C'è l'accordo sulla legge tv di Maria Grazia Bruzzone

C'è l'accordo sulla legge tv Dopo l'ennesima riunione di pentapartito il ministro presenta il testo C'è l'accordo sulla legge tv Sarebbe confermata la ripartizione della pubblicità al 50 per cento tra Rai e Berlusconi - Mammì: «E' stato faticoso mettere insieme i diversi punti di vista» ROMA — Accordo di maggioranza sostanzialmente raggiunto sulla legge per l'emittenza televisiva. Anche se, per una curiosa coincidenza, proprio la soluzione del punto più delicato, quello della ripartizione delle risorse pubblicitarie, ufficialmente è ancora mistero. Dopo un ennesimo vertice tra i rappresentanti dei cinque partiti nello studio romano di Mammì. il ministro doveva infatti riferire alla commissione VIII del Senato sugli emendamenti concordati al primo testo di legge. Ma l'urgenza di una votazione in aula ha interrotto in anticipo i lavori, interrompendo Mammì proprio sugli ultimi articoli. La seduta è stata aggiornata a oggi pomeriggio. Secondo indiscrezioni sembra che su questo punto cruciale l'accordo, come avevamo anticipato, ricalchi nel¬ la sostanza la ripartizione al 50 per cento tra Rai e Berlusconi delle risorse pubblicitarie più il canone. Ma accettando questa formula come provvisoria, valevole fino al 1992. A decidere ogni anno le quote (in pratica il tetto Rai ed eventuali aumenti del canone-tassa) dovrebbe essere il governo, previo parere della nuova commissione dei tecnici e consultazione politica della commissione parlamentare di vigilanza. L'incertezza di oggi appare legata essenzialmente alla formulazione giuridica di questa norma. In pratica non è ancora deciso se la discussa formuletta del «50 e 50» debba essere o meno scritta nero su bianco nel provvedimento di legge (come era nella prima stesura del testo), e con quali giri di frase, nel caso. Con il mercato unico europeo poi, e l'eventuale ingres¬ so di nuovi protagonisti nell'industria audiovisuale, molto potrà cambiare. E tanti meccanismi, non solo questo, potranno essere rivisti. Il ministro Mammì ha insistito sul fatto che questa legge debba essere un provvedimento «aperto». Del resto fra i poteri della nuova «Autorità», oltre alla possibilità di controllo e sanzioni anche pesanti (fino all'oscuramento e alla revoca della concessione) vi è anche quello di proporre modifiche alla stessa regolamentazione. Nell'illustrare ai giornalisti la prima parte dell'accordo, Mammì appariva soddisfatto del -lavoro faticoso compiuto per mettere insieme i diversi punti di vista-. Se sui punti fondamentali della legge, in particolare sui meccanismi antitrust l'accordo fra i cinque sembra pieno (qualche incertezza riguarda an¬ cora la possibilità di riversare il 10 per cento della pubblicità raccolta su mezzi -non omologhi e non necessariamente propri-); su altri aspetti restano delle discrepanze. Sulle pellicole vietate ai minori per esempio ci sono diversità di opinione fra laici e de sulla possibilità di ammettere o meno dopo le 22,30 i film vietati ai minori di 18 anni. E socialdemocratici e laici preferirebbero un'Alta Autorità composta da un solo membro, per evitare rischi di lottizzazione, "pericoli evitabili se a sceglierne i componenti saranno i responsabili delle massime istituzioìii dello Stato-, ha spiegato il ministro. Le ultime differenze di vedute dovrebbero essere composte nel comitato ristretto che la commissione nominerà domani. Maria Grazia Bruzzone

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