«Avrei dovuto fuggire con Serena»

«Avrei dovuto fuggire con Serena» Parla Rosanna Giubergia, mentre fra i giudici prevale il «no» all'affidamento «Avrei dovuto fuggire con Serena» «Se potessi tornare indietro mi comporterei così» - «Spero ancora di riabbracciarla» - «Credo che la piccola non stia bene dov'è» RACCONIGI — I Giubergia sono ricomparsi per poche ore In paese dopo un'assenza di due settimane, nella casa di Sebastiano Osella, ferroviere, 'collega di lavoro di Francesco e padre di Monica, baby sitter di Nasario e Serena. Erano le 14 quando, insieme con l'avvocato Leonarda Strippoli, lìosanna e Francesco Giubergia con in braccio il piccolo Nasario hanno accettato di rompere il silenzio. -Se polcii tornare indietro scapperei con Serena, perché a Napoli una famiglia ha risolto cosi i suoi problemi di adozione di un bimbo. Ma non ho ancora perso le speranze di riaverla ha esordito Rosanna Giubergia. Poi la signora Giubergia ha accettato di raccontare come sta vivendo questi drammatici momenti di attesa. -Abbiamo sempre cercato di non leggere i giornali soprattutto per non perdere la calma e perché Nasario non sia ancora di più turbato vedendo le foto della sorellina sidle prime pagine-. -lo e mio marito abbiamo molta fiducia nei giudici perché pensiamo che anche loro abbiano dei figli. Noi vogliamo il rispetto della legge, proprio quella legge nella quale i bambini come Serena devono trovare la salvezza» ha raccontato la donna. E ha proseguito commossa: -Fino a un paio di giorni fa non abbiamo più avuto notizie di Serena, poi mio marito ha saputo da un'assistente sociale che la bimba sta bene e dorme tanto. Ma proprio questo fatto mi ha preoccupata: è un segnale negativo, vuol dire che Serena non si trova bene, perché a casa giocava molto e dormiva il giusto. Temo si senta smarrita». I Giubergia, nei loro spostamenti di queste settimane — prima a Roma, poi in casa di amici in Piemonte —, hanno sempre tenuto Nasario. -Riposa poco, si sveglia di soprassalto, ha degli mcubi — ha raccontato la madre —, 15 giorni fa gli abbiamo comprato l'uovo di Pasqua ma non l'ha voluto mangiare lutto: ne ha conservato un pezzo per Serena. L'altra notte si è svegliato alle tre e piangendo mi ha chiesto: mamma, dov'è Serena? Perché continui a lasciarla all'asilo?". I Giubergia sono rimasti a colloquio con l'avvocato Strippoli per alcune ore. Prima di ripartire per il loro «rifugio», hanno voluto manifestare fiducia. -Non abbiamo perso le speranze, ci sostiene la fede. C'è in noi un grande desiderio di rivedere Serena e non soltanto per mezz 'ora». La decisione di seguire una procedura irregolare per l'adozione sarebbe stata conseguenza di un contatto improvviso: -E' capitato in fretta, ci hanno detto che a Manila c'era una bambina da aiutare, che stava male. Rispetto a quando avevamo preso Nasario in quel Paese era cambiata la legge e non potevamo aspettare 18 mesi per fare le cose in regola». Ieri il Comitato ha diffuso il testo di una lettera inviata al¬ l'Associazione giudici minorili di Roma: -La tanto invocata legge 184 non ritiene possano i Giubergia essere dichiarati inidonei a qualsiasi titolo all'affidamento, poiché la inidoneità è prevista, e con il condizionale, solo in caso di omissione della segnalazione che la bambina si trovava da loro. Considerando che Giubergia non era tenuto alla segnalazione, essendo il tribunale venuto a conoscenza della presenza della bambina fin dal 18 gennaio '88, chiediamo l'intervento dell'Associazione perché dal tribunale dì Torino sia applicata la legge con interpretazione in uso presso altri tribunali, non ultimo il caso di Oreste a Napoli». Intanto il sostituto procuratore presso il tribunale per i minori di Torino Graziana Calcagno ha sollecitato un'inchiesta dei servizi sociali internazionali per accertare •modalità e circostanze» dell'adozione irregolare di Serena. Grazia Novellini Racconigi (Cuneo). I coniugi Giubergia ieri nel loro rifugio: commossi, ma fiduciosi nei giudici

Luoghi citati: Manila, Napoli, Piemonte, Racconigi, Roma, Torino