Cassino, nel regno dei robot di Michele Fenu
Cassino, nel regno dei robot Visita al futuro: ecco la «fabbrica integrata» dove nascono le Fiat Tipo Cassino, nel regno dei robot L'impianto è progettato per produrre a regime 1800 auto al giorno - Laser e sofisticate macchine automatiche ■ Qualità e flessibilità DAL NOSTRO INVIATO CASSINO — Addio vecchi stabilimenti rumorosi e catene di montaggio stile Henry Ford. Visitare Cassino, la fabbrica dove nasce la «Tipo», significa fare un salto nel futuro, vedere come, probabilmente, saranno gli impianti industriali degli Anni '90 o del Duemila (negli Usa la Mitsubishi e la Chrysler ne stanno costruendo uno analogo), toccare con mano la risposta industriale europea, o perlomeno quella del made in Italy, all'offensiva giapponese. Una risposta che si gioca sul piano della qualità (la macchina sbaglia meno dell'uomo, non è mai stanca o preoccupata o distratta) e su quello della flessibilità (ancora la macchina è capace di adattarsi istante per istante al tipo di modello o versione da produrre). A Cassino sono sparite le tute blu, nelle varie aree in cui nasce la «Tipo» (occorre mediamente un giorno e mezzo per trasformare i lamierati e i vari componenti che arrivano in fabbrica in un'automobile marciante) si scorgono le magliette colorate degli specialisti addetti al ciclo: gialle, arancione, verdi... Chi sorveglia le macchine, chi opera alla manutenzione, chi sovraintende alla qualità... E sì, perché gli uomini sono rimasti, naturalmente. Dicono in Fiat: «L'automazione e solo uno strumento speciale che continua ad aver bisogno dell'uomo-. Lo stabilimento è il regno dei ròbot, dell'elettronica, dei computer, dei laser. Un'orgia di tecnologia d'avanguardia che costituisce un nuovo modo di fabbricare automobili. Pensate, ogni vettura ha sul tetto una specie di saponetta grìgia che costituisce una specie di «carta d'identità» della stessa in base alle richieste del cliente. Colore, motorizzazione, allestimenti, accessori particolari. Man mano che il ciclo avanza l'auto si forma, quell'auto specifica e tutto si incastra perfettamente come in un gioco del Lego. Due le aree di particolare interesse, quelle del montaggio e della creazione del sofisticato portellone posteriore. «Non esiste altro stabilimento al mondo — dicono con orgoglio in Fiat — dove il mon- taggio sia così automatizzato». Il segreto è nella filosofia di base dell'operazione: non più tante parti sciolte che arrivano alla catena e sono assemblate dagli operai, ma sottogruppi completi che giungono da linee collaterali e che vengono uniti alla vettura da robot. Ad esempio, il gruppo anteriore viene ottenuto unendo tra loro il motopropulsore, la traversa completa di bracci delle sospensioni e i complessivi mollaammortizzatore-portamozzo. E il portellone? Dal materiale plastico all'oggetto fatto e finito, un guscio bianco che viene legato alla struttura di base e poi sottoposto a vari processi. Cassino, inaugurato nel 1972 e ristrutturato negli ultimi quattro anni (e i lavori non sono ancora finiti), può produrre a regime 1800 vetture al giorno, qualcosa come 400-450 mila all'anno. Oggi fabbrica ogni 24 ore circa 1000-1100 «Tipo» (altre 800 sono realizzate nello stabilimento di Rivalta) e 200-300 «Regata». La cadenza è in salita e arriverà nel giro di qualche mese agli obiettivi stabiliti, anche per rispondere alle esigenze dei futuri modelli del «Programma Tipo». Qualità, flessibilità, affidabilità: sono le parole d'ordine che si colgono a Cassino. E in una specie di stand viene esposta la «Tipo della settimana», ovvero la vettura super sul piano della qualità. Una sfida nella sfida. Michele Fenu
Persone citate: Henry Ford
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