Dal Csm un primo ne al giudice Riggio

Dal Csm un primo ne al giudice Riggio Il magistrato ricattato dalla mafia aveva chiesto il trasferimento alla pretura di Caltanissetta Dal Csm un primo ne al giudice Riggio La domanda probabilmente non sarà accolta - E' contestato per il modo in cui ha annunciato la rinuncia (un'intervista tv) • Il Consiglio superiore della magistratura vuole da Vassalli la relazione del suo ispettore - Ancora polemiche fra le correnti ROMA — Il comitato antimafia del Consiglio superiore della magistratura ha aperto ufficialmente l'indagine conoscitiva sulle minacce ricevute dal giudice Gianfranco Riggio e sulla sua rinuncia all'incarico nell'Alto commissariato antimafia. Per lunedì sono stati convocati a Palazzo dei Marescialli il presidente della corte d'appello di Palermo. Carmelo Conti, e il procuratore generale Vincenzo Pajno. Della vicenda del magistrato siciliano si occuperà presto anche la commissione incarichi direttivi del Csm, che deve decidere sulla sua richiesta di essere trasferito a Caltanissetta, come procuratore presso la pretura. Ma nei corridoi del Consiglio, quella nomina che appariva certa fino a qualche giorno fa, viene ora considerata improbabile. Come si fa, si dice, ad affidare un simile incarico direttivo ad un giudice che ha annunciato in tv la sua rinuncia a quello che aveva chiesto per via delle minacce mafiose? La decisione di ascoltare Conti e Pajno deriva dal fatto che la corte d'assise di Agrigento presieduta da Riggio, impegnata nel processo per la strage di Porto Empedocle, rientra nel distretto della corte d'appello palermitana. Ai due magistrati verrà anche chiesta una relazione sui criteri adottati per garantire la sicurezza dei giudici impegnati in processi di mafia e dei loro familiari. Per ora si è deciso dì non convocare a Roma il giudice interessato. C'è infatti la preoccupazione, fra i membri del Csm, di non interferire sul dibattimento in corso ad Agrigento, che dovrebbe concludersi con la sentenza entro fine aprile. L'Antimafia del Consiglio ha anche deciso di acquisire la relazione che l'ispettore ministeriale Vincello Rovello consegnerà al Guardasigilli Vassalli. Rovello, inviato dal ministro in Sicilia per indagare sul caso Riggio. ha ascoltato numerosi capi di uffici giudiziari e lo stesso magistrato minacciato. -Ci riserviamo ogni ulteriore determinazione all'esito dei colloqui e dopo la lettura della relazione-. aggiungono i consiglieri del comitato antimafia. Sulla rinuncia di Riggio ad andare a lavorare con Sica, e sulla decisione di rendere pubblica quella scelta con un'intervista tv, si susseguono le prese di posizione. Critiche al magistrato arrivano dai giudici che si riconoscono nel Movimento per la giustizia. Il JWotnmenio, dopo aver ricordato le carenze dello Stato nella lotta alla mafia e nella protezione dei magistrati, censura Riggio sostenendo che -va affermata la necessità di un'attenta valutazione nelle sedi proprie del comportamento di chi contribuisce di fatto all'isolamento e all'indebolimento di quanti continuano il duro, lalvollc oscuro e spesso efficace, lavoro di contrapposizione alla mafia-. Critico anche il cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo, intervistato da Avvenire: -L'episodio in sé lo considero gravemente negativo, perché finisce ; r dar forza a quelli che si avvalgono proprio di questi metodi di intimidezione per arrestare il braccio di chi vuole procedere all'amministrazione della giustizia e alla correzione di determinale devianze sociali-. gio. bia.

Luoghi citati: Agrigento, Alto, Caltanissetta, Palermo, Porto Empedocle, Roma, Sicilia