Il thriller va a rotoli nell'intrigo d'alcova di Ugo Buzzolan

Il thriller va a rotoli nell'intrigo d'alcova Ha deluso su Raidue «Una verità come un'altra» Il thriller va a rotoli nell'intrigo d'alcova Marzo nel segno del tv-movie: non sono mancati i buoni esempi Nel marzo la Rai ha offerto quattro interessanti esempi di tv movie. Il primo è stato su Raidue Come stanno bene insieme di Vittorio Sindoni, garbata storia coniugale tra l'umoristico e l'amaro, assai ben recitata da Stefania Sandrelli e Sergio Castellino; il secondo, su Raitre. Piange al mattino il figlio del cuculo di Gianni Bongioanni sul problema dell'inseminazione artificiale, tema affrontato con immediatezza cronistica e approfondimento: e su Raidue Una lepre con la faccia di bambina di Gianni Serra, forte fiction di generoso impegno e di veemente polemica, ricavata da un romanzo ispirato alla tragedia di Seveso del 1976. sulle conseguenze fisiche e psicologiche — aborti compresi — delle catastrofi da inquinamento (una fiction contro cui è in atto un tentativo da santa crociata Anni 50 con la richiesta alla Rai di una trasmissione "di riparazione» a mo' di rettifica: il che — trattandosi di una fiction e non di un reportage — sta tra l'assurdo e il ridicolo). E veniamo al quarto movie ancora su Raidue questa settimana. Una verità come un'altra di Gianluigi Calderone, thriller ambientato nella Milano d'oggi ma desunto da un giallo americano Anni 30 di Patrick Quentin. Su questo thriller le perplessità sono parecchie. Più sostenuta e più persuasiva è apparsa complessivamente la prima parte, di introduzione al meccanismo a suspense: borghesia ricca, atmosfera snob, un giovin signore è geloso dell'inquieta moglie ex attrice ed è circondato da una madre ultrasofisticata, da un patrigno equivoco, da un fratello scioperato. Torna a casa e trova la moglie ammazzata con un colpo di pistola. E' il primo sospettato, e si butta a cercare il colpevole e il perché del delitto. Sino a questo punto il movie ha funzionato discretamente, e certe lentezze potevano essere anche giustificate dalla necessità di analisi e preparazione. Ma la delusione è venuta con la seconda parte quando il meccanismo a suspense doveva ingranare e scattare. Invece non ha ingranato e non è scattato, il racconto si è diluito in pezzi e bocconi, il nero in cui la vicenda doveva immergersi totalmente s'è stinto in un fiacco grigio, e sono emerse le lacune già intraviste nella prima puntata: ritmo tutt'altro che grintoso, e attori non convinti o non adeguati ai ruoli con il risultato di una recitazione incerta o al di sopra delle righe; carenza grave se si pensa che il thriller non era d'azione ma incentrato sui rapporti torbidi dei personaggi e sulle loro ambigue reazioni, e se si pensa che la dimensione del movie era molto teatrale, ossia in interni, e richiedeva un continuo gioco di primi piani. A questo va aggiunto che il plot del protagonista — un protagonista ingenuo, intontito e fanciullesco in contrasto con il suo aspetto di quarantacinquenne baffuto — che scopre via via il passato canagliesco della moglie (da dolce angelo a perfido demonio!) finiva con l'essere pateticamente convenzionale; e che la soluzione della zia assassina — la quale aveva ucciso perché la vittima era incinta del proprio anziano e rimbecillito marito — risultava solo pretesto per un finale con urla e atteggiamenti melodrammatici non sopportabili più nemmeno in palcoscenico. Ugo Buzzolan

Persone citate: Gianluigi Calderone, Gianni Bongioanni, Gianni Serra, Marzo, Patrick Quentin, Sergio Castellino, Stefania Sandrelli, Vittorio Sindoni

Luoghi citati: Seveso