Tre morti per la donna contesa

Tre morti per la donna contesa Ad Acerra la polizia risolve un giallo cominciato nell'86 Tre morti per la donna contesa Lei fece uccidere a martellate il marito in ospedale - La vittima aveva scoperto che la moglie lo tradiva - Per vendetta altri due assassinati NAPOLI — E' una donna bionda, ancora bella, la «nera» eroina di un intrigo fatto di passione e morte, tradimenti e vendette. C'è lei dietro l'assassinio di tre uomini, nomi di primo piano di quella camorra che vive e prospera nell'entroterra napoletano. A tre anni dall'omicidio di Nicola Nuzzo, il boss di Acerra, la polizia ha scoperto mandanti e assassini e dipanato i retroscena del delitto. Fu la moglie, Carmela Frezza De Rosa, un'avvenente quarantenne, a chiedere ai vertici del clan l'eliminazione dell'uomo. Fedele alleato di Cutolo, poi passalo alla Nuova Famiglia dopo il tramonto dell'organizzazione di cui era stato tra i fondatori, Nuzzo fu massacrato a colpi di martello nella clinica romana dov'era ricoverato il 6 settembre 1986. La spietata esecuzione del pregiudicato, ritenuto depositario di alcuni misteri che accompagnarono la liberazione di Ciro Cirillo, fu il risultato di un «patto» che altro sangue ha poi seminato. L'inchiesta si è conclusa con 12 mandati di cattura. Sette arrestati, tra questi anche la moglie del boss, mentre altri tre pregiudicati sono già in carcere per altri motivi. La ricostruzione degli inquirenti fa risalire alla morte di Nicola Nuzzo due successivi agguati, quello in cui fu ucciso Francesco Vicino, suo medico personale, con un turbolento passato nelle fila della sinistra extraparlamentare; quello che costò la vita al fratello del boss, Raffaele. Di Vicino — come hanno accertato le indagini della polizia — Carmela Frezza era divenuta amante. Una relazione pericolosa, che ben presto il marito della donna scopre. Lei si difende ven¬ dendone la testa ai pezzi da novanta che di Nuzzo sono alleati, Mario Fabbrocino e Antonio Egizio: «Vuole tradirvi, è pronto a schierarsi contro di voi». E i due, gli unici ad essere sfuggiti alla cattura, danno la loro «benedizione». Ma la banda non ha fatto i conti con le ragioni dell'onore, tutelate dal fratello del morto. Raffaele Nuzzo viene a sapere della relazione tra la cognata e il medico del clan e a sua volta chiede e ottiene soddisfazione. «Il dottore vuole farvi le scarpe, ora ad Acerra vuole comandare lui»: è quanto basta per decretare la fine di Vicino, scampato ad un primo agguato e poi «giustiziato» il 13 febbraio dell'86. Alla prima spedizione punitiva partecipa anche il figlio di Nicola Nuzzo, Pasquale, chiamato a togliere di mezzo chi aveva osato prendere il posto di suo padre. Ma la spirale di sangue non si arresta. Raffaele Nuzzo non ha più rivali, è il suo momento. Comincia un paziente lavoro per raccogliere l'eredità del fratello, crede di essere tanto forte da dettare condizioni. Nel suo regno non ammette sconfinamenti degli alleati, gli uomini di Egizio e Fabbrocino sono banditi. E' una dichiarazione di guerra che finisce con un'altra clamorosa e spettacolare esecuzione. Il 4 giugno, il nuovo boss viene attirato in un tranello: in un bar ci sarà l'atteso chiarimento. L'uomo intuisce il pericolo, va disarmato, ma si fa scortare da un nugolo di guardaspalle. Ma sono tutti comprati dai clan vincenti. E così quando i killer sparano con mitra e lupara, per lui è la fine. Mariella Cirillo

Luoghi citati: Acerra, Napoli