Polo ferroviario, deciderà il Cipi

Polo ferroviario, deciderà il Cipi Ancora divergenze tra Iri ed Efim, si è rischiata la rottura Polo ferroviario, deciderà il Cipi Il ministro Fracanzani sembra appoggiare la strategia dell'In, ma ci sono opposizioni da parte del psi - Sì all'acquisizione della Fiat Savigliano, resta il dubbio di chi comanderà: la Breda o la Finmeccanica (che darà in cambio l'Alfa Avio)? DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La parola passa al Cipi. Continua, infatti, a non esserci accordo completo tra Iri ed Efim per il cosiddetto «polo» ferroviario. Le divisioni dei giorni scorsi tra i manager dei due gruppi pubblici non sono state superate neppure dopo la mediazione del ministro Fracanzani il quale, in sintonia con il presidente del Consiglio, De Mita, ha deciso ieri di rimettere la questione all'organo collegiale del governo. E' un passo avanti «politicamente» perché la vicenda non viene rimessa in naftalina, ma non tale da sbloccare l'impasse. Ieri veniva dato come una giornata decisiva, c'era attesa per l'ufficializzazione dell'intesa che da mesi vede due enti delle Partecipazioni Statali l'un contro l'altro armati: Prodi e Valiani, tallonati dai loro scudieri Fabiani, amministratore delegato della Finmeccanica, e Mancini, vicepresidente dell'Efim. In mattinata sembrava dovesse esservi un nuovo incontro al ministero, invece soltanto contatti telefonici frenetici tra Fracanzani e i vari interlocutori per trovare una via d'uscita. Alla fine, dopo un pomeriggio in cui si è rischiata una clamorosa e forse, definitiva, rottura, è arrivato il comunicato del ministero. Ecco il suo contenuto. Primo: "Risulta confermata l'importanza di sinergie ed intese all'interno delle Partecipazioni Statali in vista del mercato unico europeo-. Secondo: -La trattativa per l'acquisizione della Fiat Savigliano appare coerente con gli obiettivi e i programmi delle Partecipazioni Statali-. Quindi, prosegue Fracanzani, è stata chiesta al presidente del Cipi (il ministro del Bilancio, Fanfani, ndr) una convocazione -nei tempi più ravvicinali possibili" dell'organismo per esaminare la proposta di dismissione dell'Alfa Romeo Avio (un settore finora strategico per l'industria pubblica) .collegata all'operazione «polo». Negli ambienti dell'Ili tira aria di soddisfazione in quanto il ministro avrebbe accettato, con questa sua presa di posizione, l'impostazione del problema secondo i criteri abbozzati a suo tempo dalla Finmeccanica. In realtà la situazione è molto più complicata, altrimenti già nel comunicato di ieri vi sarebbe stato l'annuncio dell'accordo tra gli uomini di Prodi e di Valia- ni. Un annuncio che slitta. Alla contrarietà dei socialisti si sarebbero aggiunte le perplessità di una parte della de che si sarebbe fatta carico delle proteste arrivate dallo stabilimento dell'Alfa Avio. Insomma restano da chiarire i punti, e non si tratta di passaggi di poco conto, che hanno impedito finora di uscire dal tunnel. In effetti, Fracanzani sembra appoggiare in pieno la strategia della Finmeccanica. ma è altrettanto chiaro che permangono degli ostacoli. Il comunicato conferma che Ansaldo Trasporti e Breda Ferroviaria devono integrarsi e che è giusta l'acquisizione della Fiat Savigliano. Ma questo non lo nega più nessuno: rimane da vedere chi comanderà e il prezzo dell'acquisizione. E il comunicato non lo specifica. Da una parte c'è la Finmeccanica, disponibile ad una società paritetica per i servizi ma irremovibile ad avere il pieno controllo della Fiat Ferroviaria, dall'altra l'Eììm che punta ad un'unica società, che inglobi la Savigliano e che sia gestita pariteticamente dal management dei due gruppi. La Finmeccanica, inoltre, ha sempre sostenuto che la Fiat Savigliano (e le turbine a gas del gruppo di corso Marconi) è imprescindibile dallo scambio con l'Alfa Avio. L'Efim non è contrario ma chiede di avere una partecipazione azionaria di minoranza, essendo uno dei maggiori clienti della società che costruisce anche i motori di uno degli elicotteri di punta dell'Agusta. Così le posizioni sarebbero rimaste quelle dei giorni scorsi. Dietro la querelle industriale, c'è ovviamente anche un braccio di ferro politico: la Finmeccanica nell'area democristiana, la Breda sotto l'influenza dei socialdemocratici e dei socialisti. Lo scontro, scongiurato ieri, potrebbe riproporsi nel Cipi e per questo si è preferito prendere tempo.

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