Fecondazione artificiale Confronto tra 4 religioni

Fecondazione artificiale Confronto tra 4 religioni Teologi e scienziati al convegno di Gerusalemme Fecondazione artificiale Confronto tra 4 religioni Cattolici, ebrei, musulmani, buddhisti tra chiusura e tolleranza NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Nel corso di un convegno sulla fecondazione artificiale che si svolge in questi giorni a Gerusalemme, religiosi in rappresentanza di tre fedi monoteistiche e di quella buddhista hanno messo in guardia gli scienziati che studiano questa materia -a non andare troppo lontano» e a «non contravvenire alle leggi di Dio». In vari interventi si è notata però la commossa partecipazione al dramma delle coppie sterili e il tentativo di interpretare in maniera elastica i precetti delle religioni per venire in aiuto a chi soffre. Per l'ebraismo, ha spiegato l'ex rabbino capo Shlomo Goren, «la sterilità è infalli un colpo mortale alla vita della coppia». E' dunque consentita la fecondazione artificiale fra marito e moglie, ma non la donazione indiscriminata di sperma «che potrebbe causare involontari incesti». Nei casi in cui il seme del marito non possa fecondare la moglie, ha stabilito Goren, lo sperma può essere donato da un'altra persona che sarà però considerata padre del bambino. Illustrando la posizione dell'Islam, lo sceicco Al Tabari ha concordato con Goren che la procreazione è un diritto vitale e un privilegio, «ma il compilo della scienza deve limitarsi a facilitare la fecondazione della donna con lo sperma del marito». Per i musulmani l'embrione è considerato un essere vivente fin dal momento del concepimento. «Gli esperimenti sull'embrione — ha aggiunto — sono consentiti solo per salvare la vita di donne in pericolo. Se voi scienziati non state attenti, un giorno potremo non sapere più chi siano i nostri genitori». Il professor Akhayra Kotaky, buddhista giapponese, si è detto favorevole alla fecondazione in provetta e al congelamento degli embrioni per alleviare il dolore delle coppie senza figli in base al concetto generale che «si può fare quanto non fa male ad altri». Ma il buddhismo, ha subito aggiunto, dà un'importanza particolare al rapporto armonico che scaturisce tra il feto e la madre e si oppone alla pratica delle «madri surrogate», di coloro le quali cioè mettono il loro utero a disposizione di altre. Basandosi su un poema del secondo secolo scoperto di recente, il rabbino Goren ha riferito di quello che probabilmente è il primo caso di «madri surrogate» nella storia. In esso si racconta che le due mogli del patriarca Giacobbe, Rachele e Lea, si sarebbero scambiate reciprocamente i feti di Dina e di Giuseppe pregando Dio. Il ginecologo cattolico Rudolph Klimek, dell'Università di Cracovia, ha spiegato che la Chiesa non consente la fecondazione artificiale, la ricerca sugli embrioni, le donazioni di sperma e la pratica delle «madri surrogate». «Le donne — ha ricordato — non devono fare da incubatrici». Klimek ha però notato che «la Chiesa cattolica, per il senso di misericordia e perdono che la caratterizza, accetta i bambini nati da fecondazioni artificiali: Tutti e quattro i religiosi hanno denunciato infine Y-ingegneria genetica» e quella che il rabbino Goren ha definito «la tentazione di sostituirsi a Dio». Gli scienziati, giunti a Gerusalemme da tutto il mondo per prendere parte al sesto Congresso mondiale di fecondazione in provetta e di tecniche alternative di riproduzione, hanno seguito con vivo interesse il dibattito fra i religiosi. Alcuni hanno ricordato che l'ingegneria genetica potrà servire a debellare malattie (sostituendo un gene malato con uno sano). Il professor Christofer Chen, di Singapore, auspica la creazione di «banche di ovuli» per anticipare i problemi etici connessi alla manipolazione degli embrioni. f.a.

Persone citate: Giacobbe, Goren, Rudolph Klimek, Shlomo Goren

Luoghi citati: Gerusalemme, Singapore