«Senza freni il treno-bomba»

«Senza freni il treno-bomba» Il convoglio è piombato in stazione a cento chilometri alF< ora «Senza freni il treno-bomba» E' la prima ipotesi fatta dalle Ferrovie - Il «locale» era pieno di pendolari partiti da Bari - Un viaggiatore: «Ho capito che non si sarebbe fermato, ho fatto in tempo a buttarmi dal marciapiede e mi sono salvato» FOGGIA — 'Quel treno non poteva fermarsi, i freni non funzionavano*: al Compartimento ferroviario di Bari sono convinti che la disgrazia è stata provocata da un guasto tecnico. 'Qualcosa non ha funzionato a bordo del treno-, aggiunge il direttore compartimentale, dott. Barbera, che per tutta la notte è rimasto in contatto con il vice direttore, ing. Consiglio, che con altri tecnici delle Ferrovie è arrivato a San Severo poco dopo la tragedia. Il direttore non è ancora in grado di descrivere con precisione il guasto. 'Qualcosa di più — precisano altri funzionari del settore tecnico — riusciremo a sapere quando potremo esaminare le zone tachimetriche a bordo della locomotiva, una specie di scatola nera dei treni*. E' comunque fuori dubbio che il convoglio è piombato a forte velocità nella stazione di San Severo. Poco prima infatti c'è un'ampia curva dove i treni in arrivo frenano per poter imboccare il rettifilo che conduce ai marciapiedi e fermarsi. I convogli giungono a non più di 30 chilometri orari. Ma il «locale- partito da Bari, zeppo di pendolari, è piombato nella stazione a non meno di 100 chilometri all'ora, secondo i calcoli dei tecnici del Compartimento. Da Bari alla stazione di San Severo, luogo della strage. Qui la stazione è ridotta a un cumulo di pietre bianche, la polvere del tufo galleggia nell'aria rarefatta, i cavi spezzati dell'elettricità sono attorcigliati sull'ammasso di vagoni grigio-arancio, accasciati su un fianco nel primo binario: è quel che resta del -locale- Bari-San Severo. La stazione del grosso centro pugliese, dov'erano in corso da mesi lavori di ristrutturazione, ora pare come bombardata, con un'immensa ferita in attesa di soccorsi. E la macchina delle operazioni, che si ingrossa di vigili del fuoco giunti da Taranto e Ba¬ ri, e i medici con le ambulanze provenienti dagli ospedali di tutta la provincia, ha difficoltà a farsi strada. Possono accedere al luogo del disastro infatti solo le ruspe di piccola dimensione, restando quasi in bilico sul marciapiede del primo binario, quello dov'è piombato a folle velocità il «treno della morte». Fuori, due ali di folla assediano il vialone nel centro della città, soffocando quasi gli uomini che giungono a decine per continuare a scavare alla luce delle fotoelettriche, che uomini dell'esercito e della Protezione Civile hanno attivato a sera tarda. E tra la folla le testimonianze si accavallano. E' un signore sulla cinquantina, abito grìgio e dolcevita blu, che riferisce quanto ha visto: 'Ero oltre l'inferriata dell'atrio della stazione e, negli occhi delle altre persone in attesa, ho letto il terrore per quel treno che si avvicinava come una saetta. Già a 300 metri dalla stazione ci siamo accorti di quanto stava per accadere. In un attimo ho realizzato e ho afferrato due bambini che erano li vicino a me, sul marciapiedi, e li ho portati fuori-. Un altro viag¬ giatore racconta: 'Quella locomotiva è piombata sulla stazione come una bomba. Ho capito che non si sarebbe mai fermata e mi sono buttato dal marciapiede dentro la sala d'aspetto. Così sono riuscito a salvarmi*. E di bambini continuano a parlare in'molti, alimentando il tam-tam delle incertezze e delle notizie frammentarie che come sempre circondano un disastro. Cosi si sparge la voce che tra le vittime c'è anche un bambino; poi si parla del cadavere di una donna, decapitato: nel giro di pochi minuti giungono però le smentite. Resta certa però la sensazione che quel deragliamento, con il suo già drammatico bilancio di morti, feriti e dispersi, poteva avere conseguenze più gravi: per fortuna infatti il bar della stazione, travolto dal treno impazzito insieme alle altre costruzioni dello scalo, era chiuso e non c'era nessuno, neppure nel ristorante. Ancora il caso ha voluto che un'intera scolaresca di bambini, che sino a pochi minuti prima dell'arrivo del «locale» si erano trattenuti a salutare genitori e amichetti sul marciapiede, si trovasse già lontana al momento del¬ l'impatto, n loro treno, che li ha portati a Parigi per una gita, aveva lasciato la stazione soltanto cinque minuti prima del tragico impatto. In serata, da Bari, è arrivata la notizia che la giunta regionale, in riunione per la discussione del bilancio, ha sospeso 1 lavori esprimendo dolore e costernazione per le vittime e il presidente Colasanto ha Invitato il presidente del Comitato regionale della Protezione civile, Alberto Tedesco, ad allertare tutti 1 soccorsi. Ma a San Severo le operazioni sono estremamente difficoltose: in serata da Foggia sono arrivate le unità cinofile dei carabinieri. Scavano anche decine di ferrovieri: 'Qualche nostro compagno è là sotto-, dicono con le lacrime agli occhi. Le operazioni sono dirette dal viceprefetto di Foggia, Renato Scartato. Dalla stazione di Napoli nella notte era attesa una gru da 100 tonnellate, su rotaia, che sarà utilizzata per sollevare e rimuovere le due vetture uscite dai binari. E' previsto tuttavia che l'uso della gru non sarà possibile prima di questa mattina, quando saranno predisposte le condizioni perché possa operare (in particolare ampi spazi di manovra e luoghi idonei) per sistemare provvisoriamente le vetture del «locale» dopo che saranno spostate. Verso mezzanotte la linea ferroviaria Adriatica è stata riattivata. I treni possono circolare alla stazione di San Severo, in prossimità della quale gli scambi vengono azionati a mano. Le prime reazioni, dopo il cordoglio. -Non sono ancora note — si legge in una nota della Filt, sindacato trasporti della Cgil — le cause della sciagura. NeU'esprimere il nostro vivo cordoglio ai familiari delle vittime chiediamo una rapida inchiesta in merito: Vito Cimmarusti Anna Langone san Severo. La stazione completamente sventrata dal vagone deragliato. Nella cartina il luogo dell'incidente (Tel. Ap)

Persone citate: Alberto Tedesco, Anna Langone, Barbera, Colasanto, Renato Scartato