Brucia, contadino, brucia di Stefano Reggiani

Brucia, contadino, brucia Prime film: «Gli irriducibili» di Sinise e «La vita allegra» di Colomo Brucia, contadino, brucia Piuttosto che cedere ai creditori la propria fattoria, due fratelli le danno fuoco e iniziano una fuga seguiti dai giornali e soccorsi dalla gente - Già presentata a Cannes, l'opera trasforma in spettacolo un problema sociale: la crisi delle grandi aziende agricole • Protagonisti sono Richard Cere e Kevin Anderson GLI IRRIDUCIBILI (Miles troni home) di Gary Sinise con Richard Cere, Kevin Anderson, Brian Deruiehy, Terry Kiney , Penelope Ann Miller, Helen Hunt. Produzione americana. Drammatico. Cinema Capitol di Torino. Due fratelU nella crisi agricola, hanno incendiato la fattoria nello Iowa minacciata dai creditori, sono in fuga «lontano da casa» sostenuti dalla solidarietà della gente, litigano tra loro all'ombra della grande figura paterna (un agricoltore dei Cinquanta, gli anni d'oro), disputano se rimanere o fuggire sempre. Al Festival di Cannes fummo assai bene impressionati da quest'opera d'esordio di Gary Sinise, apprezzato regista teatrale. Ci parve che avesse saputo amalgamare bene le diverse ambizioni ed eredità. Da una parte le suggestioni del film agricolo (tra i più vicini a lui «I giorni del cielo» di Malik); dall'altra le ombre profonde e la malinconia dei film Anni Cinquanta: Gere. perennemente in fuga, non somiglia a un fuggitivo Garfield? Di più il film è immerso in un problema sociale (la crisi delle grandi fattorie) che diventa spettacolo: e questo è molto americano. Se dovessimo scegliere le pagine più riuscite, prenderemmo comunque le scene corali o quelle dove le piantagioni, miracolo stupefatto e rigoglioso, sono carezzate dal vento. Non è vero che la bellezza della natura è aperta a tutti, occorre una certa complicità... Richard Gere e Kevin Anderson hanno una grande fattoria nello Iowa, era un'a¬ zienda-modello negli Anni Cinquanta, anche Kruscev venne a visitarla nel suo viaggio americano, ci sono ancora i vecchi ritagli ingialliti. Kruscev, viso astuto da contadino, aveva sentito invidia per quell'impresa (forse antivedeva che nel suo Paese le faccende agrìcole sarebbero andate male per molti anni, fino ad oggi). Ma anche nel modello americano l'opulenza seguì il fondatore, per i figli era in agguato il declino con la crisi delle grandi coltivazioni... Piuttosto che lasciare la fattoria in mano alla banca, ai creditori, il fratello maggiore, Gere, dà fuoco a tutto. Una notte si trasforma in incendiario e coinvolge il fratello nella propria irriducibilità. Comincia una fuga in macchina lungo le strade polverose, a fianco dei raccolti, che assume, via via, toni epici. Seguiti dai giornali («Incendiari per non cedere»), sono ospitati e nascosti dalla gente, che offre un lavoro, un attrezzo, un letto (tocca a Richard Gere rispondere alla lunga solitudine di una giovane signora, anche le ammiratrici dell'ex gigolò vogliono la loro parte). Ma quella fuga mette anche alla luce le incomprensioni, i conflitti tra i due fratelli, finora gravati dall'ombra del vecchio padre. Kevin resterà nello Iowa, perché ha la colpa minore e perché li il cuore innamorato lo trattiene; Richard continuerà la fuga, romantico eroe e, in qualche modo, personaggio espiatorio di un sogno infranto. Si, monumento a John Garfield, ma anche al contadino americano sconosciuto. Stefano Reggiani Richard Gere e Kevin Anderson in una scena di «Gli irriducibili», film epico e malinconico

Luoghi citati: Cannes, Iowa, Torino