Superbombardieri russi a Gheddafi di Ennio Caretto

Superbombardieri russi a Gheddafi Lo rivela il «New York Times», oggi la Thatcher ne parlerà con Gorbaciov Superbombardieri russi a Gheddafi Napoli e Gerusalemme nel loro raggio d'azione - Mosca ha già consegnato sei aerei e ne ha promessi altri nove - Gli «SU-24», dotati di attrezzature sofisticatissime, possono essere riforniti in volo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — L'Unione Sovietica ha dato alla Libia i bombardieri SU-24 (hanno un'autonomia di oltre 1200 chilometri), 'Capaci di incursioni senza scalo — ha dichiarato un funzionario americano — su Israele e altre nazioni nordafricane e europee del bacino del Mediterraneo». La fornitura mette Gheddafi in grado di bombardare non solo Gerusalemme, ma anche Napoli, base della Sesta Flotta, e Roma, e altera quindi l'equilibrio strategico mediorientale. Lo ha rivelato il New York Times, attribuendo la notizia «a fonti dell'Amministrazione». Bush avrebbe già sollecitato la signora Thatcher a chiedere oggi spiegazioni a Gorbaciov. Il presidente teme che tra non molto Gheddafi attacchi postazioni americane in Europa e israeliane. A Washington è ancora vivo il ricordo dei missili lanciati dalla Libia contro Pantelleria e degli attentati a varie basi militari Usa. 'Gli SU-24 sono in netto contrasto — ha scritto il quotidiano — con l'affermazione del leader del Cremlino di voler contribuire alla stabilità del Medio Oriente». Il Dipartimento di Stato non ha confermato la notizia, ma ha detto che «la condotta di Gheddafi è inaccettabile», che egli «continua ad appoggiare terrorismo e sovversione» e che «vendergli armi sofisticate, in particolare bombardieri, significherebbe porre in pericolo i suoi vicini». Stando al New York Times, che ha pubblicato la notizia all'arrivo del premier israeliano Shamir, l'Urss ha già inviato alla Libia i primi sei SU-24 e deve ancora consegnargliene nove. Le ha anche fornito aerei cisterna, i colossali Ilyushin 76, che consentono il rifornimento di carburante in volo: gli 11-76 sono capaci di tre rifornimenti ciascuno, cosa che estenderebbe il raggio dei bombardieri a 3 mila km circa. Gli SU-24 sarebbero stati portati a Tobruk da Novosibirsk, in Siberia, con gli Anionov-22. Alcuni piloti russi starebbero addestrando ora i colleghi libici. Il quotidiano ha scritto che i satelliti, gli apparecchi e le navi spia americani hanno seguito il tragitto dei bombardieri. Tobruk è la base da dove si alzarono in volo i due caccia abbattuti dalla Sesta Flotta lo scorso gennaio. Gli SU-24, paragonati dal Pentagono agli F-lll che bombardarono Tripoli e Bengasi tre anni fa, sono lunghi oltre 20 metri, dotati di una strumentazione avanzata, possono portare missili e un enorme carico di bombe. La strumentazione di bordo gli consente di evitare l'artiglieria nemica e di colpire il bersaglio anche di notte. Poche settimane fa, in una testimonianza al Congresso, il direttore della Cia Webster aveva ammonito che la Libia si stava riarmando in tre settori: quello chimico, quello missilistico e quello aereo. Gli autori dell'articolo del New York Times, Stephen Engelberg e Bernard Trainor, gli stessi che svelarono resistenza della fabbrica di gas di Rabta, non hanno tuttavia accennato a una azione preventiva, ossia a un attacco della Sesta Flotta contro gli SU-24. Nell'incontro di maggio, il segretario di Stato Baker chiederà comunque a Shevardnadze di cessare le forniture dei bombardieri Prima di Natale, Reagan, allora al termine del suo mandato, minacciò di distruggere Rabta. Per risolvere la crisi, Bush sceglierebbe invece la strada della «diplomazia tranquilla», a meno che Gheddafi non compia un attentato per vendicarsi dei bombardamenti americani di tre anni fa, come ha affermato la televisione Cbs. Ma gli SU-24 potrebbero indurlo ad essumere posizioni più rigide di quelle reaganiane nei confronti di Gorbaciov. Il presidente ha sollecitato a più riprese la collaborazione del Cremlino in Medio Oriente, sempre senza esito. Il New York Times ha sottolineato che Gorbaciov si è avvicinato all'Iran, ha rafforzato i legami con la Siria, che come la Libia rifiuta di staccarsi dai gruppi terroristici, e ha preso le parti di Gheddafi nelle polemiche su Rabta. Non ha riallacciato inoltre i rapporti con Israele. Ennio Caretto