Ma per 4 ore ha rischiato di saltare tutto
Ma per 4 ore ha rischiato di saltare tutto Ma per 4 ore ha rischiato di saltare tutto DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Un clamoroso incidente procedurale in diretta televisiva ha rischiato di far saltare all'ultimo il patto governo-opposizione sul futuro della Polonia. Sia pure con ritardo, tuttavia, l'accordo che spezza oltre quattro decenni di potere comunista legittimando Solidarnosc e stato firmato in serata. Il siluro è giunto dal sindacato ufficiale di regime, il cui leader Alfred Mlodowikz ha infranto in dirittura d'arrivo gli ordini di scuderia rifiutandosi di siglare seduta stante il patto anti-crisi perché non gli era stato concesso di parlare all'inizio della seduta. La cerimonia conclusiva della -Tavola rotonda-, sotto gli occhi delle telecamere puntate sul Salone delle Feste di Palazzo Radziwill, la fastosa residenza degli antichi governatori reali di Varsavia disegnata dall'architetto italiano Costantino Tencalla, si era sino a quel momento svolta in modo più che regolare. L'Opzz, arroccato nella difesa ad oltranza dell'indi¬ cizzazione salariale aveva mitigato in mattinata l'irrigidimento di principio sulla questione del caro vita, e fino al termine dei discorsi ufficiali pronunciati solennemente dal ministro degli Interni Kiszczak e da Lech Walesa la situazione pareva appianata. Due interventi, quelli del regime e dell'opposizione, ripuliti con cura da qualsiasi tono polemico, tutti tesi a decantare l'accordo. Il primo aveva esaltato con accenti quasi commossi •la via originale di trasformazione del socialismo internazionale' e ringraziato il ruolo di mediazione svolto dagli osservatori della Chiesa, sottolineando il realismo adottato nelle risoluzioni congiunte sulla pluralità sindacale, le riforme politico-costituzionali e la revisione degli indirizzi economici: "Nella Polonia di domani ci sarà posto per tutti, anche se le speranze s'incroceranno con le paure, le certezze con i dubbi-. Ma, ha detto Kiszczak, -il cammino unitario percorso finora ha tracciato la strada del consenso nazionale ed indietro non si torna-. Poi la breve, appassionata replica del premio Nobel. «Non poteva esserci libertà senza Solidarnosc. Finora abbiamo subito le manganellate della polizia segreta: purtroppo la strada delle riforme radicali è stata imboccata con deplorevole ritardo, ma adesso guardiamo con coraggio al futuro, sopporteremo assieme ulteriori sacrifici, convinti di costruire il benessere della Patria". A quel punto era previsto l'intervento di Miodowicz, dopo un quarto d'ora d'intervallo. Ma sugli schermi della tv di Stato sono comparse le immagini di un balletto classico, quindi tre interminabili ore di musiche di Chopin, eseguite da un oscuro pianista, un noioso dibattito sulla situazione agricola, ancora scene di sport e, di tanto in tanto, la voce imbarazzata dell'annunciatore: -Siamo in attesa di ricollegarci con Palazzo Radziwill" e la promessa di trasmettere comunque dalla Spagna l'incontro Real Madrid-Milan. Una sceneggiata ridicola, assurda, protrattasi fino al¬ le 9 di sera, quando già si temeva il trauma della rottura, evitata da Bronislaw Geremek, principale consigliere di Walesa: «Accettiamo, sia pure disgustati, questa violazione della prassi: sarebbe tragico, impensabile spaccarsi per sciocchezze del genere». All'offerta di disponibilità, molto applaudita dai presenti, è subentrato al microfono Miodowicz, scrutato cupamente dai compagni di partito, 11 quale ha accusato il potere di avere fornito "una pessima prova di democrazia interna». Quindi, a tarda notte, i protagonisti della saga polacca hanno potuto firmare le 200 pagine del documento propositivo che da domani passerà al vaglio del Parlamento per essere tradotto in legge. La Polonia, dunque, ha voltato pagina, ma con fatica imprevista che getta pesanti incognite sulla sua capacità di tradurre nella realtà le riforme istituzionali proposte dalla tavola rotonda. Il peggio è passato in un fiume incandescente di parole, ora sarà la ribalta dei fatti a fare testo. Piero de Garzarolli
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