La Svizzera nata dal terremoto di Giuseppe Zaccaria

La Svizzera nata dal terremoto Quel pezzo dlrpinia dove i miliardi statali hanno trasformato tuguri in ville La Svizzera nata dal terremoto Montemiletto, poco più di 4000 abitanti, ha già ricevuto 98 miliardi - L'assessore ai lavori pubblici: «Truffe? No, applichiamo le leggi» DAL NOSTRO INVIATO MONTEMILETTO (Avellino) — Splendide ville dalle tegole rosse punteggiano le colline in fiore, casali dai tetti d'ardesia si affacciano su leggiadri boschetti. Dai bordi di una superstrada liscia come un tappeto occhieggiano bifore ardite, finestre orientaleggianti, vezzose loggette, balconate ipermodeme e ••chalets- con le statue di Biancaneve e i sette nani. Mancano solo il villaggetto alpino e la chiesa gotica, ma dev*essere questione di tempo. L'imprevedibile è accaduto: la Svizzera ha finalmente conquistato il suo ventiquattresimo Cantone. Poco alla volta, senza che nessuno ne venisse iiiformato la nuova entità geografica è nata qui, al centro dell'Irpinia, e adesso si adagia fra Montemiletto e Taurasi, risplende fra Montoro e Pratola Serra in una valle unica al mondo. Pensate: da qui, basta uno sguardo e si capisce tutto quel che si può fare coi soldi del dopoterremoto. Un giro d'orizzonte per rendersi conto di come l'Irpinia sia diventata un pozzo senza fondo, una divoratrice di miliardi come Reggio, Messina, Casamicciola e l'intero Friuli assieme non erano riusciti a fare. Venticinque miliardi a Pratola, trentaquattro a Taurasi, ottantacinque a Teora. E poi, li in cima, ecco il paese benedetto da Dio e dalla de irpina: Montemiletto, 4200 abitanti, un morto nel terremoto dell'80 e un finanziamento Cipe per 98 miliardi 656 milioni 2119 mila 500 lire. ■Troppi? Niente affatto, dobbiamo ancora recuperare il centro storico. Scandali? Nemmeno l'ombra: venite, verificate, controllate: qui tutto e perfettamente legale...-. E' proprio vero, per la commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione in Irpinia si profila un compito disperato. Non solo, non tanto per le ruberie, gli imbrogli, gli abusi che pure si sono verificati. Il caso di Montemiletto merita di entrare nei trattati. Dimostra come sia possibile rinnovare un intero paese, trasformare i tuguri in regge, una vecchia piazza in gigantesco anfiteatro solo sfruttando t'Utilizzando', puntualizzano gli amministratori) possibilità, aperture, deroghe, ripensamenti del legislatore. Al legislatore, in realtà, si dovrebbe dare un nome. Nel caso dell'Irpinia c'è solo l'imbarazzo della scelta. Questa non è solo la terra del presidente del Consiglio ma anche quella dell'onorevole Giuseppe Gargani, del senatore Nicola Mancino, dell'ex ministro Salverino De Vito, del potente Gerardo Bianco. Ecco perché Rocco Managò, assessore de ai lavori pubblici, è credibile quando dichiara: -Se di qualcosa ci si può accusare è solo di essere stati più svelti, più efficienti, insomma più bravi degli altri-. A tre chilometri in linea d'aria c'è San Mango sul Calore, paese che dal sisma uscì distrutto: li i miliardi finora sono stati solo 74. Montemiletto, comune di «fascia B», danneggiato solo nel centro storico, ha ottenuto molto di più. Pensando al deficit pubblico c'è da mordersi le mani, ma provate a cercare un abitante, uno solo, democristiano o comunista, missino o «verde», che in paese trovi qualcosa da ridire. Qui, grazie al terremoto, c'è gente che ha trovato la ricetta della felicità: soldi a tutti, contributi a tutti, per tutti ("anche quelli che prima vivevano in una sola stanza-) case modernissime di 110 metri quadri. Una truffa? "Neanche per idea: applichiamo i parametri fissati dalla legge. Ogni casa, obbligatoriamente, deve avere almeno quell'estensione e dev'essere fornita di garage. Per ogni figlio a carico ci sono 18 metri auadri in più. Poi esistono le agevolazioni per ì coltivatori, quelle per i conduttori, quelle per rendere antisismiche le case rimaste in piedi...-: In otto anni mai una denuncia, una comunicazione giudiziaria, una lamentela; agli atti del Consiglio comunale non è registrato un solo cenno di opposizione, neppure un timido rilievo. Le cose sono andate talmente bene da consentire oggi agli amministratori di reagire alle accuse che arrivano da Torino con sereno distacco, anzi con una punta di ironia. "Un compaesano pensa di aver partecipato a una truffa? Speriamo che venga allo scoperto, che faccia nomi e cognomi. Se davvero un geometra gli ha chiesto "tangenti" saremo lieti di rivolgerci alla Procura per fare chiarezza-, commenta Alessandro D'Amelio, insegnante di lettere nonché vicesindaco. "In teorìa è possibile che qualcuno, non so, un tecnico, un piccolo imprenditore abbia tentato di far soldi in maniera illecita. Se così è stato siamo i primi ad aver^ interesse a che venga individuato. Ma quanto al resto...