«Droga, legge o referendum» di Augusto Minzolini

«Droga, legge o referendum» Craxi rilancia la campagna psi contro Fuso degli stupefacenti «Droga, legge o referendum» Se la nuova normativa non sarà varata, il leader socialista è pronto a mettere in discussione l'alleanza di governo - «Il pei critica la nostra proposta, ma la sua base è con noi» - «Non ci iscriveremo al partito della modica quantità» - I radicali critici sull'ipotesi di una consultazione popolare DAL NOSTRO INVIATO ASSISI — Bettino Craxi alza il tiro nella sua campagna contro la droga: se non si arriverà in tempi brevi all'approvazione della nuova legge (ora all'esame del Senato) il psi è pronto a promuovere un referendum. Dal convegno socialista di Assisi ieri è partita la seconda fase dell'offensiva sul «problema droga», ormai uno dei temi prioritari della campagna elettorale del psi. Lo schema approntato da Craxi è semplice: la maggioranza deve portare in porto il provvedimento approvato dal governo, deve essere sconfitto il partito della "modica quantità- che ha nelle sue fila democristiani e comunisti, altrimenti il psi è pronto ad andare fino in fondo, anche da solo. E di minacce ieri ne sono partite tante. Craxi ha ventilato la possibilità di chiamare gli stessi cittadini a dire la loro sul problema se si perderà ancora del tempo. -La legge — ha detto — deve arrivare in porto rapidamente. Il partito socialista aspetterà ancora, ma poi ad un certo punto decideremo di non aspettare più e chiederemo che questo problema sia posto di fronte al Paese-. Pur senza dirlo apertamente, Craxi pensa ad una vera e propria consultazione popolare. Sono gli stessi collaboratori del segretario socialista a rendere esplicite le sue intenzioni. -La richiesta del referendum — spiega Gennaro Acquaviva — può essere un modo per fare pressione sul Parlamento-. E anche i radicali ne hanno dato questa interpretazione: «Il referendum — ha risposto polemico, da Roma, Massimo Teodori — deve contenere la vera alternativa: volete più repressione per i consumatori e quindi più mafia, oppure più legalizzazione per stroncare ogni tipo di traffico?-. La sortita del leader del psi è solo il primo atto di una vera e proprio escalation di prese di posizione sull'argomento (i prossimi appuntamenti sono un nuovo convegno sulla droga il 15 aprile a Torino, e poi il congresso di metà maggio a Milano) che accompagneranno l'iter parlamentare della legge, ma, soprattutto, cadenzeranno la campagna elettorale del psi. Questo problema, infatti, per gli strateghi di via del Corso è anche un mezzo per raggiungere settori di elettorato, come le donne e i giovani, con i quali il psi ha sempre avuto difficolta ad entrare in comunicazione. Craxi per la battaglia sulla droga è pronto a mettere in discussione l'alleanza di governo. Ieri Salvo Andò, responsabile del psi per i problemi dello Stato, lo ha detto apertamente: «Se non si è d'accordo su problemi come la tossicodipenden¬ za, non si comprende il senso dello stare insieme in una maggioranza parlamentare'. L'argomento sarà anche un elemento di diversificazione del psi dagli altri partiti di fronte all'elettorato. Ieri ad Assisi, il segretario socialista lo ha utilizzato per attaccare i promotori della liberalizzazione (dai radicali al pli), per polemizzare con i comunisti, per constatare l'ambiguità della de. -Si sta formando — ha detto il segretario socialista— una grande associazione degli amici della modica quantità, della quale però noi non faremo mai parte. Di fronte al dilagare della droga, e davanti alla tragica realtà dei grandi traffici internazionali c'è chi pensa alla liberalizzazione. E' un'idea suggestiva, ma moralmente disastrosa'. Al pei Craxi ha rimproverato un ordine del giorno approvato dall'ultimo congresso che giudica la legge del governo -ipocrita, inutile e pericolosa': "Sono convinto — ha detto — che la base comunista la pensa invece come noU. Né ha dimenticato di ricordare le contraddizioni della de: "Questo partito ha presentato al Senato un disegno di legge che contempla, anche se con diversa denominazione, la modica quantità, mentre un suo ministro ne ha firmato un altro di segno opposto-. Insomma, per Craxi gli unici che si muovono con coerenza sull'argomento sono i socialisti. E a lui questa solitudine non dispiace: "Non accettiamo in nessun modo di essere aggrediti come una specie di reazionari solo perché vogliamo che il nostro Paese si uniformi e rispetti gli accordi che ha sottoscritto in sede europea». L'unico rischio in cui il segretario socialista può incorrere elevando il tasso di politicizzazione del problema è quello di non trovare più intorno a sé gli esperti del settore. Ieri ad Assisi non si sono visti né Vincenzo Muccioli, né don Gelmini, malgrado i loro nomi fossero scritti in bella mostra sugli inviti del convegno. E lo stesso Craxi ha ammesso che è tramontata l'ipotesi di una candidatura di Muccioli nel psi: "Non credo — ha ammesso — che voglia occuparsi di politica'. Augusto Minzolini

Luoghi citati: Assisi, Milano, Roma, Torino