Urss, dalle caserme armi ai gangster

Urss, dalle caserme armi ai gangster Malviventi con il mitra: la «Pravda» lancia l'allarme su un fenomeno nuovo Urss, dalle caserme armi ai gangster Sempre più allarmanti le statistiche sulla criminalità - Razzie negli arsenali - E fino a poche settimane fa fioriva il contrabbando dall'Afghanistan - «Correre ai ripari prima che sia troppo tardi» NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Le statistiche sulla criminalità in Urss, finalmente di dominio pubblico, diventano sempre più allarmanti, in due casi su tre ci sono di mezzo delle armi da fuoco, e non si tratta di "lupare fabbricale in casa con vecchi fucili da caccia», ma sono "mitragliatori Kalashnikov, pistole Makarov» e perfino "bombe a mano». «Non vogliamo spaventare il lettore — scriveva ieri la Pravda proponendo un tema ancora imbarazzante — ma non ci sono dubbi che la criminalità è in netto aumento e ciò riguarda soprattutto le sue forme più violente». I fatti non mancano: ogni settimana nella cronaca nera della capitale sovietica vengono citate sparatorie, aggressioni a mano armata e assalti contro i miliziani per entrare in possesso delle armi da fuoco. «Poco tempo fa la polizia criminale di Mosca — continua la Pravda — ha arrestato una banda molto pericolosa munita di pistole, di una mitragliatrice pesante e bombe a mano, che sarebbero bastate ad armare un plotone dell'esercito regolare». -Ma da dove arrivano tutte queste munizioni in un Paese dove il porto d'armi non esiste?» chiede il quotidiano del Comitato centrale del Pcus, e risponde: "Dai numerosi furti di munizioni dai magazzini dell'esercito». Per provare le sue accuse la Pravda non risparmia un elenco di storie agghiaccianti: -Due ragazzi, A. Biriukov e E. Vaitkulis, rubarono da un distaccamento militare quattro casse di proiettili per cannone, ma nessuno se ne accorse fino a quando una delle cariche non esplose. In un altro reggimento trafugarono sette pistole Makarov e cinquecento pallottole. Da un autoblindo rubarono invece una mitragliatrice di grosso calibro». Non ci sono garanzie che queste storie non siano soltanto la cima di un iceberg, perché non di rado nell'esercito si cerca di nascondere casi di furti di armi. Sebbene i numeri di serie incisi sulle pistole e sui fucili permettano senza difficoltà di individuare da quale unità dell'Armata Rossa provengano, finora non c'è stato nessun processo contro quegli ufficiali irresponsabili che non hanno saputo assicurare la sorveglianza. inutile cercare i nomi dei capi che avrebbero dovuto essere puniti per la negligenza nella protezione delle armi — continua la Pravda —. Il segreto permette ai colpevoli di cavarsela con uno spavento». Un'altra fonte delle armi che fino a poco tempo fa sembrava inesauribile, era il contrabbando dall'Afghanistan. A metà febbraio il settimanale Literaturnaia Gazeta citando diversi effetti negativi che il conflitto afghano aveva esercitato sulla società sovietica, domandava: "Chissà quante armi sono state portate illegalmente in Urss in quasi dieci anni di guerra?». Anche la Pravda resta vaga sulle cifre e si limita a constatare che «in Urss circolano migliaia di armi da fuoco». E fa intendere che la situazione è molto grave: "Non si può aspettare di più, è ora di dare l'allarme». V. s.

Persone citate: Biriukov, Makarov

Luoghi citati: Afghanistan, Mosca, Urss