Gorbaciov a Castro: quanti problemi di Mimmo Candito

Gorbaciov a Castro: quanti problemi L'accoglienza spettacolare per il capo del Cremlino non cela le divergenze, perestrojka inclusa Gorbaciov a Castro: quanti problemi Mosca insiste per affrontare le tante questioni aperte, a cominciare dalle sovvenzioni - Il leader cubano replica: «La cosa più importante è che il Presidente dell'Urss sia qui» - Ancora suspense sul condono dei debiti all'isola DAL NOSTRO INVIATO L'AVANA — Le bandiere rosse che battevano nel vento del Caribe, 1 grandi ritratti dell'oleografia comunista e poi, lungo 25 chilometri di strada, il mare della folla convocata all'appello caloroso. Domenica pomerìggio, l'arrivo del senor Gorbaciov all'Avana ha aperto uno dei viaggi diplomatici più intriganti del nuovo corso sovietico, Il primo assaggio della perestrojka e del realismo politico nell'America Latina dei sogni guerriglieri e delle rivoluzioni. 'Che bella giornata, che bella città, che bella gente', ha detto il russo, in completo grigio. Ha aggiunto con un sorriso: 'Credo di avere già capito che cos'è Cuba. Ora non ci resta che parlare dei nostri problemi'. Poi ha fatto una piccola pausa, e ha lasciato andare giù la botta: 'In realtà, abbiamo molto da parlare'. La giornata di gran sole si chiudeva con l'avvio senza ritardi delle schermaglie dialettiche che tutti ci aspettavamo. Né Gorbaciov né Castro sono personaggi da molte delicatezze protocollari, e una visita di Stato diventa finalmente una storia vera, forse anche appassionante, di conti con 11 passato e speranze da custodire. Cosi, almeno, lo sperano gli americani, che hanno mandato qui all'Avana quasi la metà dei 700 giornalisti accreditati. Come se quest'isola fosse diventata, per questi quattro giorni frenetici, il centro del mondo. Castro si è già esibito anche lui. Ma lo ha fatto ancora senza punte, con un'allegria un po' forzata. Ha mostrato il cielo bagnato, e ha parlato del buco nell'ozono e dei 'tanti sprechi e inquinamenti con i quali l'imperialismo distrugge il mondo-; poi ha ammiccato alla marea dei giornalisti, e ha detto al russo: «Quasi quasi questa nostra intervista me la vendo in esclusiva, ci farei un sacco dì soldi', e ha aggiunto ravviandosi 1 capelli: «Mi sono anche vestito e pettinato con molta cura, perché qui ci sono milioni e milioni che ci stanno guardando in tutto il mondo-. Come contagiato, Gorby si è passato anche lui la mano sulla testa a rimettere a posto i quattro capelli che gli sono rimasti, e ha ribattuto: 'Già, ma abbiamo purtroppo poco tempo-. Poi ha guardato l'orologio: «A Mosca sono le tre e mezzo di notte, il mio fuso orario è completamente sballato però debbo riabituarmi siibito per approfittare di ogni minuto di questa visita-. Sorridendo, perfino abbracciandolo. Castro ha ritrovato all'improvviso il vecchio buon fiuto politico, e gli ha restituito la stoccata ricevuta: 'La cosa che più importava è che c'incontrassimo, che il presidente dell'Urss fosse qui. E questo è già avvenuto'. Mosca, che regge la sopravvivenza dell'Avana con un flusso di aiuti ormai al di là del 20 miliardi di dollari, vuole 'approfittare di ogni minuto- per convincere il suo alleato ad accettare riforme economiche, apertura del mercati, primi spazi all'iniziativa privata. Cuba vuole invece che -la cosa più importante' sia la stessa visita e null'altro, per ricavarne 11 maggior vantaggio d'immagine senza pagarne alcun costo; e l'altro ieri il vice-ministro degli Esteri Raul Kurt aveva tagliato corto con questa frase: «La perestrojka è un problema esclusivamente sovietico. Le scelte di Cuba sono esclusivamente di Cuba. Se ci sono errori li correggeremo noi, però con i nostri metodi». Mosca ha fremiti di rinnovamento che quest'isola languida del Caribe non osa permettersi. Tra i 63 anni di Castro e 1 58 di Gorbaciov oggi passa più di una generazione, e il comunismo tropicale appare irrimediabilmente ingessato, rigido, conformista, forse anche patetico nella sua resistente aderenza a uno stile terzlnternazionalista. n comandante In uniforme verde oliva Interpreta una società che arranca ancora dentro la cultura tradizionale del mondo contadino, la riforma agraria, il latifondo, le oligarchie terriere, le storie e gli uomini di un'America Latina eterna, ormai mitica; 11 presidente ospite che si muove con eleganza nel suo abito grigio guida Invece 11 processo di modernizzazione di un sistema politico che solo nell'abbandono dei miti può coltivare la speranza della continuazione. Castro e Gorbaciov stanno discutendo già di zucchero e di petrolio, di mais e di trattori, di Americhe e di dollari. Meno, di socialismo e di perestrojka. I conti da regolare sono molti, e la collaborazione tra 1 due è ancora tutta da misurare. Bush, quando Gorbaciov stava per partire, ha mandato al Cremlino una lettera che chiede sostanzialmente realismo. Chiede, cioè, al partner di tirare le briglie alle lotte di liberazione. La risposta di parte sovietica all'attacco di Bush è stata ancora strettamente difensiva, dice soltanto che Mosca si muove nell'ambito di Contadora, di Esquipulas, degli accordi regionali di pacificazione. I sogni, e le rivoluzioni, sono sempre duri a morire. Però questo Castro stanco e triste, un po' grigio, un po' bolso, un po' amaro, si sta lentamente ritirando nell'isola, battuto dalla violenza di una crisi economica che lascia vuoti gli scaffali dei negozi e lunghe code alla porta delle panetterie. Cuba non ha la miseria, né la fame disperata, dei mille altri posti del Terzo Mondo, ha scuole, ospedali discreti, servizi pubblici di qualche efficienza, bimbi e vecchi che non sono un peso; la vittoria della sua rivoluzione non è stata inutile, né sprecata. Ma i conti con la realtà si fanno tutti sulla base di quei due milioni di dollari che l'Urss le passa ogni giorno. Qui però si continua a credere che, prima di andarsene, questo signore sorridente farà al mondo almeno l'annuncio che l'Urss cancella 1 debiti di Cuba; sarebbe un gesto clamoroso, in linea con l'appello lanciato' dal palco dell'Orni, nel dicembre scorso, una buona mossa per spiazzare le incertezze delle capitali finanziarie occidentali e guadagnarsi la simpatia dell'America Latina. Mimmo Candito L'Avana. Michail Gorbaciov e Fidel Castro salutano la folla dall'auto scoperta dopo l'arrivo del leader sovietico a Cuba