Milo: il mio dolore non è spettacolo di Simonetta Robiony

Milo: il mio dolore non è spettacolo Alla «Macchina della verità» ha risposto al quesito: ha praticato l'eutanasia a sua madre? Milo: il mio dolore non è spettacolo Dice di aver partecipato alla trasmissione di Raidue per far conoscere la sua verità e per far riflettere il pubblico su un grave problema morale - E' convinta di ciò che ha fatto? «Ho esposto una parte segreta di me stessa e vorrei non essere costretta a pentirmene» - «Ho paura per le conseguenze penali e per la mia immagine professionale» ROMA — Sandra Milo si è sottoposta alla macchina della verità per rispondere se era vero oppure no che molti anni fa aveva praticato l'eutanasia a sua madre gravemente malata di cancro. L'occasione è stata la registrazione di una puntata del programma televisivo condotto da Giancarlo Santalmassi, in onda ogni lunedì su Raidue. Dalla macchina della verità è venuto fuori il responso che Sandra Milo ha dichiarato il falso a due precise domande: Ha praticato l'eutanasia a sua madre? Sa per certo che la morte di sua madre è avvenuta per eutanasia? In entrambi i casi lei ha risposto di no, ma la macchina, che registra reazioni del corpo non controllabili dal cervello, ha scoperto che mentiva. Nonostante questo responso però non ha ritenuto di chiedere alla Rai che la registrazione del suo interrogatorio non andasse in onda: è un rischio ma lo ha voluto correre. Cinque anni fa, infatti, Sandra Milo con enorme e pubblico clamore fu sottoposta a un duplice procedimento penale per aver dichiarato in un paio di interviste di aver praticato l'eutanasia a sua madre somministrandole quarantesi pasticche di sonnifero. Dal processo fu assolta perché sostenne davanti al magistrato di aver detto il falso ai giornalisti. Adesso l'attrice è tornata su questo stesso tema, un fatto per lei doloroso e pericoloso, accettando di parlarne in televisione, davanti a un pubblico di milioni di persone. Viene spontaneo chiederle perché. Sandra Milo è a Milano per la registrazione di Piccoli fans: non vuole parlare con nessuno. Risponde a fatica, con frequenti scoppi di pianto. Non è pentita però della sua decisione. Dice: «Perché ho accettato di sottopormi all'esperimento della macchina della verità? Non lo so. Anch 'io in questi giorni me lo sono chiesta spesso senza trovare una risposta definitiva. Santalmassi me lo ha chiesto, ci ho pensato qualche giorno, poi ho detto sì. E ho risposto a tutte le sue do mande. La macchina dice che ho mentito due volte. Ri cordo benissimo che Santal massi a quel punto mi ha del to: Sappi che adesso per tutti ci sarà solo una verità: quel la della macchina. Mi pare di aver risposto: No. Ci sarà anche la mia, quella di Sandra Milo». Ma non l'è parso un atto di esibizionismo, una violenza morale, perfino un gesto volgare andare a parlare in televisione di un fatto tanto privato qual è stata la morte di sua madre? «Non lo so. Non 10 so. Sono più di vent'annì che mia madre è morta. E' successo nel '62. Eppure ancora oggi non riesco a pensare a quei giorni senza provare un immenso dolore. E' stato uno strazio tremendo per me e per lei. La tentazione di porre fine ai suoi giorni e al suo inutile dolore è stata immensa. Mia madre mi chiedeva: Aiutami a morire. Non ne posso più». E lei lo fece? «Non è questo 11 punto. La questione è un'altra. E'che tantagente si trova di fronte a un dilemma di questo genere, una cosa che spacca l'anima e divide le coscienze. Qualcuno, più di quanti non si sappia, decide di ricorrere all'eutanasia. Che è una scelta terribile, provoca rimorsi, regala incubi, si trasforma in un ricordo sconvolgente, però è una scelta che si compie. Ecco, con la mia testimonianza io vorrei che sull'eutanasia si tornasse a riflettere». Quando è andata a fare la registrazione? «Qualche giorno fa. Dopo Pasqua. No, prima. Ecco, ce l'ho sull'agendina la data: il 22 marzo. Ero tesissima: non mi era affatto chiaro perché ci andavo ma sentivo che dovevo farlo. Mi sono ricordata del papà di una amica di mia figlia, la più piccola, al quale la famiglia decise, tra strazi tremendi, di sospendere le cure per abbreviargli il dolore. Mi sono ricordata di una mia amica donatrice dì organi, morta in un ospedale romano cattolico dopo che le avevano staccato il contatto con la macchina cuore polmone perché non c'era più niente da fare. Come mai, se queste cose avvengono, c'è poi una interdizione a parlarne?». Non teme che il suo intervento In un programma che spettacolorìzza la confessione sia visto dalla gente solo con curiosità? «Ho paura. Certo. Ho paura. Ma cosa è stato fatto dopo la proposta di legge immaginata da Loris Fortuna per cancellare almeno dal codice deontologico dei medici il dovere di battersi con qualunque mezzo contro la morte del paziente? Lo so, praticare l'eutanasia a una persona che si ama è tremendo. Per la nostra cultura che esalta la vita è una frattura. Però non è innaturale. I ragazzi, che sono più sinceri degli adulti, quando parlano dell'Aids si lasciano andare a dire che sarebbe meglio farsi dare la morte che vivere distruggendosi nel corpo e nell'anima in attesa della fine. E allora perché noi non possiamo fare altrettanto?». Quindi lei è convinta di aver fatto bene ad andare in televisione. «No. Convinta no. Non voglio neanche rivedermi sul video né voglio che i miei figli mi vedano. Ho esposto una parte segreta di me stessa e vorrei non essere costretta a pentirmene. Da una parte ho paura: per le conseguenze penali e per la mia immagine professionale, dall'altra vorrei avere più coraggio e raccontare tutto, fino infondo. So che non c'era scelta. Non potevo né volevo rifiutarmi. Quale occasione mi si offre per parlare dell'eutanasia? Nessuna. Santalmassi me ne ha data una: l'ho presa». Cosa si aspetta? «Spero di esser capita. Il vescovo di Rieti in un dibattuto sull'eutanasia in cui io avevo difeso il diritto a praticarla in casi estremi e lui quello a difendere sempre la vita anche in casi estremi alla fine mi disse: Lei segue le ragioni del cuore, io quelle della testa. Ma su questo terreno ha ragione lei. Mi auguro che qualcuno pensi di me le stesse cose». Simonetta Robiony L'attrice Sandra Milo

Persone citate: Giancarlo Santalmassi, Loris Fortuna, Sandra Milo, Santalmassi

Luoghi citati: Milano, Rieti, Roma