-. H vicesindaco non completa la frase, eppure il senso e chiaro: che bisogno c'è di rubare quando per geometri e costruttori i miliardi già piovono dal cielo? Basterebbe un dato: nell'80, subito prima del terremoto, il bilancio annuo del Comune era di 900 milioni scarsi. Sapete a quanto ammonta l'ultimo? 27 miliardi e 240 milioni: in pratica, quello di una città delle dimensioni di Siena o Treviso. Ancora qualche cifra: con poco più di 4 mila abitanti, Montemiletto ha già prodotto 1700 domande di finanziamento (di cui appena ottanta inevase). "Noi — continua il vicesindaco — abbiamo solo il potere di erogare i contributi. Per legge non possiamo svolgere alcuna verifica, alcun controllo che non siano puramente formali-. Eppure, assessore Managò, da Torino il «terremotato pentito» lancia accuse precise. Dice che qui anche le stalle diventano abitazioni sinistrate, che ruderi crollati da secoli si trasformano in castelli. Parla di un geometra del Comune. Aggiunge che quel geometra guadagna due volte, una ottenendo una percentuale sui lavori finanziati e l'altra eseguendoli direttamente. "Se è per questo, di compensi ne dovrebbe ricevere almeno tre. Il sei per cento sulla somma stanziata, una cifra sulla realizzazione dell'opera e poi anche un sette per cento per la direzione dei lavori. Ma anche questo è previsto dalla legge. Non lo sapeva?-. A saperlo, in realtà, sono davvero in pochi. Fra questi, un giovane laureato in legge che al Comune di Montemi¬ letto ha il preciso compito di spulciare tutte le gazzette ufficiali, i bollettini, le circolari, n resto è stato frutto del caso: nella zona, Montemiletto è fra i pochi centri in cui si voti ancora col sistema maggioritario. Proprio nell'80, la de conquistò la maggioranza e in tutti questi anni ha continuato saldamente a detenerla. Mentre altrove le giunte cadevano ogni sei mesi, qui si continuava ostinati a chiedere finanziamenti (al Cipe, alla Cee, alla Cassa depositi e prestiti, alla Banca d'Italia) e a distribuirli equamente, senza discriminazioni politiche. Risultato: tutti contenti. "Se la legge è di manica larga — insiste D'Amelio — la colpa non è nostra. Vuol sapere come la penso, sulla ricostruzione? Secondo me delle migliaia di miliardi spesi finora si poteva risparmiare almeno la metà. Ma se i termini vengono continuamente riaperti, se ogni mese si scoprono nuove possibilità, se questa o quella legge rinnova i termini per determinate categorie, un certo tipo di co- struzioni, per questo o quell'intervento, cosa ci possiamo fare?-. Nuovo sottinteso: all'amministratore comunale non si può certo chiedere di rinunciare ai soldi che lo Stato le mette a disposizione. Montemiletto pensa per sé. A chiudere i rubinetti, provvedano altri. "Sa qual era il termine fissato dalla iegge per le domande di finanziamento? n 31 marzo dell'84: da quel giorno, chi c'era c'era. E vuol sapere invece quando si è chiuso l'ultimo bando? Il 31 marzo dell'89, l'altro ieri. Si era deciso che certe categorìe professionali potessero chiedere contributi per la ricostruzione adesso, a nove anni dal terremoto-. Pagare, allora. Pagare e basta. Ricostruire, ristrutturare, impinzare, investire, far girare 11 danaro. Finché dura, per i Comuni irpini è la soluzione più intelligente. A Montemiletto il municipio, che ha sede in un convento del Quattrocento, adesso potrebbe finire sui manuali di restauro: uno splendido chiostro, affreschi mirabilmente recuperati, arredi in tek da studio d'architettura. E poi tre scuolabus, un teatrino trasformato in auditorium, il progetto per un nuovo ufficio postale, il castello già quasi restaurato, una nuova strada d'accesso al paese. Resta il centro storico, adesso praticamente svuotato: -Per quello occorreranno ancora due o tre anni. Ma non è colpa nostra. La legge dice che dev'essere ricostruito cosi com 'è. E restaurare, si sa, costa il doppio...-. Le imprese sono tutte locali, ormai in paese ne sono fiorite trenta. GLi emigrati, da qualche anno, rientrano. La popolazione si avvia pericolosamente a toccare quella soglia dei 5 mila che, introducendo le elezioni con la proporzionale, farebbero saltare tutti gli equilibri, e forse segnerebbero l'uscita dall'«età dell'oro». Sotto allora con le spese, finché dura. Ma ci dica, signor vicesindaco: esiste, in tutta la provincia di Avellino, un solo Comune che non risulti terremotato? • Tra fascia A, B eCnon credo proprio. Anzi, ce n'era uno. Si chiama Grottolella. Poi si è accorto di essere rimasto fuori e ha fatto ricorso. Adesso sono terremotati anche li-. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Alessandro D'amelio, D'amelio, Gerardo Bianco, Giuseppe Gargani, Managò, Montoro, Nicola Mancino, Pratola, Rocco Managò, Salverino De Vito