«Ho visto la strage in stazione Il treno è arrivato a 100 all'ora»

«Ho visto la strage in stazione Il treno è arrivato a 100 all'ora» Dai testimoni le prime verità sulla sciagura di San Severo «Ho visto la strage in stazione Il treno è arrivato a 100 all'ora» «Oscillava in modo strano» - Gli esperti: «Forse era frenato, ma con l'acceleratore in funzione» DAL NOSTRO INVIATO FOGGIA — Attorno alla stazione di San Severo, oltre le transenne che bloccano l'accesso alla piazza, continuano a sostare centinaia di curiosi, incuranti delle raffiche di vento che li copre di polvere bianca e rossa che si solleva dai cumuli di macerie. I lavori di sgombero continuano e le ruspe hanno già in parte confuso e cancellato le tracce della tragedia di lunedi. Dai binari sono già stati rimossi cinque dei sette vagoni del treno che si è schiantato contro la stazione a oltre cento chilometri orari. Il locomotore è sotto sequestro, i tecnici lo dovranno esaminare in tutte le sue parti nella speranza di trovare la causa che ha provocato il disastro. Un'impresa che appare molto difficile -perché non sappiamo ancora da dove cominciare', commenta il sostituto procuratore della Repubblica di Foggia, Salvatore Russetti, che ha già nomina¬ to un collegio di periti baresi, i professori Perrone, Civitella e Abbrescia, che saranno affiancati anche dall'ingegner Francesco Marrazzo, comandante dei vigili del fuoco di Foggia. Sotto le macerie restano ancora un vagone e la «pilotina", che dovrà essere tagliata a pezzi con la fiamma ossidrica perché sulla massa di rottami si è appoggiata l'ala della stazione. La ricerca delle cause continua ad essere ricostruita attraverso le testimonianze di chi ha visto il treno arrivare, sbandare è finire nella stazione. Gli esperti danno molta importanza all'andatura anomala che il convoglio aveva assunto una decina di metri prima di imboccare lo scambio da dove poi è uscito. Aveva preso a ondeggiare e a saltellare sulle rotaie come se i vagoni fossero frenati, ma continuassero a ricevere la spinta del locomotore di coda, forte di dodici motori e del peso di novanta tonnellate. Se così fosse, vuol dire che al treno si era bloccato l'acceleratore. Se il binario avesse continuato a essere rettilineo, dopo un centinaio di metri sarebbero scattati tutti i meccanismi di sicurezza installati sui locomotori. Congegni che si attivano automaticamente quando a bordo si verifica una situazione anomala, prima ancora che l'avverta il macchinista. Ma purtroppo c'era lo scambio, la «pilotina» l'ha imboccato, ed è stato il disp ■ stro. Come sempre, dopo le tragedie scoppiano le polemiche, le imprecisioni. Qualcuno ha detto che la stazione di San Severo era stata giudicata «pericolosa» da 37 macchinisti del deposito di Foggia e Pescara, che avevano anche firmato un petizione e mandata alle loro organizzazioni sindacali. Lamentavano inoltre che sulla tratta TermoliS. Severo l'alta velocità era sconslgliabile per la situazione dei binari. Il vicedirettore del compartimento di Bari, ingegner Giuseppe Consiglio ha precisato che la linea è stata livellata a marzo, che la situazione è normale e che può reggere la velocità alla quale è abilitata. Con una punta di polemica ha aggiunto che l'incidente di lunedì è avvenuto invece da tutt'altra parte, sulla San Severo-Foggia e che la precisazione era doverosa. -Mai avuto problemi in questa stazione — dice un macchinista, amico dei due conduttori morti nell'incidente — e neppure sulla linea. Lunedi sono passalo cinque minuti prima dell'incidente con l'Intercity 574, avevo fatto lo stesso percorso del "locale- e tutto era normale. Ho caricato una cinquantina di studenti che stavano andando in gita a Parigi e quando sono arrivato a Pescara, ho saputo del deragliamento-. Conosceva bene Claudio Padalino e Domenico Iannitti e ricorda che quel tragitto l'avevano già fatto mille volte. "Due ragazzi a posto che sapevano il loro mestiere. Non avevano motivo di entrare in stazione a cento all'ora perché San Severo era il loro capolinea. E forse non l'avrebbero neppure fatto anche se il semaforo fosse stato giallo lampeggiante, il che avrebbe permesso loro quel tipo di velocità, perché significava che il treno era stato dirottato sul secondo binario, quello diritto-. Ma comunque 11 semaforo era sul giallo-verde fisso, che imponeva ai macchinisti di ridurre la velocità ai 30 orari, limite necessario per affrontare la «deviata» sul primo binario, per la sosta prima del rientro a Bari. 'Deve essere successo qualcosa. Io ho una mia idea, ma non la voglio dire-. For^e potrà spiegare qual cosa .su quanto è accaduto Giuseppe Paradiso, il dirigente del movimento che è stato tolto da sotto le macerie della sala comando pochi attimi prima che morisse soffocato per lo schiacciamento del torace. L'uomo sarà sentito dal magistrato non appena le sue condizioni saranno migliorate. Forse solo lui potrà aprire uno spiraglio su questo inspiegabile incidente. Aldo Popaiz

Persone citate: Abbrescia, Aldo Popaiz, Civitella, Claudio Padalino, Domenico Iannitti, Francesco Marrazzo, Giuseppe Paradiso, Perrone, Salvatore Russetti