1/ nemico fi. 1? La distrazione di Gianni Rogliatti

1/ nemico fi. 1? La distrazione Analisi delle principali cause degli incidenti stradali 1/ nemico fi. 1? La distrazione Si calcola che l'85% dei sinistri dipenda dal fattore uomo - L'importanza di una guida «difensiva», anticipando le manovre altrui e calcolando la distanza di sicurezza - I limiti di velocità Uno studio pubblicato dalla società Toro di assicurazioni fornisce alcuni dati molto interessanti a proposito degli incidenti stradali, dati che meritano di essere commentati. Tra le cause dei sinistri il fattore umano è di gran lunga il più importante: 85%; seguono i difetti del veicolo (ll<7r). Fattori esterni, come lo stato delle strade e le condizioni atmosferiche, sono riconosciuti responsabili soltanto per il 4%. Questi dati concordano largamente con altri ottenuti da vari enti. Chissà se il ministro Ferri sa che su 4 milioni di sinistri risarciti ogni anno dalle società assicuratrici, solo lo 0,57r è provocato unicamente dall'eccesso di velocità. E se lo dicono quelli che pagano i danni, deve essere per forza vero... Dunque, sotto accusa siamo noi, i guidatori, anche perché quell'Ile; di incidenti causati da guasti del veicolo possono essere ricondotti nuovamente all'uomo, sotto forma di scarsa attenzione ai problemi di manutenzione. Parliamo, ad esempio, di pressione insufficiente delle gomme, di tergicristalli che non puliscono efficacemente, di proiettori sgretolati. E che dire di quelle auto che sembrano muoversi per miracolo tanto sono sgangherate, con la carrozzeria arrugginita, i motori ansimanti e inquinanti? Del resto, quali garanzie di sicurezza possiamo avere con la revisione dei veicoli ogni dieci anni? Certo, i progressi della tecnica continuano a migliorare le auto. Basti pensare alla maggiore sicurezza intrinseca di una vettura dotata di trazione integrale permanente e di ABS rispetto alle vetture non dotate di questi sistemi, ma qui il circolo si chiude, perché una macchina più complicata richiede maggiore manutenzione. Dal punto di vista della guida, le cause principali si possono individuare nell'imperizia e nella distrazione, con una percentuale minore dovuta a violazioni delle leggi. Pensiamo a chi passa col rosso o non rispetta uno stop. Però, al limite anche in questi casi si può supporre che non sempre si tratti di malafede bensì di semplice quanto grave disattenzione. L'imperizia—sia ben chiaro — non è solo quella dei neopa- entati. C'è gente che non ricorda quanto diventi scivoloso l'asfalto inumidito dalle prime piogge dopo un lungo periodo di siccità. E' una situazione che richiederebbe un'auto limitazione della velocità, sia pure momentanea: ma se uno non la mette in atto per conto suo, chi provvede? I tamponamenti a catena in autostrada sono spesso dovuti a un cocktail tra distrazione e incapacità di giudicare in modo esatto la distanza di sicurezza. In Germania, dove non esistono limiti di velocità generalizzati (solo certi tratti considerati pericolosi vengono regolamentati), si sostiene che un limite basso crea uniformità di marcisi, noia e quindi disattenzione, con maggiori probabilità di incidenti. Ricordiamo che le autostrade tedesche sono tra le più sicure del mondo. Poiché si può essere coinvolti in un incidente anche senza colpa, bisogna pensare a uno stile di guida che alcuni autori definiscono «difensivo» ed altri come «guidare a vista». Questo significa che bisogna portare un'auto mantenedo sempre un alto grado di attenzione su quanto ci circonda. Non bisogna badare soltanto a ciò che avviene davanti a noi, ma anche alle nostre spalle, con frequenti e rapide occhiate allo specchietto retrovisore. L'importante è non rimanere sorpresi da una manovra altrui, giusta o sbagliata che sia. Guidare a vista vuol dire anche essere pronti a manovrare per evitare incidenti con altri veicoli che abbiano perso la «rotta» e mantenere in ogni momento una velocità proporzionata alle condizioni del traffico e alla visibilità. 190 l'ora sulle strade extraurbane sono una velocità di tutto riposo se siamo soli, o quasi, il bello è se il percorso è dritto, ma le cose cambiano nelle curve, con la nebbia, con flussi veicolari fitti. Ci sono poi i cosiddetti «punti neri», ossia le zone in cui gli incidenti sono molto più frequenti che sul resto della rete stradale. Uno di questi sembra essere il tratto di autostrada tra ì caselli di Piacenza Nord e Sud sull'Autosole. Si fa qualcosa per scoprire le cause ed eliminarle? Gianni Rogliatti

Persone citate: Fattori

Luoghi citati: Germania, Piacenza