Tangenti a Napoli, politici sotto accusa

Tangenti a Napoli, politici sotto accusa Fra i 14 inquisiti: un deputato de. assessori, funzionari pubblici e imprenditori Tangenti a Napoli, politici sotto accusa NAPOLI — Il primo nell'elenco è Ugo Grippo, deputato de della corrente di «Forze Nuove» ed ex coordinatore cittadino del partito. Il procuratore capo della Repubblica Alfredo Sant'Elia ha chiesto un'autorizzazione a procedere nei suoi confronti, ipotizzando il reato di concussione. Seguono i nomi di altri tredici tra conglieri regionali e comunali, funzionari pubblici e manager di una grande impresa del Nord. Sono tutti indiziati dei reati di corruzione o concussione. Le comunicazioni giudiziarie sono firmate dai sostituti procuratori Franco Greco e Carlo Visconti. L'inchiesta è appena avviata, ma promette sviluppi clamorosi. Riguarda un presunto giro di tangenti che politici e «grand commis» avrebbero intascato per consentire la prosecuzione di lavori di risanamento ambientale per 45 miliardi, ottenuti in concessione dalla «Termomeccanica», azienda dell'Efim, e dalla Furlanis, impresa veneta. Oltre all'on. Grippo, sono indiziati del reato di concussione il suo più stretto collaboratore, Giovanni Alterio, consigliere regionale e presidente della quinta commissione Sanità e Sicurezza sociale; Cosimo Barbato, anch'egli de, ex assessore comunale ai Lavori pubblici (ritiratosi a vita privata), già condannato per aver partecipato alla truffa ordita dalle cooperative degli ex detenuti ai danni del Comune di Napoli. Sono sospettati di corruzione l'ing. Giovanni Civiletti, responsabile dell'ufficio fognature del Comune di Napoli; Rosario Rusciano, liberale, assessore comunale ai Lavori pubblici; Nunzio Di Giacomo, segretario della giunta regionalea; Ciro D'Ambrosio, funzionario dell'ufficio tecnico comunale; Giovannino e Luciano Furlanis, amministratori dell'omonima impresa veneta ed i loro funzionari Mario Nicolini, Massimo Varano, Johan Stolker, Isidoro Caiazzo e Giacomo Calzolari. L'inchiesta riguarda un affare da quarantacinque miliardi. Tanto costa l'imponente opera, tutt'ora in corso di realizzazione, per la canalizzazione delle acque nere che inquinano la spiaggia e il mare di Trentaremi, a Posillipo. Per deviare quel fiume di liquami, la «Termomeccanica» presentò nel giugno dell'85 un progetto che fu approvato dal Comune di Napoli. I lavori furono concessi con trattativa privata. Nell'estate '86, la società dell'Efim si consorziò con la Furlanis, e fu a questo punto, sospettano i magistrati, che gli imprenditori cominciarono a sborsare laute tangenti. Cosa avrebbe indotto i dirigenti della Furlanis a pagare le bustarelle? I soldi sarebbero serviti per accelerare le delibere per il pagamento dei lavori, finanziati con fondi Fio e Cee (Comunità europea) gestiti dalla Regione. A fornire il materiale per aprire l'inchiesta giudiziaria fu il sostituto procuratore della Repubblica di Venezia Nelson Salvarani, lo stesso che ordinò l'arresto dell'ex assessore de della Regione Campania Armando De Rosa. L'esponente politico fu accusato di avere imposto tangenti ad un'altra impresa veneta, la «Vittadello», anch'essa impegnata nella rea lizzazione di opere pubbliche in Campania. De Rosa fu prò cessato e condannato a sei anni di reclusione. Tra i documenti in posses so del giudice di Venezia sai tarono fuori alcune intercet tazioni telefoniche che ri guardavano proprio la vicen da dei lavori concessi alla «Furlanis». Il materiale fu spedito alla magistratura na poletana, che dopo i primi accertamenti ha inviato le comunicazioni giudiziarie. f.ra

Luoghi citati: Campania, Comune Di Napoli, Napoli, Posillipo, Venezia