Una corsa ai ricoveri per pagare meno ticket

Una corsa ai ricoveri per pagare meno ticket Il rischio del decreto: un'impennata delle degenze Una corsa ai ricoveri per pagare meno ticket Con 10 mila lire al giorno si evitano tutte le tasse sulle analisi ROMA — L'introduzione dei nuovi ticket rischia di far crescere il numero dei degenti negli ospedali, che potrebbero scegliere di spendere le 10 mila lire previste per un giorno di ricovero piuttosto che affrontare spese maggiori da pazienti esterni, per visite e analisi quotidiane. E' questo uno dei principali timori emersi ieri tra i direttori sanitari, ancora alle prese con la confusione generata dal nuovo decreto legge. In numerosi ospedali e unità sanitarie le strutture amministrative, infatti, sono state messe a dura prova dai mugugni e dalle proteste dei pazienti. Il nuovo ticket, deciso dal governo per arginare il disavanzo della spesa pubblica (si prevede di recuperare circa 4 mila miliardi per lo Stato), è stato aspramente criticato da tutti i sindacati e dal partito comunista. 'Non è possibile — ha detto Achille Occhetto — ?:o« indignarsi di fronte a misure cosi inique e intollerabili, che colpiscono il diritto alla salute e precipitano nel caos l'organizzazione sanitaria'. Ma anche all'interno della maggioranza, l'attuazione del decreto è venuta sotto tiro. "E' incomprensibile — dice il corsivo di oggi della Voce repubblicana — che l'entrata in vigore del nuovo sistema non sia accompagnata da norme di attuazione che stabiliscano chi dovrebbe occuparsi concretamente di applicare il decreto negli ospedali, e come». Anche i liberali hanno accusato il ministro della Sanità d'improvvisazione e scarsa efficienza. Ma Donat-Cattin non ha dato troppa importanza alle difficoltà organizzative di applicare il decreto legge. Il suo carattere 'repentino» può aver creato 'qualche difficoltà", ha detto in un comunicato, «ma gli ospedali non sono sprovvisti né di esperienza né di personale per provvedere alla riscossione del contributo previsto dal decreto-. Al di là degli aspetti pratici, molti medici hanno criticato le implicazioni della nuova norma dal punto di vista della gestione sanitaria. -E' una manovra sbagliata e improduttiva, ostile al malato-, ha detto il segretario generale del sindacato dei medici dipendenti, Aristide Paci, aggiungendo che la sua associazione intende promuovere un referendum abrogativo sul ticket e altri aspetti del sistema sanitario. Uno degli obiettivi del decreto legge è quello di decongestionare i laboratori, le corsie, le sale di degenza, responsabilizzando il paziente attraverso una spesa. Ma così com'è congegnato, il nuovo sistema rischia di pro¬ vocare il risultato opposto, vanificando i buoni risultati ottenuti negli ultimi anni. «Con l'istituzione del day hospital, della pre-ospedalizzazione, della dimissione protetta, siamo riusciti a ridurre il numero delle degenze», dice il prof. Carlo Mastantuono, direttore sanitario del Policlinico di Roma, dove la riduzione è stata all'incirca dell'otto per cento. «£ questo ci ha dato la possibilità di respirare». n vantaggio di questa decongestione è doppio: riduce i costi dell'ospedale e aumenta il turn-over nei letti, così che più pazienti possono essere ricoverati. Ma il progresso fatto in questi ultimi due anni rischia di essere vanificato. «Il decreto — dice Mastantuono — potrebbe disincentivare il ricorso a queste nuove forme di assistenza sanitaria, incoraggiando il paziente a preferire il ricovero ordinario». Un paziente che frequenta un day hospital rischia di dover pagare dalle 50 alle 100 mila lire di analisi e visite specialistiche ogni volta che si reca all'ospedale per essere curato. Il ricovero ordinario, invece, costa solo 10 mila lire al giorno. E se il paziente decidesse, per motivi economiAndrea di Robilant (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Achille Occhetto, Aristide Paci, Carlo Mastantuono, Donat-cattin, Mastantuono

Luoghi citati: Roma