Tv private, legge vicina

Tv private, legge vicina Entro la prossima settimana l'accordo dei cinque Tv private, legge vicina ROMA — La storia della legge sull'emittenza televisiva privata si concluderà con un finale a sorpresa? Alla vigilia della replica del ministro Mammì alla commissione Lavori pubblici del Senato (martedì pomeriggio), il vertice della maggioranza terminato giovedì notte che doveva definire gli emendamenti non ha portato a risultati definitivi. E tuttavia i partiti di governo concordano che 'il clima è assai buono-. L'incontro di martedì mattina dovrebbe essere decisivo. 'Posso 'dire che sulla possibilità di raggiungere un accordo complessivo sono ottimista» affermava ieri mattina Mammì. "Problemi ce ne sono ancora ma non siamo un Paese pieno di risorse e di fantasia?» aggiungeva scherzando. Da via del Corso gli faceva eco Ugo Intuii. «Sono ancora aperti punti importanti. Anche perché nella discussione sono venute fuori idee nuove che potrebbero cambiare alcune cose- dichiarava enigmatico il portavoce di Craxi che ha partecipato al vertice insieme a Gennaro Acquaviva, ai de Radi e Golfari, al liberale Battistuzzi, al psdi Birzoli. Nessuno dei protagonisti nega che tra i nodi da sciogliere il maggiore riguarda la delicata questione delle risorse pubblicitarie da «spartire» fra Rai e privati. Le indiscrezioni circolate dopo il vertice parlavano di convergenze su tre soli punti, yur non secondari: la nuova opzione zero ammorbidita dal meccanismo di quote che limita gli incroci proprietari fra quotidiani e reti tv (tre reti a chi non ha nessun quotidiano, due a chi arriva fino all'8% dei lettori, una sola a chi tocca il 16%, nessuna a chi supera questo tetto) ; vincoli alla possibilità di raccogliere inserzioni pubblicitarie su mezzi non di proprietà (il 90% dovrà essere riversato su media propri); alta auto¬ rità con grandi poteri di controllo e di sanzione, ma -al di sopra di ogni sospetto lottizzatorio» in quanto composta da tre membri scelti dai presidenti della Camera, del Senato e dal Presidente della Repubbblica ('Cercando la forma giuridica che superi gli ostacoli costituzionali» precisa Mammì). Una autorità che dovrebbe tuttavia limitarsi al controllo del settore privato, lasciando in piedi la commissione di vigilanza. Disaccordo invece fra laici e de sui film vietati ai minori di 18 anni: i primi vorrebbero liberalizzare dopo le 22.30 mentre la seconda preferirebbe limitare alle pellicole proibite ai quattordicenni. Nessuna traccia del meccanismo del «50 e 50», scritto negli accordi del governo De Mita, ritrattato da Berlusconi, e oggi tirato come un elastico da chi vorrebbe strappare certezze economiche per le tv locali. m.g.b.

Persone citate: Battistuzzi, Berlusconi, Craxi, De Mita, Gennaro Acquaviva, Golfari, Mammì

Luoghi citati: Roma