Varsavia cede E' la svolta
Varsavia cede E' la svolta Domani il patto anti-crisi Varsavia cede E' la svolta Ma i sindacati ufficiali non ci stanno DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — n grande compromesso polacco è finalmente giunto in vista del traguardo. Questione ormai di pochi giorni, ancora qualche frenetica trattativa ad oltranza fra regime ed opposizione per concretizzare l'intesa sugli ultimi punti controversi, e poi il Paese comunista più liberal dell'Est europeo muterà volto. Non avrà più la faccia arcigna impersonata dal partito-Stato onnipresente in tutti i settori della vita nazionale, assumerà invece le sembianze inedite del potere condiviso con forze alternative al sistema. Solldarnosc verrà rilegalizzata, avrà giornali suoi, torneranno a nascere i partiti politici democratici soppressi dalla fine della guerra assieme alle associazioni professionali e studentesche, ci saranno elezioni prive di baionette a frugare nel segreto delle urne, si ridarà fiato ad un'economia soffocata dalla burocrazia. Ed il presidente Jaruzelski. uomo della repressione degli Anni 80, autore della legge marziale che aveva annegato nel sangue la contestazione baltica, diventerà l'artefice della democratizzazione. Come previsto, a giocare le ultime carte dell'accordo sono stati 1 due protagonisti principali della «tavola rotonda» iniziata a Varsavia il 6 febbraio. Conclusi i lavori delle tre commissioni bilaterali sulle riforme politiche, economiche e sindacali, Lech Walesa ed il ministro degli Interni Czeslaw Kiszczak — afìlanon! i dai rispettivi esperti—hanno affrontato di petto i nodi ancora da sciogliere su alcune que stlonl marginali (prerogative sul futuro Parlamento bicamerale, revisione co stituzionale sui doveri del Capo dello Stato) in modo da spianare la strada alla cerimonia conclusiva, do mani, della tavola rotonda. L'incontro, quarto di una serie di faccia a faccia lontana dagli occhi indiscreti dei giornalisti, si è tenuto in una villa governativa sepolta nel verde della Madgalenka, il quartiere «in» della capitale. Di rotture clamorose non se ne parla, entrambe le delegazioni ostentano ottimi smo pur senza nascondere le difficoltà residue per giungere al documento congiunto di 200 pagine che siglerà domani lo storico patto anti-crisi. -Siamo all'80 per cento del percorso- ha detto Wa lesa uscendo dalla sede dell'episcopato cittadino per recarsi al colloquio. 'Spero di superare gli ultimi metri di slancio. Solo allora potrò andare in pellegrinaggio a Roma per inginocchiarmi dinanzi a Papa Wojtyla». Positivo pure U giudizio di Leszek Miller, uno del giovani leoni in seno al Comitato centrale del poup: «La convergenza di opinioni conferma il nuovo corso del partito che oggi intende garantire maggiori valori di libertà ai cittadini di ogni estrazione ideologica. E cancellare soprattutto gli errori gestionali del passato». A dare corpo agli intoppi finali è stato l'improvviso irrigidimento da parte dell'Opzz, il sindacato di regime. Teme infatti l'isolamento e forti cadute di prestigio nei confronti di Solldarnosc quando sarà sancito il pluralismo sindacale ed ora si è messo di colpo a cavalcare la tigre del malcontento popolare. Critica a spada tratta la debolezza degli strumenti proposti per salvaguardare i salari dall'erosione del carovita trasformandosi a sorpresa nel paladino di chi guadagna stipendi da fame tramite una posizione un po' demagogica (aumenti una tantum subito sebbene molte imprese improduttive siano a corto di capitali, varo della scala mobile) che irrita l'ala riformista jaruzelsklana e solletica di riflesso le velleità di rivalsa della vecchia guardia filostalinista. Nati sotto il segno dell'entusiasmo reciproco dopo decenni di mutismi incrociati, seguiti con il fiato sospeso da una Polonia incredula che tanti tabù scottanti siano adesso dibattuti in pubblico, i negoziati della tavola rotonda — anche se procedendo a fasi alterne — sono comunque serviti ad istaurare un processo Irreversibile.; • Sortite ed arretramenti strategici nei due schieramenti contrapposti hanno equilibrato in sostanza le posizioni dei vinti e dei vincitori ed è questa, affermano concordi gli osservatori stranieri, la lezione da trarre dall'esperimento polacco. Un laboratorio dove il potere comunista rinuncia agli antichi privilegi e cede sostanziali fette di autorità a un'opposizione che ha saputo mercanteggiare il rientro nella legalità senza forzare eccessivamente la mano. Esempio, il modus vivendi tra Camera e Senato, affinché reti vicendevoli non paralizzino le procedure parlamentari. Piero de Garzarolli
Persone citate: Czeslaw Kiszczak, Esempio, Jaruzelski, Lech Walesa, Leszek Miller, Papa Wojtyla, Piero De Garzarolli
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