A braccetto con l'Nba ma fuori dall'Europa

A braccetto con l'Nba ma fuori dall'Europa Dopo gli ultimi costosi giochi perii titolo A braccetto con l'Nba ma fuori dall'Europa King a Milano, Nixon a Pesaro: consoliamoci con il campionato «E' il giocatore che vorrei sempre nella mia squadra» ripeteva Dan Peterson, quasi ossessivamente, nelle telecronache dei primi Anni Ottanta, quelle che hanno fatto conoscere da vicino in Italia l'universo della Nba Con qualche anno di ritardo Valerio Bianchini ha realizzato il sogno del vecchio nemico. Norm Nixon sbarca domani mattina alle 9 alla Malpensa, destinazione Pesaro, obiettivo scudetto. Viene dai Los Angeles Cllppers, la stessa squadra di Larry Drew, grande promessa mancata di questo campionato, l'uomo del quale prende il posto. Ma Nixon viene soprattutto da una leggenda, quella dei Lakers, uno del maggiori fenomeni sportivi del decennio. Al Banco di Jabbar e compagni, Nixon ha vissuto l'epoca d'oro del team californiano. Porta in dote a Pesaro 1 suoi due «anelli» di campione del mondo ('80 e '82), i 12 mila punti segnati, i 6386 assist (settimo nella graduatoria di tutti i tempi) che disegnano una grande carriera nella Nba Una vita da prima pagina, e non solo sportiva, almeno da quando ha sposato l'attrice Debble Alien. «£' per il basket italiano un colpo paragonabile a quello di McAdoo. Anche perché Norm ha "solo"33 anni» dice a ragione Cosmelli, manager Scavolini. Eppure, tanto meno reclamizzato. Del resto, gli arrivi di Albert King e Darryl Dawkins, per citare gli ultimi due, hanno bruciato tutti gli aggettivi. Nixon è l'ultima geniale mossa delle guerre stellari per lo scudetto. Pesaro doveva rispondere in qualche modo all'ingaggio di King da parte di Milano. Walter Scavolini ha rilanciato su un piatto che sta diventando ricchissimo. Domenica a Pesaro, Scavolini e Philips danno vita a una partita da Nba senza satellite: Daye e Nixon da una parte, McAdoo e King dall'altra. Di contorno, Magnifico e Meneghln, Costa e D'Antoni. E' la prova generale di una finale annunciata. Così come Knorr-Caserta, finale di Coppa Italia in programma giovedì a Bologna, è la rappresentazione dell'altra possibile sfida-scudetto. E anche qui la passerella è da capogiro, da Richardson a Clemon Johnson a Oscar. Però, che coincidenza. Proprio nell'anno in cui il campionato italiano si pone come seria alternativa per tanti fuoriclasse dell'Nba, la stagione si chiude con un bilancio nerissimo. La nazionale, già silurata prima delle ultime Olimpiadi, è in grave crisi di talenti. In tutta l'annata Sandro Gamba può consolarsi con l'esplosione di Morandotti e null'altro. Le squadre di club per la prima volta nella storia, hanno fallito le coppe. Snaidero e Vismara sconfitte in finale, la Scavolini costretta a fare da spettatrice alle finali dì Monaco, che tra domani (semifinali Maccabi-Aris e BarcellonaJugoplastika) e giovedì assegnano la Coppa Campioni. Ma è proprio una coincidenza? Quasi certamente no. Lo ammettono perfino i più pervicaci sostenitori della via americana, come il vicepresidente di Lega, avvocato Porelli, o Valerio Bianchini, che commenta: «Grazie alla nuova ondata di giocatori dell'Nba il basket italiano sta cambiando profondamente, e avviato sulla strada dello spettacolo. Ed è una strada che ancora i n Europa non paga. Paglierebbe lo "sputar sangue", il gioco duro che per anni è stato l'emblema della nostra pallacanestro. Ma chi vuole tornare indietro, per trovarsi magari una coppa in più in bacheca e il palazzetlo vuoto la donicnica?». Quindi il futuro è in uno splendido isolamento. Un campionato sempre più bello e combattutto a suon di miliardi, le coppe snobbate, la nazionale dimenticata, da girone B europeo. c. ma:.