a seconda delle opere da mettere in atto. Bacini riconosciuti di interesse nazionale sono il Po, il Tevere. l'Adige e, curiosamente, il Volturno, il fiumiciattolo che bagna il Sud della Campania. Il grosso degli investimenti andrà al Po. Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Maurizio Pagani

Luoghi citati: Campania, Firenze, Italia, Roma